IL CASO: PROFUMI DI UN'AZIENDA CASERTANA IMITATI DA FALSARI DEL NORD
Data: Giovedì, 13 aprile @ 07:59:28 CEST
Argomento: Economia


di Pina Bruno dal Corriere del Mezzogiorno del 13 aprile 2006)

(nella foto una parte del caveau del Museo del Falso di Salerno dove sono conservati anche i falsi dipinti d'autore)



Da un lato lotta da anni con successo alterno contro l’aggressione giudiziaria di note case di cosmesi internazionali per affermare la genuinità e la regolarità della propria produzione di essenze; dall’altro è lei stessa vittima di agguerriti falsari che sono riusciti a imitare, ma non perfettamente, confezioni esterne e bottiglie. Protagonista del doppio caso, ancora una volta, è l’azienda «Profumi e Profumi» di San Felice a Cancello, proprietaria anche del marchio «Maestri Profumieri» che ha scoperto e denunciato gli ignoti falsari dopo l’ennesimo sequestro avvenuto a Cagliari e attribuito erroneamente all’azienda casertana. Un'altra denuncia per falso, invece, starebbe per essere presentata contro ignoti in un capoluogo del Nord-Italia. «Se copiano anche il nostro profumo che definiamo ‘dei poveri’ e che non ha nulla da invidiare ad essenze più costose, vuol dire che il nostro prodotto piace – afferma ironicamente uno dei titolari – ma siamo rammaricati per questa giungla legislativa sull’interpretazione dei marchi che ci causa notevoli danni». Adesso però, a certificare che la ditta casertana è imitata da veri e propri falsari è il Museo del Falso (unico nel suo genere in Italia) collegato al Centro Studi sul Falso dell’Università di Salerno che ha accolto nel suo caveau anche le confezioni «copiate» della «Profumi e Profumi». Nei confronti dell’azienda della famiglia Piscitelli, che crea essenze identiche a quelle delle più note griffe, da alcuni anni si è scatenata una vera propria guerra da parte di note case di cosmesi d’Oltralpe, come il colosso L’Oreal ed altre multinazionali del settore: azioni penali finite sempre a favore della piccola azienda la quale, nei processi civili, si dice ingiustamente perseguitata da interpretazioni sfavorevoli. «Nel caso della Profumi e Profumi - spiega il professor Salvatore Casillo, ordinario di sociologia industriale e Direttore del Centro del Falso – l’azienda riesce a produrre le stesse fragranze di note griffe con un diverso processo chimico lecito, senza utilizzare la ricetta esclusiva della concorrenza e quindi senza appropriarsi di proprietà intellettuali altrui. Inoltre – aggiunge Casillo – sulle confezioni è ben chiarito l’uso ed il nome altrui soltanto per indicare il ‘gusto’, come un tempo avveniva per le bevande come il tè, cioè per indicare al consumatore qual è la fragranza che acquista». Sul caso della «Profumi e Profumi», che da qualche anno è costretta a elencare sulle confezioni una decina di sentenze di assoluzioni di tribunali e procure di mezz’Italia, potrebbe essere presto assegnata una tesi di laurea nell’ambito della stessa facoltà salernitana. Il lavoro di ricerca del Centro Studi, intanto, ha portato a importanti esposizioni e mostre monografiche travalicando i confini nazionali.





Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=5824