CONFINDUSTRIA CASERTA: LA SFIFDA DELLA BANCA CREDITO COOPERATIVO
Data: Mercoledì, 22 novembre @ 21:24:53 CET
Argomento: Economia




Una banca che è anche simbolo di libertà. In tutti i sensi. E' questa la connotazione che al presidente di Confindustria Caserta, Carlo Cicala, piace dare della costituenda Banca di credito cooperativo del capoluogo. L'iniziativa è stata presentata nel corso di un convegno, che si è svolto appunto presso la sede dell'associazione degli industriali di Terra di Lavoro, promosso dal comitato promotore della Bcc presieduto da Alfonso Caterino. Una tavola rotonda, per meglio dire, di cui ha tirato le somme il sottosegretario Gaetano Pascarella, ma che è stata vivacizzata dagli interventi appassionati del preside della Facoltà di Economia della Seconda università di Napoli, Vincenzo Maggioni; del presidente di Gafi Sud, Rosario Caputo; del rappresentante della Federazione campana delle Banche di credito cooperativo, Carlo Santoro; del provveditore Università Campus Biomedica e vice presidente del comitato promotore della Bcc di Caserta, Raffaele Marzano, che a favore dell'iniziativa hanno spesso più di una lancia con convincenti argomentazioni. Un progetto, peraltro, che piace anche al sindaco di Caserta, Nicodemo Petteruti, che nell'iniziativa legge "un segno di vitalità diffusa sul territorio". E, naturalmente, al presidente della Provincia Alessandro De Franciscis che, intervenendo ai lavori, ha parlato di un "segnale verso una spinta qualitativa ed intersettoriale delle azioni positive che il territorio esprime". E che la Bcc sia intimamente legata al mercato locale è addirittura superfluo sottolinearlo, senza tuttavia che questo elemento costituisca un limite all'azione del nascente istituto di credito. Anzi, per dirla con Raffaele Marzano, in un epoca in cui "si parla tanto di Glocal, la cultura della cooperazione di certo non si ferma al locale". E in questo senso, "non ci interessa fare business, ci interessa fabbricare fiducia, ci interessa far crescere", ha sottolineato. Ma a che punto è la Bcc? "A buon punto", risponde Caterino. Nel senso che il numero dei soci previsto dalla normativa in materia è già stato raggiunto. E, forse, lascia intendere, anche il capitale sociale richiesto: "Vogliamo, però, che la base sociale della nascente Bcc sia quanto più ampia possibile, di modo che possa rispondere pienamente alla missione che la banca si è data. E cioè, essere a fianco delle piccole e medie imprese". Sicché, per il presidente degli industriali, "sostenere questa iniziativa è addirittura una necessità". "Dobbiamo avere l'orgoglio di essere casertani - ha detto Cicala - bisogna promuovere questa ed altre iniziative analoghe, promuovere la competizione. Gli imprenditori hanno bisogno di essere liberi. E perché no, liberi di scegliere una banca che nella sua ragione sociale porti il segno distintivo di Caserta, che abbia la capacità di assecondare un sistema economico in rapida e significativa trasformazione, che ha voglia di crescere". Una prospettiva, questa, che il preside Maggioni condivide senz'altro. "Il mercato - ha detto l'economista - al di là dei grandi istituti di credito, ha spazio anche per il credito locale". Con un ammonimento, però: "Non bisogna confondere la piccola banca con il concetto di credito facile". Gli fa eco Caputo, per il quale "la Bcc è una grande occasione per l'imprenditoria locale. Un'occasione da non perdere, ma soprattutto da non sciupare". I lavori sono stati moderati dal giornalista Nando Santonastaso. (22 novembre 2006-21:24)





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