SCANDALO GIUSTIZIA IN CAMPANIA: NAPOLI, MAMMA IMPUTATA IN GABBIA CON FIGLIOLETTI
Data: Domenica, 18 febbraio @ 12:21:48 CET
Argomento: Cronaca




NAPOLI - (Dario Del Porto - da la Repubblica di domenica 18 febbraio 2007) - Il più piccolo sta in braccio alla madre, la sorellina è in piedi, con le mani che stringono le sbarre. Sono tutti in gabbia, nell'aula della Corte d'Appello di Napoli dove la donna, una nomade slava, deve essere giudicata per evasione dagli arresti domiciliari. Un'immagine scioccante che Luca Troncone, uno degli avvocati presenti al momento del fatto, racconta così: "La madre e i due figli sono stati trasferiti dal carcere femminile come un normale detenuto. Non si trattava di una mia assistita, da quel che mi hanno detto rispondeva di una semplice evasione ed era detenuta per furto. Dopo circa venti minuti, altri colleghi ed io ci siamo alzati e abbiamo chiesto al presidente di farli uscire dalla gabbia". Ma come è possibile che due bambini così piccoli possano essere stati rinchiusi dietro le sbarre insieme alla madre? L'udienza si è celebrata giovedì scorso davanti all'ottava sezione penale della Corte d'Appello. Uno dei giudici a latere era Luigi Riello, esponente di primo piano della corrente di Unicost, fino al maggio scorso componente del Consiglio superiore della magistratura, che spiega: "La scena fa scalpore, non c'è dubbio. Ma posso garantire che la permanenza in quella condizione della donna e dei bambini è durata lo spazio di qualche minuto, non certo venti. La traduzione degli imputati detenuti - sottolinea il magistrato - avviene dalle camere di sicurezza direttamente nella gabbia situata nell'aula e la Corte non era a conoscenza della presenza dei figli accanto alla madre. La situazione ha lasciato profondamente sgomenti anche noi, infatti appena l'abbiamo vista è stata data disposizione dal presidente di aprire immediatamente la porta della gabbia e di farli accomodare sulla panca con l'assistenza di due poliziotte penitenziarie accanto al difensore". Quando una donna è detenuta insieme al figlio minore di 3 anni - spiegano gli addetti ai lavori - può chiedere di non essere separata dal bambino in occasione delle udienze. Di norma questo non succede, i bimbi restano affidati alle vigilatrici d'infanzia che ne hanno cura durante la permanenza in carcere. Ciò nonostante la madre, se ritiene, può esercitare questo diritto e ottenere di non essere allontanata neanche per un attimo dal figlio. In questo caso, il detenuto va trasferito nel rispetto delle regole ordinarie di sicurezza. Ma certo, quell'immagine colpisce al cuore anche due magistrati di consumata esperienza come il procuratore generale di Napoli Vincenzo Galgano e il presidente del tribunale per i minorenni Stefano Trapani. "In 46 anni di mestiere - commenta Galgano - è forse la prima volta in cui mi è capitato di vedere bambini rinchiusi in un ambiente con le sbarre. Anche al tempo in cui i trasferimenti si facevano ricorrendo a mezzi come le catenelle con i moschettoni, se veniva portata in aula una mamma con figli, si faceva in modo da non mettere in mostra la sua qualità di imputata priva della libertà". A giudizio del procuratore generale, "verosimilmente si è trattato di una distrazione nella quale è incorso qualcuno, non mi sembra che possa essere collegata all'attività di chi presiedeva il dibattimento, infatti i giudici appena se ne sono resi conto hanno agito di conseguenza". Trapani commenta: "Sono in magistratura da decenni ma non ricordo di aver mai assistito a una scena simile, trovo che si tratti proprio di una situazione fuori dall'ordinario. Al di là delle norme, la tutela dei minori deve avere sempre il sopravvento".





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