OPERAZIONE 'TITANIC': ARRESTATO RISTORATORE DEL CLAN LA TORRE
Data: Mercoledì, 12 aprile @ 19:59:22 CEST
Argomento: Cronaca




Derrate, vini, macchinari, arredi, di tutto e di più, per un controvalore superiore a nove milioni di euro in diciotto mesi, sono stati acquistati e mai pagati da un sodalizio criminoso stroncato nell'ambito dell'operazione "Titanic" illustrata oggi a Padova dagli agenti della Direzione investigativa antimafia. L'operazione che ha portato all'arresto di 11 persone è stata condotta nei giorni scorsi dagli uomini della Dia in collaborazione con carabinieri, polizia di Padova e Vicenza e Guardia di Finanza dei due capoluoghi veneti. Le aziende truffate sarebbero alcune centinaia. Tredici le ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal giudice per le indagini preliminari di Vicenza, Eloisa Pesenti, in gran parte eseguite nei giorni scorsi da polizia, fiamme gialle e carabinieri, assieme a 26 ordini di perquisizione domiciliare e quattro provvedimenti di sequestro, tra cui quelli relativi ai magazzini di Castel D'Ario (Mantova), Grisignano di Zocco (Vicenza) e Valvasone (Pordenone) dove l'organizzazione stoccava le merci acquistate per conto di due società con sede virtuale a Grantorto (Padova). Amministratore delle società, almeno nominalmente, è Pietro Priante, destinatario di custodia cautelare ma attualmente ricercato dagli uomini della Dia. A capo dell'associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla bancarotta fraudolenta, secondo gli investigatori coordinati dal procuratore Paolo Pecori ci sarebbe Michele Siciliano, capoclan camorrista attualmente in Scozia già colpito da due ordini di custodia cautelare per associazione di stampo camorristico. Intercettazioni telefoniche e ambientali e minuziose ricostruzioni documentali che hanno portato all'Eurofood sas di Pietro Priante poi diventata Eurofood Supplyer's la cui filiale di Valvasone è stata ieri posta sotto sequestro dopo l'irruzione degli uomini della Dia. Gli investigatori in diciotto mesi di indagini hanno stretto il cerchio attorno alle tredici persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare (11 quelle eseguite) ed hanno indagato altre 14 persone in tutta Italia. Semplice e articolato nel contempo il meccanismo escogitato che ruotava attorno a società operanti nel commercio all'ingrosso di alimenti e bevande già esistenti o create appositamente per dare corpo a un gruppo agro-alimentare fantasma che si qualificava attivo su scala internazionale. E il biglietto da visita presentato a clienti e istituti di credito risultava talmente accreditato da riuscire ad accaparrarsi ordini e finanziamenti con importi da capogiro. Ancora da eseguire le custodie cautelari indirizzate a Michele Siciliano, sospettato di essere il capo clan di Mondragone (Caserta), e attualmente cittadino scozzese residente da anni ad Aberdeen e quella in capo a Pietro Priante, 61 anni, formalmente residente a Vicenza, ma irreperibile, probabilmente espatriato in Ucraina. Il Gip ha chiesto la custodia cautelare in carcere per Arturo Salvatore Di Caprio, pluripregiudicato campano, 59 anni, sospettato di essere affiliato al clan camorristico dei casalesi, che si trovava già in carcere per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Arrestati anche Pasquale Romano (36 anni) e Salvatore Giugliano (47 anni) entrambi originari della provincia di Napoli. In carcere su ordine del Gip berico Antonietta Bifulco (49 anni) di Vicenza; Claudio Picco (46 anni) di Costabissara; Bruno Pietrosanto (55 anni) residente a Lenola (Lt) ma domiciliato a Bigarello (Mn); Rosalba Gasparini (38 anni) residente a Tito (Pz); Romeo Felitti (50 anni) residente a Vietri di Potenza (Pz); Marco Pressanto (49 anni) di Pordenone; Barnaba Gasparini (57 anni) di Villa D'Almé (Bergamo).(12 aprile 2006 - 19:58)





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