*CRIMINE IN CAMPANIA: ECCO PERCHE' A NAPOLI E' IMPOSSIBILE SCONFIGGERLO*
Data: Martedì, 07 novembre @ 20:18:23 CET
Argomento: Cronaca




Napoli (di Vittorugo Mangiavillani) - Ventimila uomini vigilano sulla sicurezza di Napoli, ma la città è fra le più insicure del mondo. Un agente delle forze di polizia ogni 50 abitanti, un record che nessuna città occidentale può vantare ma che non consente ai cittadini di vivere meglio e più protetti. Il modello sicurezza di questa città non è mai stato studiato e gli interventi sono stati sempre il frutto di contingenze successive a fatti di sangue particolarmente cruenti. E così l’emergenza è finita con l’essere il vero alibi per i vertici della Polizia che alle esigenze di sicurezza hanno sempre dato risposte soltanto emergenziali. Se si pensa che ancora oggi decine di funzionari pubblici percepiscono indennità particolarmente vantaggiose, fino a 200 mila euro l’anno, per uffici di spesa come il commissariato per l’emergenza Sarno o per l’emergenza Rifiuti, si comprende come mai ogni iniziativa promossa dai vari governi si spenga facilmente assorbita da una burocrazia attenta a non farsi sfuggire ogni occasione, anche criminale, per trarne grandi profitti. Ci si limita a sciogliere di volta in volta qualche amministrazione comunale - in lista d’attesa ce ne sono attualmente almeno cinque - in odore di camorra ma non si predispongono piani preventivi di sicurezza per l'infuocato hinterland napoletano. L'unico progetto serio di sicurezza fu quello varato, e poi rimasto sulla carta, dal questore Antonio Manganelli nel 1999. Da quel momento a Napoli non sono stati più nominati questori con una forte personalità capaci di aprire un terreno di confronto con le istituzioni locali e nazionali. Il capo della polizia Gianni De Gennaro su Napoli, al contrario di quanto è accaduto per Palermo, ha insistito per una gestione ordinaria dell’ordine e della sicurezza pubblica, sicuro così di non entrare in conflitto né con la potentissima magistratura napoletana né soprattutto con i diesse che hanno fatto di Napoli e della Campania un trampolino per guidare il governo nazionale. L’ufficio per la prevenzione del crimine a Napoli può contare su oltre mille poliziotti ma forze tanto considerevoli non sono mai state effettivamente attivate tanto che perfino sulle volanti preposte al controllo del territorio e circolanti in città, i numeri rendono il quadro desolante: in certe notti nella città alle pendici del Vesuvio non ne circolano più di cinque, quante a Padova. La tolleranza zero praticata a Palermo, e con buoni risultati, a Napoli il Viminale non l’ha mai neppure annunciata. Qui, infatti, De Gennaro deve fare i conti con un ex ministro dell’Interno, Rosa Russo Iervolino che è anche il sindaco della città e con uno dei maggiori esponenti dei diesse, il governatore della Campania Antonio Bassolino, che grida oggi all’emergenza, anche contro corrente, ma soltanto per forzare una Finanziaria avara con tutte le regioni e i comuni, tranne con la Campania e Napoli che così potranno rifinanziare centinaia di cooperative di ex detenuti e decine di cooperative che svolgono lavori socialmente utili. Migliaia di persone che sono diventate una massa elettorale senza precedenti e che decide il destino politico della città e della Regione. A Napoli circa 500 appartenenti alle forze di polizia sono stati denunziati per vari reati - dall’associazione camorristica fino al reato di abuso edilizio, una situazione limite e che a volte impedisce perfino che siano compiute semplici perquisizioni, perché fra gli agenti ce n’è qualcuno coivolto o , magari, imparentato con il perquisendo. Una situazione che il Viminale conosce da anni ma sulla quale non ha mai operato interventi lasciando che del degrado si occupassero sociologi e la Chiesa locale. A Napoli per le forze di polizia è quasi impossibile sequestrare un‘auto o un motorino (le due ruote rimangono il mezzo preferito dai killer) perché nessun deposito accetta di inviare il carro attrezzi o di tenere in custodia il veicolo sequestrato dal momento che non vengono pagati da anni. La Polizia in una recente indagine interna ha scoperto che a Napoli il 60 per cento della automobili circolanti e il 75 per cento delle moto non hanno l’assicurazione in regola, ma una iniziativa repressiva in tal senso non è mai stata neppure progettata. Perché? Come al solito, sarebbero troppi i "rischi politici". Presto nella città arriverà un nuovo prefetto - forse entro la fine di novembre quando si prevede che il Consiglio dei ministri darà corso ad una serie di nomine e di turnazioni - con qualche potere di coordinamento in più e in grado di mettere attorno allo steso tavolo quanto meno le forze di polizia, ma il "progetto sicurezza" nessuno è in grado di redigerlo, troppi veti e troppe limitazioni. Neppure gli allarmi lanciati recentemente dai nostri servizi segreti ha smosso più di tanto i vertici della Polizia di Stato, anzi per gli effetti perversi di uno scontro in atto con il Sismi e la Guardia di Finanza l'attenzione si è fatta ancor meno incisiva nella certezza che tanto tutto cambia - ben quattro comandanti del Corpo dei carabineri, tre della Guardia di Finanza, prefetti e questori a ripetizione - a volte soltanto per aver cercato di sollecitare le forze poltiche, Roma e la magistratura ad una azione più efficace. (da: Velino) - (7 novembre 2006-20:18)





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