PROSTITUZIONE, OPERAZIONE CUORICINO: RUMENE E ALBANESI VENDUTE PER SESSO
Data: Mercoledì, 12 luglio @ 08:01:13 CEST
Argomento: Cronaca




La denuncia di una giovane donna rumena, che un anno fa ha raccontato di essere stata segregata, venduta e obbligata a prostituirsi, ha consentito di scoprire una vera e propria organizzazione criminale dedita alla compravendita di donne albanesi e rumene ridotte in schiavitù da immettere sul mercato della prostituzione campano e calabrese. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dalla Squadra mobile di Napoli, hanno portato questa mattina all'alba all'arresto di 22 persone, tra cittadini italiani, albanesi e rumeni, accusati di associazione a delinquere di stampo camorristico dedita al traffico di esseri umani, riduzione in schiavitù, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Altri fermi - una trentina, sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Reggio Calabria. E' stato il racconto di Cristina, una giovane cittadina rumena, a dare il via alle indagini. Per circa un anno la DDA di Napoli ha condotto in collaborazione con la squadra mobile di Napoli e di Reggio Calabria un'indagine che ha portato alla luce una vera e propria associazione mafiosa che portava illegalmente giovani donne rumene e albanesi in Italia con la promessa di un lavoro invece queste ragazze venivano vendute per cifre tra i mille e i 4mila euro, segregate e ridotte in schiavitù e obbligate alla prostituzione. Il giro d'affari - è stato spiegato durante un incontro con i giornalisti - si svolgeva con vere e proprie operazioni di marketing della prostituzione. Dalla provincia di Napoli e Caserta queste ragazze, circa un centinaio, venivano vendute ad altri rami dell'organizzazione in Calabria tutto dipendeva dalla richiesta di nuove prostitute da parte del territorio. Le donne più giovani venivano vendute a prezzi superiori mentre le anziane potevano valere poco più di 500 euro. Tra i 22 soggetti arrestati oggi dalla Squadra mobile di Napoli durante l'operazione denominata "Cuoricino", tutti di nazionalità albanese, rumena e italiana, c'erano anche alcune donne che nella struttura dell'organizzazione svolgevano un ruolo di "carceriere" nei confronti delle giovani ridotte in schiavitù, le punivano e minacciavano vendette trasversali sui parenti delle ragazze nei paesi di origine. Tra queste donne carceriere la ventunenne Muka Alma una ragazza albanese compagna di uno dei capi dell'organizzazione che secondo Vittorio Pisani dirigente della Squadra Mobile di Napoli "era una delle più dure e spietate nel controllo delle altre ragazze". "Con questa operazione - ha spiegato Lucio Di Pietro Procuratore nazionale antimafia - si è certamente raggiunto un grande risultato ma è anche vero che la testa dell'organizzazione resta nei Paesi di origine e nessuno ci garantisce che queste ragazze siano sostituite da altre. Ovviamente l'organizzazione ha avuto il tacito assenso della camorra e della mafia locale per potere operare indisturbata". "E' stato un lavoro complesso e lungo - ha detto Franco Roberti procuratore aggiunto e coordinatore della DDA di Napoli - queste ragazze erano ridotte in schiavitù, segregate. Venivano introdotte in Italia come merce: infatti nelle intercettazioni telefoniche effettuate i membri dell'organizzazione parlano di loro utilizzando proprio la parola merce. Questa organizzazione controllava con armi il territorio con ramificazioni nel Lazio, in Basilicata e Calabria con alcuni legami anche nella penisola iberica ed effettuavano anche rapine in villa, furti di auto, spaccio di sostanze stupefacenti". "Purtropppo - ha aggiunto Roberti - ci troviamo di fronte anche a Paesi come Romania e Albania dove non ci sono interlocutori credibili per contrastare questo mercato degli esseri umani". Ora la ragazza che ha denunciato, Cristina, è sotto protezione vive al nord ed ha ottenuto come ha spiegato il pm Raffaello Falcone un permesso di soggiorno.(11 LUGLIO 2006-23:59)





Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=6936