AMBIENTE, CASERTA: RISCHIO FRANE PER LEGAMBIENTE NEL PAESE DELLA FERRARELLE
Data: Lunedì, 23 ottobre @ 22:22:46 CEST
Argomento: Ambiente




La Campania è ancora una regione troppo fragile ed esposta a frane ed alluvioni. Otto comuni su dieci hanno case in aree a rischio ed il 65% dei municipi è in ritardo nella prevenzione. Questi sono solo alcuni dati di "Ecosistema Rischio 2006", l'indagine inedita di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile presentati oggi a Napoli durante la conferenza stampa organizzata nel corso della tappa campana di "Operazione Fiumi 2006". Tra i comuni della Campania a più alto pericolo di alluvioni e frane il 77% ha abitazioni in aree a rischio idrogeologico e il 43% presenta in tali spazi addirittura interi quartieri. Praticamente due comuni su tre vi vedono sorgere fabbricati industriali, che comportano in caso di alluvione, oltre al rischio per le vite, anche lo sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. A fronte di un territorio così fragile solo un comune su quattro ha intrapreso la delocalizzazione delle strutture nelle zone a rischio e nel 37% non si svolge una manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua e delle opere di difesa idraulica. Solo il 65% dei comuni si è dotato di un piano d'emergenza e appena il 35% lo ha aggiornato negli ultimi due anni. Complessivamente solo il 37% dei comuni svolge un positivo lavoro di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico. Alla conferenza stampa sono intervenuti Daniel Noviello, portavoce nazionale di "Operazione Fiumi", Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania, e Vincenzo Scognamiglio, presidente della Riserva Regionale Foce Sele Tanagro, che ha patrocinato la tappa campana sul Sele dell'Operazione Fiumi. Con "Ecosistema rischio" Legambiente ha concentrato l'attività di monitoraggio proprio sui 474 comuni della Campania, ben l'86% del totale, classificati a rischio da Ministero dell'Ambiente e UPI nel 2003, per verificare cosa facciano realmente le amministrazioni per prevenire il pericolo a cui sono esposti territorio e cittadini. "Sono ancora pochi i comuni della Campania a rischio che complessivamente sembrano aver posto le tematiche di protezione civile tra le priorità del loro lavoro - ha spiegato Noviello - i piani di emergenza che permettono alla popolazione di sapere cosa fare e dove andare in caso di alluvione o frana e di organizzare soccorsi tempestivi sono pochi e troppo spesso datati. La nostra Regione soffre di un ritardo accumulato in passato su cui negli ultimi anni non vediamo segnali significativi di recupero". E' Acerno (Salerno) il comune più meritorio della Regione, anche se quest'anno nessun comune campano raggiunge l'eccellenza. Bracigliano (Salerno), a 8 anni dalla drammatica frana, ottiene un 7,5 in pagella, con la classe di merito "buon lavoro svolto". Maglie nere invece per Riardo (Caserta), Mugnano del Cardinale e Carife (Avellino) che pur avendo abitazioni e fabbricati in aree a rischio non fanno praticamente nulla per la prevenzione dalle alluvioni e dalle frane. Tra i capoluoghi Avellino raggiunge la sufficienza, mentre Napoli resta fanalino di coda. "In Campania la pesante eredità di un passato fatto di abusivismo e urbanizzazione sconsiderata delle aree a rischio idrogeologico, con abitazioni e insediamenti produttivi, non è ancora stata superata - ha sottolineato Chiavazzo - questo, unito alla fragilità del nostro territorio, rende ogni anno la situazione più preoccupante, per cui ad ogni temporale ci si può attendere una tragedia. E' indispensabile attivare in tutti i comuni a rischio efficaci sistemi locali di protezione civile. Per promuoverne l'attivazione e dimostrare che anche in Campania é possibile la gestione delle emergenze è anche importante valorizzare le amministrazioni che dimostrano di lavorare positivamente". Scognamiglio ha sottolineato la necessità "di iniziare a vivere le aree fluviali come zone di aggregazione. Gli argini e le sponde dei fiumi possono divenire luoghi fruibili per i cittadini, e devono essere tutelati poiché costituiscono una inestimabile risorsa. Un fiume curato e tutelato, lungo il quale opere di manutenzione costante e ordinaria siano accompagnate ad opere di prevenzione del rischio idrogeologico, è anche un fiume più sicuro dal pericolo alluvioni". (23 ottobre 2006-22.229





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