AVERSA (CASERTA): DECISIONE TAR SU RICHIESTA EX BOSS PENTITO
Data: Giovedì, 26 gennaio @ 19:47:22 CET
Argomento: Giudiziaria




In un caso la richiesta di revoca della decisione con la quale è stata disposta l'esclusione dal programma di protezione; in un altro la revoca del provvedimento con il quale è stata respinta la richiesta di corresponsione arretrata di contributi economici alla famiglia dal mese di luglio 2004. Due collaboratori di giustizia si sono rivolti al Tar del Lazio con due distinti ricorsi che hanno un denominatore comune: problemi sorti durante il periodo di loro impegno in aiuto all'autorità giudiziaria. L'ex boss di Aversa Carmine Di Girolamo, collaboratore dal 1996, ha chiesto a giudici della I sezione ter del Tribunale amministrativo del Lazio di annullare il provvedimento con cui é stato revocato il programma di protezione nei suoi confronti, dopo essere stato accusato di avere commesso alcuni reati, tra i quali evasione, procurata evasione ed estorsione. Oggi, in sede di udienza pubblica, i suoi legali hanno sollecitato l'accoglimento del ricorso segnalando che per le vicende penali in contestazione, nelle more della decisione del Tar, c' è già stata una sentenza di assoluzione per lo stesso Di Girolamo. I giudici avranno adesso sette giorni di tempo per emettere il dispositivo della sentenza, nell'ambito di una storia per la quale già il 27 ottobre scorso avevano disposto la sospensione dell'efficacia del provvedimento di revoca del programma di protezione. Diversa la vicenda che ha visto oggi i giudici amministrativi incaricati di decidere sul ricorso proposto dal collaboratore di giustizia calabrese Antonio Cicciù. L'uomo, originario di Cariati, si vide revocato nel 2004 il programma di protezione in quanto, dopo alcune intercettazioni, fu indicato come detentore di armi e trafficante di droga. Anche in questo caso, Cicciù, dopo ulteriori accertamenti, fu ritenuto dagli inquirenti estraneo ai fatti. Il periodo trascorso tra la revoca del programma di protezione e la sua riammissione poi stabilita dal Tar portò a una situazione familiare di cui adesso Cicciù ha chiesto ai giudici di occuparsi: la non corresponsione dei contributi economici dal mese di luglio 2004 ai familiari, i quali rifiutarono di spostarsi di sede per motivi di sicurezza. Per quanto riguarda questo ricorso, oggi i giudici hanno disposto il rinvio della discussione al prossimo 23 marzo.(26 gennaio 2006-19:47)





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