AVERSA (Caserta) - (di Vito Faenza dal Corriere del Mezzogiorno di Sabato 18 novembre 2006)
«A questo punto ho deciso. Alle prossime elezioni mi
ricandido per ritornare a governare Aversa per altri cinque anni
» . Domenico Ciaramella (mimmo per gli amici) dopo tanti
tenetennamenti si è convinto a ripresentarsi alle prossime
elezioni con il centrodestra.
Come mai?
« Ho dato la mia disponibilità alla coalizione purché si
rispettino piccole condizioni » .
Quali?
« Quelle che garantiranno di poter governare per cinque anni
senza troppi " stop and go", come purtroppo è avvenuto
in questa mia prima legislatura » .
C'è qualcosa di questi cinque anni che non rifarebbe?
«Non ripeterei il primo anno e mezzo di mandato.
Io venivo dalla società civile e non ero avvezzo alle logiche
dei partiti e dei professionisti della politica. Così c'è stata
incompresione e per un anno, un anno e mezzo non abbiamo
combinato quasi nulla. Oggi cambierei il mio atteggiamento e
sarei un po' più flessibile, ma chiederei il rispetto di piccole
semplici regole, come quelle che ho posto alla base della mia
ricandidatura » .
Ad Aversa non c'è stato ricambio di classe dirigente. È d'accordo?
« Assolutamente no. La mia politica è sempre stata quella di
una grande apertura verso i giovani. Quando sono stato presidente
provinciale, e poi regionale, dell'ordine dei commercialisti
avevo uno staff composto da una quindicina di colleghi che
avevano fra i 30 e i 35 anni. Continuo a perseguire questa
politica e posso affermare con orgoglio che la nostra maggioranza
e l'amministrazione comunale sono, per un buon 60 per cento,
composte di " under 40". Però non bisogna accellerare
i processi » .
Vale a dire?
«Che non bisogna sperperare quelle che sono le esperienze dei
cinquantenni e sessantenni. Io credo che i giovani debbano essere
affiancati da chi ha esperienza, solo così possono maturare più
in fretta. Ringiovanimenti selvaggi senza alcuna " ratio"
non portano vantaggi » .
Due facoltà universitarie, mille anni di storia eppure
Aversa sembra incompiuta.
« È solo una impressione, in realtà la città si sta
aprendo all'Europa. La mia amministrazione è in stretto
collegamento con le due facoltà universitarie e stiamo operando
con le università di Budapest, Parigi, Firenze. In questi anni
abbiamo ospitato studenti provenienti da vari paesi d'Europa e
abbiamo messo mano a un progetto Urban che vede in prima fila
giovani docenti delle nostre due facoltà » .
Eppure si parla di una città dormitorio?
« Abbiamo fatto e stiamo facendo tutto per evitarlo. Appena
insediato ho dato il via al piano regolatore, come mi era stato
lasciato in eredità dalla precedente giunta per non far decadere
le norme di salva guardia, così come per il piano di recupero
del centro storico anche se in questo caso abbiamo paortato e
dobbiamo portare dei correttivi » . « Pur essendo stato
elaborato da valenti professionisti era un po' un " libro
dei sogni" tanto che prevedeva l'abbattimento dei piani più
alti di edifici che sono stati costruiti negli anni ' 60.
Impensabile. Noi stiamo adottando una strategia diversa che
invoglia i costruttori a investire nella parte antica della
città » . « Bloccando la possibilità di edificare nelle zone
nuove rendiamo appetibile investire nel centro storico. Abbiamo
previsto la possibilità di parcellizzzare gli immensi
appartamenti in strutture da 100 metri quadrati come minimo,
oppure per gli esercizi commerciali conservare altezze di tre
metri e mezzo. Lentamente, ma gli investimenti stanno avvenendo e
saranno di più nei prossimi cinque anni » . Scontiamo una
cattiva comunicazione. Ci sono accordi con la Regione Campania e
l'Alifana per la realizzazione di ampi parcheggi, tra due giorni
apriremo quello di piazza Cirillo, inizieranno contemporaneamente
i lavori per la costruzione di una struttura a tre piani nei
pressi della stazione con 500 posti, poi ne realizzeremo un altro
a via Cupa Scoppa e per finire stiamo studiando di realizzare uno
sotterraneo al di sotto del parco Pozzi. Se sarà fattibile lo
realizzeremo e avrà 1.500 posti.
Infine ci sono i due parcheggi accanto alle due stazioni del
metrò regionale » .
Per questo via don Peppe Diana è diventata un parcheggio!
«No. Faccio mea culpa, non sapevo che la zona era dell'Alifana,
quando l'abbiamo intitolata. Siamo stati colti di sorpresa quando
è stata recintata. Ora prendo un formale impegno a trovare un'altra
strada o piazza per intitolargliela. È doveroso » .