CASERTA, NOGARO A 'LA REPUBBLICA': 'NON VOGLIO FAR CAPIRE DOVE VOTO'
Data: Sabato, 11 marzo @ 18:35:33 CET
Argomento: Politica




Caserta - Voterà anche lei? «Vorrei. Non ho deciso».
Sono le primarie del centrosinistra. Dicono che le abbia determinate lei.
«Non so se vado. Sa, un vescovo non deve far capire da quale parte sta...».
Risponde così, a conclusione dell'intervista apparsa oggi sull'edizione di Napoli de La Repubblica, il vescovo di Caserta mons. Raffaele Nogaro intervistato da Antonio Corbo. Di seguito, l'intervista integrale il cui finale ha lasciato un po' perplesso qualcuno...

da La Repubblica - Napoli - 11 marzo 2006 - di Antonio Corbo

Dicono che le primarie di Caserta siano state decise dal vescovo. Da lei, quindi. «Dicono così». Pentito, o se ne vanta? «Fui costretto a intervenire. Non avevo alcun interesse o voglia di incidere sulle scelte dei partiti. Non può cambiare niente uno come me. Un povero prete. Scandalizzato». Raffaele Nogaro si era chiuso in un preoccupato silenzio dopo l´ultimo appello ai politici. Intervenne secondo il suo stile: la violenza di parole che vanno dritto al cuore della gente. Arrivò da Udine 24 anni fa: otto a Sessa Aurunca, sedici a Caserta. I politici non lo amano. Lo temono. Forse perché nessuno di loro sa far politica come lui. «Un attimo, e le racconto tutto». È la prima intervista dopo le invettive di tre settimane fa. «Diffusi un appello. Si stavano accapigliando per le candidature. A destra e a sinistra. Un palese gioco di interessi. Nessuno che si proponesse come sindaco della gente. La città non aspetta un uomo di partito, un militante, ma un cittadino vicino ai tanti che qui vivono nel bisogno. Questa è una città intimorita dalle infiltrazioni di camorra e avvilita dalle nuove forme di povertà. Vi sono aziende in crisi, soprattutto nella zona di Marcianise. L´incertezza del lavoro è un spettro spaventoso per famiglie di operai e professionisti. Ricordo la protesta della Selfin, che ha perso molte commesse. L´ultimo giorno dell´anno riuscimmo a creare con sindacati, amministrazioni, chiesa un solo corpus di assistenza e di difesa dei lavoratori. Erano 150 sparsi in strada, furono salvati. Ho rispetto per gli imprenditori ma a volte il loro interesse è brutale nelle scelte, nessuno pensa alla ricaduta sui lavoratori. Sia per il lavoro che per gli immigrati mi rivolgo a De Franciscis, presidente della Provincia. Non tutte le amministrazioni ascoltano. Per fortuna è arrivato un buon questore, Mario Papa». Dedica molto tempo ai lavoratori. «Sono due, tre volte a settimana tra loro. Aumentano le sacche di nuova povertà. Ecco perché spero che il nuovo sindaco si occupi di loro. La gente, me compreso, pensa che il problema sia trascurato. Se non è eletto un sindaco che abbia spirito di servizio, regredisce la civitas. Che si abbia pietà per Caserta, città senza identità. Dove sono i suoi politici? La provincia, un milione di abitanti, è schiavizzata da Napoli, persino nelle nomine Asl. Quale partecipazione può mostrare chi viene da fuori?» Il tema di Caserta senza identità lo irrita. E si scaglia contro Mastella. «Ho letto che sostiene un candidato. Candidato che può essere anche bravo. Ma perché un politico beneventano deve dire ai casertani per chi votare? Viene meno il concetto di primarie: è la gente che sceglie il suo sindaco. Lo trovo scandaloso. Brutale nei confronti di una città che deve realizzare la sua identità attraverso la libertà di scegliere almeno il suo sindaco». Quello ideale qual è? «Un uomo libero e di coscienza. Un uomo di fede che promuova il bene dei cittadini. Attenti: la fede non è superbia, ma amore per la vita. Fede è capacità imprenditoriale che rispetti l´uomo. Imprenditoria spirituale. Da sempre mi batto per una rivoluzione culturale. Ho lottato per l´università. Ma divisa in vari posti. È ghettizzato quindi il sapere. Prestammo anche le parrocchie come sedi di facoltà. Non siamo riusciti a darle un nome suo. È ancora la "Seconda università di Napoli". Quindici stanze offerte, ma il rettorato non è ancora a Caserta, né è venuto il rettore, come mi aveva promesso. I politici non vogliono l´Università a Caserta». Riflette: «Nelle liste vi sono presenze della camorra. Lo dissi. Nessuno mi ha risposto. E le cave? La città è ferita. Quel pulviscolo, poi. Prendete Massa Carrara: estrae dalle cave, ma il centro è ben protetto». Fa discutere il futuro del Macrico. Speculazione edilizia o parco? «Parco verde e pubblico. A Caserta non c´è verde. La Regione si è impegnata. Il nuovo sindaco dovrà battersi per questo. Guardi quel cartello con quello slogan sul parco che i bambini aspettano. Non a caso è nella mia stanza». Voterà anche lei? «Vorrei. Non ho deciso». Sono le primarie del centrosinistra. Dicono che le abbia determinate lei. «Non so se vado. Sa, un vescovo non deve far capire da quale parte sta...».





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