ELEZIONI: MA LA SINISTRA NON VOLEVA CANDIDARE SOLO GLI 'INTEGRI'?
Data: Venerdì, 03 marzo @ 18:00:54 CET
Argomento: Lettere in Redazione


Approfittiamo di una lettera del sammaritano professor Silvio Lugnano (docente di criminologia Suor Orsola Benincasa) pubblicata oggi sul Corriere del Mezzogiorno e di una notizia proveniente da Roma su una decisione della Cassazione sul caso Cirino Pomicino, per riproporre quanto si era detto a Sinistra alcune settimane fa a proposito di candidature imbarazzanti



Ho voluto attendere la formale presentazione delle liste perché la mia incredulità si trasformasse in indignazione. Sì, per fortuna mi indigno ancora. La candidatura ( con sicura elezione) di Vincenzo De Luca nella lista dell'Ulivo nel collegio di Campania 2, è stata assolutamente trascurata dal dibattito, pur vivacissimo, sulle varie candidature che ha occupato molto spazio sui giornali campani. Eppure è quella che avrebbe dovuto suscitare le maggiori reazioni, almeno da quel cosiddetto popolo della sinistra a cui mi sento di appartenere, essendo stato l'onorevole De Luca destinatario di una richiesta di un provvedimento di custodia cautelare da parte della Procura della Repubblica di Salerno, per fatti riguardanti l'attività amministrativa di quella città. Se il pm ha ritenuto non solo di chiedere l'arresto, ma di fronte al diniego del gip ha fatto appello insistendo nella richiesta, ha raccolto elementi tali da suffragare tale atto. La magistratura merita rispetto sempre, non solo quando conviene. De Luca non ha avvertito la sensibilità di farsi da parte. Ma neanche le direzioni regionale e nazionale dei Ds hanno fatto nulla perché si impedisse questa inopportuna candidatura. De Luca, prima di votarsi anima e corpo al riformismo, è stato custode della più rigida ortodossia, quando reggeva le sorti della Federazione del Pci di Salerno e non brillava certo per garantismo. Brutta pagina per chi chiudendo con il passato dovrebbe cercare almeno di non chiudere con la mai troppo rimpianta berlingueriana « questione morale ». (Silvio Lugnano - 3 marzo 2006 / 17:59)

Corte Conti, per Cassazione trasgressioni di Pomicino

L'europarlamentare Paolo Cirino Pomicino - da poco candidatosi a sindaco di Napoli - ha perso in Cassazione la sua battaglia contro la Procura della Corte dei Conti della Campania che vuole da lui più di un milione e mezzo di euro come risarcimento del "danno all'immagine delle istituzioni dello Stato", causato dall'aver accettato "contributi illeciti" - dal 1987 al 1992 - dalle imprese della 'Metropolitana di Napoli' quando era deputato, della 'Prima Repubblica', e presidente della Commissione Bilancio. In particolare, la Suprema Corte - con la sentenza 4582 depositata ieri - ha 'bocciato' il ricorso con il quale Cirino Pomicino contestava la "giurisdizione della Corte dei Conti per richieste risarcitorie nei confronti di parlamentari in relazione all'attività espletata". Gli 'ermellini' gli hanno risposto che i quattro miliardi di vecchie lire da lui percepiti come "contributi indebiti" hanno prodotto un "irrimediabile danno in pregiudizio del prestigio e del decoro del Parlamento, cui apparteneva, e dello Stato-Comunità che rappresentava". Inoltre, la Suprema Corte ha ricordato che Cirino Pomicino "non ha posto in essere esclusivamente un comportamento doloso attivo - percezione di contributi illeciti - ma anche uno omissivo, gravemente colposo, per non aver denunciato i fatti penalmente rilevanti, di sua diretta conoscenza, poiché il dovere di denuncia si sarebbe risolto in autodenuncia". In sostanza, le "condotte" dell'ex ministro democristiano - ora nella nuova Dc di Gianfranco Rotondi - "risultano gravemente trasgressive dei più elementari doveri di fedeltà di ogni pubblico agente, di quel dovere ciò che più di ogni altro fa capo ad un rappresentante eletto dal Popolo Italiano". Ad avviso della Cassazione è indiscutibile che ci sia stato un "rapporto di servizio tra il parlamentare e lo Stato", e tanto basta per confermare la piena giurisdizione della Corte dei Conti. Adesso - a seguito di questa decisione delle Sezioni Unite di Piazza Cavour - potrà continuare il giudizio contabile. Per questi stessi fatti - ricorda la Cassazione - Cirino Pomicino è stato prosciolto, in primo grado, "stante la delibera di insindacabilità della Camera", per i reati di corruzione e abuso di ufficio. In appello venne, invece, pronunciato il proscioglimento per "prescrizione" inerente la condanna per "illecito finanziamento ai partiti". (3 marzo 2006-17:59)





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