ALTRE QUERELE PER SAVIANO: LO CITANO SCHIAVONE E RAFFAELE CUTOLO
Data: Sabato, 02 dicembre @ 21:28:10 CET
Argomento: Cittadini e Giustizia




Dopo le rettifiche chieste ed ottenute da un giornalista napoletano il cui nome e la testata da lui rappresentata sono state inserite in ristampa, 'Gomorra', l'oramai best-seller di Roberto Saviano (Mondadori editore), oltre 400 mila copie vendute, finisce al centro di altre polemiche sollevate da alcuni protagonisti 'raccontati' nel volume. Tra questi, Walter Schiavone, fratello del boss Sandokan, che - si apprende - avrebbe querelato già qualche mese fa l'autore e la casa editrice e addirittura l'ex numero uno della Nco Raffaele Cutolo che oggi, su Repubblica in un articolo a firma di Paolo Berizzi ha parlato di inesattezze annunciando querele. Ecco il testo dell'articolo:
Raffaele Cutolo contro "Gomorra". Dal carcere di Novara, dove è detenuto in isolamento, il boss storico della camorra lancia un atto d´accusa contro Roberto Saviano, lo scrittore minacciato dai clan per il libro in cui racconta l´impero economico della criminalità organizzata campana. «Ha scritto falsità. Mi accusa di un omicidio atroce e infamante, che non ho mai commesso, e ora ne risponderà in tribunale», scrive Cutolo in una lettera indirizzata a uno dei suoi legali. Il casus belli è un passaggio di "Gomorra", nel quale si attribuisce al boss l´assassinio della figlia del giudice Alfonso Lamberti, uccisa all´età di 10 anni in un agguato a Cava dei Tirreni (era il 29 maggio 1982). «Non sono mai stato indiziato, né indagato, né tantomeno processato per quel fatto tremendo», replica il fondatore della Nuova camorra organizzata. Che aggiunge: «Nella mia vita ho fatto del male a molte persone. Ma accusarmi di aver fatto sparare in faccia a una bambina, questa è una menzogna che non posso accettare». Cutolo ha incaricato uno dei suoi avvocati, Gaetano Aufiero, di sporgere querela nei confronti di Saviano. Dice il legale: «Sono stato io stesso, leggendo Gomorra, a stupirmi per quelle affermazioni, e ho subito informato il mio cliente. Senza nulla togliere al valore del libro, che nel complesso è certamente ben fatto e interessante, non si possono non considerare diffamatorie le frasi sull´omicidio della piccola Simonetta Lamberti». L´affondo del boss della camorra, condannato a otto ergastoli e in carcere dal ´79 (complessivamente ha già scontato 44 anni di reclusione), rende ancor più pesante il clima che si è creato intorno a Saviano dopo la pubblicazione di "Gomorra". Minacciato di morte dai clan, lo scrittore vive attualmente sotto protezione , in una località segreta, comunica solo via mail e le misure di sicurezza decise dalla prefettura di Napoli per tutelarlo sono severissime. Il libro di Saviano è un viaggio-inchiesta nel mondo affaristico e criminale della camorra, detta anche "Sistema". Un percorso che ricostruisce le sperimentate logiche economico-finanziarie ed espansionistiche dei clan del napoletano e del casertano, da Secondigliano a Casal di Principe. Un percorso che attraversa la sanguinosa faida di Scampia e il sofisticato dominio criminale del cartello dei casalesi. Realtà che affondano le loro radici nella camorra cutoliana degli anni ´80. Nella descrizione dell´omicidio di Gelsomina Verde, la ragazza di 22 anni sequestrata, torturata, ammazzata con un colpo alla nuca e infine carbonizzata dai sicari del clan Di Lauro il 22 novembre del 2004, Saviano fa un parallelismo con gli anni della camorra di Cutolo. Riferisce di un´intervista nella quale Immacolata Iacone, la moglie del "professore", come era soprannominato il boss, sostiene che «la camorra, quella vera, quella del marito, non uccideva mai le donne… Aveva una forte etica, fatta da uomini d´onore. Bisognava forse ricordarle – scrive Saviano, ed è questo il passaggio in questione – che negli anni ´80 Cutolo fece sparare in faccia a una bambina di pochi anni, figlia del magistrato Lamberti, davanti al padre». Di qui la querela per diffamazione da parte di Cutolo, difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Paolo Trofino. Simonetta Lamberti fu uccisa il 29 maggio del 1982 nel corso di un attentato il cui obiettivo era il padre, il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina. (2 dicembre 2006-21:27)





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