**LE LEGGI DI BERLUSCONI AD PERSONAM USATE DA PRODI**
Data: Venerdì, 07 aprile @ 19:59:29 CEST
Argomento: Lettere in Redazione


La sinistra dei furbi: Prodi ha donato ai figli 870mila euro esenti dal Fisco usando la legge di Berlusconi che adesso vuole abolire. Intanto il premier accusa i giudici: trame contro di me

(Da Libero di Venerdi 7 aprile 2006)

Mortadella pelosa che non sei altro, chiedi scusa agli italiani per favore, rifatti dare indietro dai figli le tue donazioni esentasse, se sei un po' coerente. E giura che se vinci ci paghi le imposte. Figuriamoci. Comunque vada, non mollerai una lira. Ma quelle che hai adoperato non erano leggi ad personam di Berlusconi fatte per sistemare i suoi cari? Invece hai provveduto a mettere a posto la tua prole. Perdonate l'invettiva da osteria, ma avevamo creduto anche noi alla storia del Professore bianco come un angioletto, con le idee storte, ma duro con se stesso fino a spolpare i propri figli con le tasse di successione. Balle. Questo qua è pronto a farle pagare alla vecchina che lascia l'appartamento di periferia a un figlio, ma a lui che importa? Ha già provveduto a evitare questa antipatica rogna delle imposte. Siamo passati dai furbetti del quartierino ai furbetti del cimitero, ma sì, parliamo dei sepolcri imbiancati. Quelli che caricano di pesi insopportabili gli altri, perché tanto loro hanno già messo a posto la roba. Questa è grossa, palpiamo il foglio e non riusciamo a crederci, vorremmo infilarlo sotto l'uscio di tutte le case, anche in quelle dei rifondaroli, i quali dovrebbero fargli la pelle a un capo così giuda. Di certo la notizia più ghiotta della campagna elettorale. Potrebbe - se pubblicizzata adeguatamente, ma staranno tutte zitte le tivù indurre gli indecisi ad essere molto decisi nel giramento di scatole contro Professore che li ha presi per i fondelli. Uno così, non può governare l'Italia. La storia è letteralmente questa, ed è stata rivelata, documenti alla mano, da una deputata bolognese di Forza Italia, Isabella Bertolini. Oggi "L'Informazione" di Reggio Emilia pubblica le carte notarili. È accaduto questo. Prodi ha i figli grandi, già sposati. E allora ha pensato di fargli un regalo. Ha venduto una casa per 870mila euro. La cifra ricavata l'ha distribuita alla sua discendenza. Noi pensiamo che sia una cosa normale, e che sia perfettamente equo che lo stato non frughi tra i risparmi di un genitore quando voglia trasmettere un po' di benessere agli eredi, anche se lo fa in vita. Berlusconi aveva ragionato proprio così, quando nel 2001 ha fatto approvare dal Parlamento questa legge che aveva annunciato in campagna elettorale che già dal 1997 aveva messo in agenda. Era per affermare una filosofia: un'idea della famiglia, sua superiorità rispetto allo Stato, il quale già tassa redditi, non si capisce perché debba carpire il frutto di una vita di lavoro da passare a quelli cui hai dato tuo nome. Buon senso. Prodi lo ha applicato a se stesso dopo averlo maledetto in pubblico come oltraggioso per i poveri. L'ufficio stampa di Prodi si è premurato di affermare che Prodi ha applicato la legge in vigore a se stesso. E fin qui siamo perfettamente d'accordo. Ma allora perché la vuole cambiare dopo che l'ha usata per se stesso? I prodiani si difendono. E spiegano: quando vinceremo applicheremo le tasse solo a chi ha patrimoni per «diversi milioni di euro». Bertinotti, che è sincero, aveva parlato di cifre fino a 350 milioni. Lo stesso Prodi dalla Annunziata era stato di questo avviso. Forse ha aggiustato la cifra quando ha intuito che qualcuno avrebbe messo legittimamente il naso nei suoi affari. Se avesse avuto l'onestà di rivelarla sua sponte, avremmo chiuso un occhio. Gli avremmo domandato perché quello che ritiene buono per sé, non debba valere per gli altri. Il fatto è che su questa storia lui ci ha ricamato una morale. L'idea della aristocrazia spirituale della propria parte politica rispetto a quella degli egoisti. Il Corriere della Sera, in un editoriale pomposo di Claudio Magris, ha stabilito l'abisso di immoralità in cui è cascato Berlusconi quando ha invitato gli elettori a non essere coglioni e a non andare contro i loro interessi. Questi qua di sinistra ci impartiscono sempre lezioni di etica mosaica ed evangelica. Stillano virtù dai loro petali candidi: non bisogna badare al "particulare" del Guicciardini ma al bene universale. Come invece fa Prodi. Ah sì? E come la mettiamo con questa furbata, per altro ammessa dallo stesso Professore? Ma va' là, ipocriti del menga. Sistemàti i vostri figli, volete penalizzare quelli della gente meno furba di voi. E poi finiamola con questa contrapposizione tra gli interessi individuali e quelli universali. Erano i comunisti ad affamare il popolo sottoposto alla loro dittatura in nome del radioso sol dell'avvenire. Si chiama realismo socialista. Noi la pensiamo diversamente. Il bene universale non coincide con il rigonfiamento dello Stato e neanche con il collettivo amorfo. Per noi, esistono interessi individuali che sono sacri, e che perciò sono universali, riguardano ogni famiglia. Conviene ad ogni genitore poter decidere, senza interferenze delle burocrazie vampiresche, sulla destinazione dei propri risparmi. L'interesse coincide in questo caso con un ideale di giustizia. Questa legge sulle donazioni non è una quisquilia. È stata al centro delle sfide tra il Cavaliere e il Professore, ci sono di mezzo due concezioni della società e dello Stato. Ora capiamo perché Mortadella è fuggito da ulteriori confronti. Sarebbe stato antipatico per lui vedersi sbattere sotto il naso le fotocopie di un atto pubblico, ma opportunamente tenuto nascosto, che ne ribalta la buona fede. Tutto questo ci mette un po' di tristezza. Si spera sempre che gli avversari politici siano un po' migliori di come li dipingiamo. Si sa, la propaganda impone di tratteggiare velenosamente l'antagonista. Ma questa storia ci offende. Se mai dovesse vincere, e dovesse cambiare la legge sulle donazioni, rinfacceremo sotto casa a Prodi questa sua vigliaccata. Quella di uno che fa il difensore dei poveri, e poi usa «la legge dei ricchi» per sistemare la prole. Anche solo per evitare questa fatica, conviene batterlo subito, rivincere le elezioni, e poi Prodi potrà fare in santa pace tutte le donazioni che vuole. Come le vecchine, con i loro appartamentini con i gerani.(Renato Farina)





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