CASO LIBRO HITLER IN LICEO A ROMA: DEPORTATO DI CASERTA CONTESTA PROF.
Data: Venerdì, 17 febbraio @ 22:26:20 CET
Argomento: Cittadini e Giustizia




"La professoressa dice che la storia non si fa con le emozioni...ma ci sono dei fatti che non possono essere messi nel dimenticatoio, sono talmente enormi... se non si risveglia qualche emozione, il ricordo scompare". Vincenzo Colella, che era sottotenente a Caserta dopo l'8 settembre quando disobbedì all'ordine di consegnarsi ai nazisti e fu per questo deportato a Mathausen, dove rimase 24 mesi e uscì che pesava 34 kg, oggi non ammette l'oblio e non capisce perché La professoressa del "Lucrezio Caro" che ha scelto di far leggere agli studenti "Conversazioni segrete con Hitler" di Martin Bormann, non avrebbe voluto in classe un ex deportato. Ricordando come quei fatti della storia , vissuti quando aveva 28 anni avevano segnato la sua vita, stamani scuoteva la testa, davanti al liceo. Poi, così in strada, ha cominciato a raccontare, prima rivolgendosi solo alla mamma di un' alunna, poi a un capannello di persone che piano piano gli si e ' formato intorno. Ha parlato dei tre giorni di terribili interrogatori che subi' a via Tasso, dove a un certo punto nella sua cella arrivò anche Giuseppe Saragat, "che all'inizio venne guardato con sospetto dagli altri detenuti, perché parlava in tedesco con i nazisti, ma poi si scoprì che conosceva Sandro Pertini che era detenuto in una cella vicina. Allora- ha proseguito l'ex sottotenente - diventammo amici e, per passare il tempo, in cella, mi spiegava la matematica e forse ci sono ancora le formule sulle pareti". Raccontava anche della sua delusione quando gli americani, al momento della liberazione in un primo momento, saputo che lui era italiano, l'avevano rinchiuso in cella insieme a un tedesco. Ormai ha quasi 90 anni che porta orgogliosamente, solo appoggiandosi ad un bastone. Oggi aveva saputo che gli studenti avrebbero incontrato il suo amico Piero Terracina e ha colto l'occasione per riabbracciarlo"."Ci siamo conosciuti nel 1975 -ha raccontato ai giornalisti - quando l'Aned ha organizzato un'assemblea e ci ha riunito tutti e così poco alla volta abbiamo trovato la forza di raccontare" . In un primo tempo era rimasto fuori i cancelli della scuola, poi è uscito il vicepreside e lo ha accompagnato a salutare Terracina, che era ancora nell'aula magna dell'istituto con i ragazzi. Congedandosi dai giornalisti che gli avevano chiesto di commentare le scritte che si sono viste recentemente allo stadio, ha detto solo : "io considero questi giovani degli irresponsabili, loro e chi li usa: chi espone una svastica o non sa o è in malafede".(17 febbraio 2006-22:25)





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