ANCHE A CASERTA LA CASTA DEI NOTAI: PRIVILEGI, CASE HOLLYWOODIANE E YACHT
Data: Venerdì, 10 febbraio @ 14:47:08 CET
Argomento: Cittadini e Giustizia


Alzano appena la testa per guardare in faccia i clienti-contraenti (a volte non li vedi neppure), sono impegnati in tante attività economiche (come qualche caso nel Casetano, tramite figli e affini), conducono una vita frenetica con stile opulento: case hollywoodiane, yacht lussuosi e delle auto non ne parliamo. Anche in provincia di Caserta si avverte - tranne rarissimi casi - il distacco dal cittadino della figura del notaio come consigliere familiare. Ora si lamentano perchè il centrod-destra ha tolto la competenza sugli autoveicoli, affievolito il ruolo nelle procedure esecutive, aumentato la tassazione degli immobili, ridotto gli onorari. Tutto a favore del cittadino. Sull'argomento, un interessante articolo di Beppe Svergnini.



E ssere figlio di un notaio dà qualche vantaggio. Uno — non il più evidente — è questo: in casa girano pubblicazioni che, diciamo, la gente non si strappa di mano nei bar. È il caso de Il Notaro, «periodico quindicinale di libera discussione e organo della classe notarile». Nelle pagine interne s'affrontano argomenti eccitanti come «Il consenso rilasciato dall'amministratore del condominio è titolo idoneo per la cancellazione di ipoteca giudiziale iscritta per crediti condominiali». In prima pagina si trovano temi più sobri e altrettanto interessanti. Per esempio, «Promemoria per una categoria nel mirino». Il commento è di Giuliana Bartolini, Consigliere Nazionale e componente del Consiglio Notarile di Roma. La notaia protesta. Sostiene che il governo «sta producendo una quantità industriale di misure elettoralistiche» (ha tolto la competenza sugli autoveicoli, affievolito il ruolo nelle procedure esecutive, aumentato la tassazione degli immobili, ridotto gli onorari). Poi aggiunge: «Siamo per tradizione e per vocazione una categoria di moderati (...). Molti di noi (verosimilmente la maggioranza) hanno a suo tempo espresso tale orientamento anche nella scelta politica. Ma è servito a poco». Traduzione, se ho capito bene: «Abbiamo votato il centro- destra, e ci trattate così?!». Beh, cara Bartolini: pensate andrà meglio, col centro-sinistra? Siete obiettivi perfetti per qualsiasi governo, di questi tempi: siete pochi (5.000 scarsi), guadagnate molto, e rappresentate il contrappeso ideale per ogni misura impopolare. Quindi, preparatevi. Potete farlo. Voi notai — continuo tema di discussione con mio padre, battagliero 89enne — avete buone carte in mano, nella confusa partita nazionale: ma spesso — posso dirlo? — giocate quelle sbagliate. Nella terra del pressappoco, siete tra i professionisti più preparati e affidabili. I vostri concorsi sembrano onesti. E restate indispensabili, non foss'altro perché garantite il risultato della prestazione (se le compravendite avessero i tempi del processo civile, staremmo freschi). Ma un'autocritica sarebbe opportuna. Perché i notai sono sotto tiro? Perché le 53 lettere sul notariato giunte al forum «Italians» — un ritrovo di giovani intelligenti, non di sovversivi — sono tutte critiche verso la categoria (e il sottoscritto, se prova a spiegarne l'importanza, si becca accidenti da tutti, utenti furiosi e notai permalosi)? Risposta: perché alcuni notai — colpa dei computer? — sono diventati frenetici, e hanno scordato quel ruolo paziente di «consiglieri familiari» che giustificava certi redditi. Troppi, oggi, sono «macchine da rogito»: alzano appena la testa per guardare i contraenti. C'è chi traffica con le agenzie immobiliari per accaparrarsi il lavoro. Alcuni hanno stili di vita sfacciatamente opulenti: macchinoni stile Hollywood, barche esagerate, eccetera. Trent'anni fa era diverso. Ed era diversa, non a caso, la considerazione pubblica della categoria. I notai non devono atteggiarsi a vergini offese. Devono invece rallentare e riflettere. Alcuni l'hanno fatto. Il presidente del Consiglio nazionale Paolo Piccoli — che, mi dicono, ha schivato il giornalismo come io ho rischiato il notariato — ha scritto: «Occorre la coscienza che maggiori privilegi comportano maggiori responsabilità. Occorrono orgoglio della funzione, umiltà nella professione, disponibilità verso i clienti. I pericoli, oggi, sono l'autoreferenzialità e l'arroccamento». Concordo, e aggiungo: l'utilità sociale è il terreno su cui la categoria si gioca tutto. L'avversario dei notai non è un governo, ma il futuro. (Beppe Severgnini - Corriere della Sera - 9 feb 06)





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