SICUREZZA E LEGALITA', VENTRE: 'L'ANTICAMORRA NON VA SOLO DECLAMATA'
Data: Domenica, 05 novembre @ 10:04:41 CET
Argomento: Cronaca




(di Riccardo Ventre, Eurodeputato) - Sicurezza ed educazione alla legalità fanno parte a mio avviso di un binomio inscindibile sul quale bisogna lavorare con convinzione, tenacia e con un’azione congiunta tra famiglie, scuola, pubblica amministrazione. Della cosa sono convinto da sempre e le mie affermazioni non sono solo di oggi, periodo in cui le cronache quotidiane sono piene di fatti che dimostrano una recrudescenza della criminalità, ma sono avvalorate dalle iniziative che per anni ho portato avanti già da presidente della provincia proprio sul tema della educazione alla legalità. Del resto prima ancora che politico faccio il giurista per mestiere, affezionato quindi ai temi della legge e del suo rispetto. Questa è un’azione necessaria, difficile e lunga nella sua attuazione ma necessaria. Essa deve svilupparsi innanzitutto nelle famiglie, prima livello di comunità, quindi nelle scuole che devono educare i giovani non solo al sapere di tipo letterario, matematico o quant’altro, infine dalle amministrazioni pubbliche. Proprio per quanto riguarda queste ultime esse devono, tra l’altro, cambiare il proprio modo di porsi nei confronti dei cittadini. Negli ultimi anni, infatti, è invalsa nell’opinione pubblica la convinzione di una mancanza di trasparenza degli atti posti in essere la qual cosa assume una gravità enorme in quanto proprio la pubblica amministrazione deve essere di esempio sulla legalità. Con ciò certamente non dico che è così ma, come dicevo prima, la convinzione ormai di mancanza di trasparenza deve essere vinta con comportamenti che comprovano il contrario e quindi immediatamente riscontrabili da tutti. Oggi del resto le attuali tecnologie informatiche sono a tal fine di grande ausilio. Per quanto riguarda la nostra provincia si potrebbe fare un patto tra tutti gli enti locali, e creare un sito unico sul quale pubblicare tutte le determine dirigenziali nel momento stesso in cui vengono adottate. E’ con queste ultime infatti che avviene la gestione vera e propria, è con queste ultime che molte volte, anche per compiacere chi i dirigenti ha nominato, vengono posti in essere atti di dubbia legalità se non proprio illegali. E’ un tema, questo che sta interesando fortemente la dottrina giuspubblicistica ma che deve interessare soprattutto la politica. La dirigenza amministrativa, ed in particolare i direttori generali molte volte nominati solo ed esclusivamente per meriti politici, diventano lo strumento operativo per attuare le illegittimità volute dai politici. E ciò perché i dirigenti sfuggono molte volte a tanti controlli dal legislatore previsti invece per sindaci, presidenti ed assessori. Abbiamo come esemplificazione i casi della nostra provincia di due direttori generali, quello del comune capoluogo e quello dell’ente provincia, entrambi nominati esclusivamente per meriti politici. Ma mentre il primo, la dott.ssa Andrisani, si è correttamente calata nelle vesti del burocrate e svolge il suo compito senza ingerenza in altri campi, quello della provincia, sig. Acconcia, nominato non si riesce a capire per quali pregresse esperienze burocratiche (si dice la direzione generale di una salumeria) pare che si occupi di gran parte delle cose di cui dovrebbero occuparsi gli assessori, esautorandoli, svolgendo cripticamente così, a quanto dicono nel palazzo, un’azione squisitamente politica. Chi controlla a questo punto queste azioni, chi controllerebbe i suoi eventuali (certamente inesistenti) rapporti con la criminalità organizzata e non? E’ questo solo uno dei tanti esempi che stanno sotto i nostri occhi e che dovrebbero essere presenti quando ci riempiamo la bocca di legalità e di anticrime. L’anticamorra pratichiamola nei fatti non declamiamola. (5 novembre 2006-10:00)





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