VICENDA NOGARO-IRAQ: SOLIDARIETA' DA TRIBUNALE PER DIRITTI MALATO
Data: Venerdì, 21 novembre @ 19:30:52 CET
Argomento: Religione




Anche il Tribunale per i diritti del Malato interviene a sostegno del vescovo di Nogaro. Ecco il testo del comunicato: “Gli uomini di chiesa che benedicono le bare dei soldati italiani morti a Nassiriya benedicono le armi e chi porta la guerra”. Questa è la frase, ormai tristemente nota, che secondo alcuni il Vescovo di Caserta Monsignor Raffaele Nogaro avrebbe pronunciato in occasione della celebrazione eucaristica di domenica scorsa in Cattedrale. “Fenomeni come quelli del terrorismo non si combattono con le armi. Bisogna fare attenzione a non esaltare il culto dei martiri e degli eroi della patria strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre ingiuste”. Queste, invece, sono le parole affidate ad un comunicato di smentita del Comitato organizzatore della Giornata dei migranti. A queste parole e contro Monsignor Nogaro si sono levate numerose prese di posizione da parte di numerosi uomini politici, anche autorevoli, appartenenti ai partiti di governo. Non sono mancati, però, gli attestati di stima e di solidarietà al Pastore di Caserta da parte di altrettante autorevoli personalità della politica nazionale e locale e da parte di associazioni e di cittadini. A questi ultimi ed a sostegno di Monsignor Raffaele Nogaro si unisce Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato. Da laici e da cattolici quali siamo sosteniamo il nostro Vescovo semplicemente perché conosciamo il suo valore ed il suo pensiero autentico e soprattutto perché siamo testimoni delle sue battaglie che, come Pastore in una terra di ingiustizie, conduce per dare dignità e voce a chi non ne ha sui temi della pace, della solidarietà, dei diritti dell’uomo, delle persone disadattate sociali, dei poveri, dei senza lavoro. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Monsignor Nogaro e sollecitiamo una più attenta riflessione sulle parole che il nostro Presule ha concretamente pronunciato e non su quelle che gli vengono attribuite, perché sono dello stesso tenore e dello stesso significato di quelle che ormai da tempo pronuncia il Santo Padre, cioè in linea con il ripudio assoluto dell’intervento militare in Iraq. Parole che, nel rispetto del drammatico dolore che ha colpito i familiari delle vittime di Nassiriya e dell’intera Nazione, se non lette in chiave di strumentalizzazione politica, possono davvero far riflettere tutti gli uomini di buona volontà sulle sciagure che il conflitto in corso sta facendo cadere su intere popolazioni





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