SALUTE DELLE ACQUE: CASERTA MAGLIA NERA DELLA REGIONE CAMPANIA
Data: Martedì, 17 ottobre @ 23:48:02 CEST
Argomento: Ambiente




Migliora lo stato di salute delle acque della Campania, "anche se bisogna ancora lavorare molto per avere un mare davvero pulito e balenabile". E' quanto emerge dal convegno organizzato e promosso dall'Arpa Campania che si è svolto a Palazzo Sasso a Ravello (Salerno). Stando ai controlli effettuati dall'Arpa Campania fino allo scorso mese di settembre, infatti, il livello di inquinamento costiero ha subito un leggero miglioramento rispetto all'anno scorso un po' in tutta la regione, anche se - volendo stilare una sorta di classifica tra le province - Caserta rappresenta comunque la maglia nera della Campania, mentre per Napoli e Salerno si assiste ad un andamento migliore. Con la differenza che, mentre nel Napoletano spesso le acque risultano più pulite nonostante in qualche punto persistano ancora concentrazioni medie alte di sostanze inquinanti, nel Salernitano appaiono rari i casi di forte concentrazioni di agenti inquinanti. Tra le zone maggiormente inquinate, in particolare, in provincia di Caserta figura il litorale domizio, mentre nel Napoletano la zona che da San Giovanni a Teduccio arriva a Castellammare e nel Salernitano la costa vicina al centro urbano e quella limitrofa alle foci dei fiumi Picentino e Tusciano. Secondo il direttore generale dell'Arpa Campania, Luciano Capobianco "purtroppo è innegabile che i rilievi non diano sempre risultati positivi. Circa un terzo dei fiumi è inquinato e porta a mare acque non trattate. Ne consegue che anche nelle acque marine si rilevano fenomeni di contaminazione che, come Arpac, rileviamo puntualmente. Auspichiamo un maggiore impegno degli enti preposti alla salvaguardia ambientale e l'adeguamento degli impianti di depurazione in tutta la regione perché solo così si può sperare di avere un ecosistema migliore". Sulla stessa lunghezza d'onda la relazione del sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Noviello, che ha arricchito il suo intervento con una documentazione fotografica che ritraeva scarichi abusive, foci di fiumi inquinate e discariche a cielo aperto: "E' innanzitutto da sottolineare che il reato ambientale rappresenta una tipologia complessa ed articolata. E spesso si sottovaluta che dai reati urbanistici si arriva facilmente anche a danni irreparabili per l'ambiente; da un abuso edilizio, ad esempio, il passo è breve per scoprire imprese che in pieno centro urbano emettono sostanze nocive o, peggio ancora, che le acque di fiumi inquinati vengono utilizzate in agricoltura e che i depuratori funzionano poco e male. La verità è che solo coordinando una pianificazione ambientale tra i vari settori della pubblica amministrazione si posso evitare interventi posteriori e repressivi della magistratura. Bisogna cioé sviluppare - ha concluso - una coscienza ambientale che non consenta affatto l'effettuazione del reato". (17 ottobre 2006-23:47)





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