CASERTA: FILE MUSICALI ILLEGALI NEI CENTRI COMMERCIALI. ESEGUITI SEQUESTRI
Data: Mercoledì, 26 luglio @ 19:00:13 CEST
Argomento: Economia




Oltre 200 perquisizioni in tutta Italia, 17 procure interessate, 30 persone segnalate all' autorità giudiziaria, 37 società - tra le quali alcuni grandi centri commerciali - per un totale di oltre 120 punti vendita: sono i risultati dell'operazione "jingle machine", che ha portato al sequestro di 524 hard disk e centinaia di cd e ha tolto dal mercato oltre 2.500.000 files musicali "mp3" illegali. L'indagine è partita, ad un primo livello, da alcuni controlli in importanti centri commerciali presenti nel Veneto, dove era risultato che la musica diffusa negli spazi vendita era stata riprodotta illegalmente. Si trattava, infatti, secondo quanto emerso dagli accertamenti, di files musicali ricevuti da una società di Roma, specializzata nel settore della fornitura di musica, che aveva ideato, prodotto e distribuito un particolare tipo di pc dotato di specifico software su cui era già caricata la musica, prima scaricata illegalmente su hard disk da internet o da cd, di non sono stati trovati i supporti originali e che non erano stati acquistati e fatturati in quanto beni strumentali della società, come avrebbe dovuto invece essere. Da qui l'accusa di pirateria musicale, per il reato di riproduzione illegale di supporti fonografici. Il business, hanno spiegato le fiamme gialle, era così ben avviato che la società romana forniva anche gli aggiornamenti musicali con gli ultimi successi attraverso cd masterizzati e/o internet. La società dava inoltre garanzia ai propri clienti, in un regolare contratto di fornitura di musica, di aver già assolto tutti i diritti d'autore dovuti. I finanzieri hanno così rintracciato tutta la rete di clienti della società romana, recuperando e togliendo dal mercato tutto il materiale musicale diffuso senza i regolari requisiti. Da parte loro - e questo è il secondo livello preso in considerazione dall'indagine della Gdf - non tutti i centri commerciali, a loro volta, avevano regolarizzato la propria attività di diffusione della musica con il necessario accordo separato con la Siae (Società italiana autori editori) e la Scf (Società consortile fonografici). Irregolarità, sotto questo profilo - sulla base di quanto risultato dalle indagini - sono state riscontrate nelle province di Palermo, Agrigento, Catania, Ragusa, Trapani, Torino, Alessandria, Bari, Brindisi, Lecce, Foggia, Taranto, Bologna, Modena, Parma, Milano, Brescia, Cagliari, Napoli, Caserta, Salerno, Roma, Frosinone, Latina, Viterbo, Genova, Potenza, Matera, Peruguia, Pordenone, Reggio Calabria e Rovigo. Strutture commerciali presenti in queste province sono state così interessate da perquisizioni e altre attività investigative. Tra la trentina di denunciati figurano, per la maggior parte, amministratori delegati di centri commerciali e negozi di ogni tipo, dall'abbigliamento agli alimentari, che non avevano regolarizzato l'attività di diffusione della musica: in tutto 37 società, facenti capo a oltre 120 punti vendita. Scaricare e scambiare musica illegale, in evasione dei diritti d'autore - è stato ricordato dai finanzieri nel corso di un incontro di illustrazione dell'attività investigativa - é perseguibile penalmente: l'articolo 171 ter della legge 633/1941 sul diritto d'autore prevede infatti anche la reclusione fino a 4 anni. Alle sanzioni penali si affiancano anche le sanzioni amministrative che vengono calcolate su ogni singolo file scaricato e sono molto pesanti: l' operazione "jingle machine", è stato valutato, comporterà a carico dei vari eventuali responsabili sanzioni amministrative complessive per 8.146.137 euro. (26 luglio 2006-19:00)





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