*INTERVISTA AL PROF. REBUFFA SULL'IDENTITA' ISLAMICA EUROPEA*
Data: Giovedì, 30 novembre @ 00:28:03 CET
Argomento: Cittadini e Giustizia




La realtà dell’identità islamica europea
Giovanna Canzano
intervista
Giorgio Rebuffa
30 novembre 2006

Giorgio Rebuffa, Costituzionalista, ordinario nell’Università di Genova, autore di numerosi volumi tra cui “La Costituzione impossibile” e “Lo Statuto Albertino”, è presidente della Delegazione parlamentare italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord dal 3 febbraio 1999, è stato componente della II Commissione permanente Giustizia dal 18 gennaio 2000 e componente della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali dal 4 febbraio 1997. Tra le proposte di legge presentate come primo firmatario, ricordiamo la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’attività del KGB in Italia.
Con il professore Rebuffa parliamo delle questioni legate all’identità europea sia culturale che religiosa.


CANZANO. Con il viaggio del Papa in Turchia ci troviamo ad affrontare la realtà dell’identità islamica europea…
REBUFFA. L’islam ha fatto parte dell’identità culturale europea, di questo ce ne parla uno storico americano che è stato anche tradotto recentemente in italiano parlando della civiltà islamo-cristiana. In una prima fase, il mediterraneo era un lago islamico, e, l’Europa cristiana si è sviluppata tutta nel nord Europa. L’Europa mediterranea non era cristiana. Il sud dell’Italia con Federico II, che è stato un grande imperatore cristiano, aveva un rapporto continuo con l’islam. Noi dobbiamo molto alla civiltà islamica dal punto di vista del recupero del mondo classico.
CANZANO. La Sicilia è piena di testimonianze islamiche…
REBUFFA. I Califfi in particolare, mandavano da Bagdad in giro i loro addetti a cercare i manoscritti del mondo classico. Cercavano soprattutto i manoscritti delle essenze e della medicina. Recentemente c’è stata una bella e grande mostra a Parigi sulla scienza del mondo islamico classico, dove si vedeva chiaramente che molte scoperte scientifiche e strumenti geografici di misurazione dello spazio e del tempo, sono dovuti all’’integrazione tra l’islam e il mondo dell’Asia orientale, che faceva da cerniera.
Tutta l’Europa ha sempre vissuto in un rapporto molto stretto con la Turchia. Quando è stata fatta l’unità italiana dal conte di Cavour, che ebbe la geniale intuizione di partecipare con un contingente del Regno di Sardegna alla spedizione in Crimea, molti non ricordano che la spedizione in Crimea, era stata organizzata dagli inglesi in alleanze al sostegno dei turchi. Quindi, si potrebbe anche dire che l’unità italiana è dovuta in parte in qualche misura alla alleanza con la Turchia.
CANZANO. Insomma in Europa la Turchia ci può stare?
REBUFFA. La Turchia nell’Europa c’è stata e ci può stare benissimo. L’identità è qualcosa che si costruisce giorno per giorno sui sentimenti sulle lingue sugli interessi ma, anche sulla convenienza. La nostra convenienza è quella di avere un’Europa forte, che sia in grado di mettersi in gioco con le grandi potenze di questo momento che sono gli Stati Uniti e la Cina.

CANZANO. Cosa sta succedendo in Europa, quale è l’identità costituzionale di ciascuno degli stati della nuova Europa, e, cosa può succedere.

REBUFFA. Oggi noi parliamo dell’Europa come se fosse ancora l’Europa occidentale, la Francia la Germania l’Italia il Belgio la vecchia Europa del 1956, invece c’è un’Europa complessa che è l’Europa orientale, la Mitteleuropa, con la sua grande tradizione come la repubblica Ceca l’Ungheria la Polonia.
L’Europa del 900, dopo la finta caduta dell’Impero Austro-Ungarico, è rimasta un’Europa occidentale perché dopo la dissoluzione dell’Impero, l’Europa Orientale visse in uno stato di minorità scacciata fra l’interesse delle grandi potenze e l’Unione Sovietica.
CANZANO. Quindi in qualche modo l’Europa aveva perso la sua identità?
REBUFFA. L’Europa orientale aveva un’identità multinazionale multietnica e multireligiosa. La caratteristica dell’Impero Austro-Ungarico era la multireligiosità, o, il pluralismo come si direbbe oggi.
Nei trattati che includono la prima guerra mondiale in particolare il trattato fatto con l’Austria a San Germani quelli che vanno sotto il nome di trattati di Versailes-Parigi, la dissoluzione dell’Impero Austrio-Ungarico, portò via questo mondo lo isolò. In quel momento, prendendo questa decisione non si calcolarono le conseguenze. Kafka che era un’esponente di questo mondo di alienazione e di mancanza di terreno di perdita di identità, ci ha descritto nelle sue opere tutta la sua amarezza per la perdita delle sue radici ebraiche.
CANZANO. Come Kafka si è trovato a vivere in un mondo senza identità, senza radici…
REBUFFA. Ci sono anche altri scrittori ungheresi come Musil che nel suo romanzo “L’uomo senza qualità”, senza eigenschaft, ci descrive cosa stava succedendo in quel periodo in Europa Orientale.
Questa identità europea va assolutamente recuperata. Infatti, io ritengo che il discorso su una unica identità Europea sia non solo sbagliata ma bizzarro e, non corrispondente alla rivoluzione storica dell’Europa che nella sua complessità, ha molteplici identità e, non solamente cristiana.

Giovanna Canzano
giovanna.canzano@email.it
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