CASSAZIONE: NON E' REATO AFFITTARE LA CASA AI CLANDESTINI. EFFETTI NEL CASERTANO
Data: Venerdì, 28 novembre @ 21:13:40 CET
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Esultano, nel casertano, i numerosi affittuari di abitazioni ad extracomunitari (clandestini) per una recente sentenza della Suprema Corte. Non commette reato - recita sentenza - il padrone di casa che affitta singole stanze, o interi appartamenti, a extracomunitari privi del permesso di soggiorno purché non applichi loro tariffe più elevate di quelle applicate nei confronti degli immigrati regolari. Lo sottolinea la I sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 46070. In particolare la Suprema Corte ha respinto la protesta del procuratore generale della Corte di Appello di Milano contro l'assoluzione - dall'accusa di aver favorito la permanenza di clandestini traendo un ingiusto profitto dalla loro situazione di illegalità - di Bruno S. proprietario di uno stabile a Rozzano (Milano) dove, durante un controllo dei carabinieri, erano stati trovati alloggiati 45 immigrati, 28 dei quali clandestini. Tutti avevano dichiarato di versare un affitto mensile, per ogni singolo locale dell'immobile, al prezzo variabile dai 75 ai 250 euro al mese. La tariffa più elevata era applicata a chi affittava un'intera stanza per il nucleo familiare, la tariffa più bassa era invece pagata da ogni singolo occupante la stanza. In primo grado Bruno S. fu condannato e 16 mesi di reclusione e 4000 euro di multa per aver violato l'art. 12, comma 5 della legge sull'immigrazione. In appello - nel febbraio del 2003 - il padrone di casa fu invece assolto con la formula "perché il fatto non sussiste". Ad avviso dei giudici di secondo grado l'imputato "pur favorendo la permanenza dei clandestini in Italia mediante la messa a disposizione di locali in locazione, non aveva tenuto un atteggiamento discriminatorio nei confronti degli stessi rispetto agli altri extracomunitari muniti di permesso di soggiorno". E Piazza Cavour ha condiviso questa tesi sottolineando che "il canone mensile percepito da Bruno S., non può essere considerato gravoso o vessatorio nei confronti dei cittadini clandestini, tenuto conto della zona dove è ubicato l'immobile (provincia di Milano), caratterizzata da elevati costi abitativi". "Tanto più che il canone di locazione - osserva Piazza Cavour - ero lo stesso rispetto a quello percepito dagli extracomunitari muniti di regolare permesso, né l'ingiustizia del profitto può essere desunta dalla circostanza che in una stanza erano alloggiate più persone, tenuto conto che le stesse facevano parte di uno stesso nucleo familiare".





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