CASERTA, PRONTO A VENDERE UN RENE PER PAGARE GLI STROZZINI. ARRESTI
Data: Lunedì, 06 giugno @ 21:09:29 CEST
Argomento: Cronaca




Ai suoi aguzzini aveva detto che era pronto a vendere un rene pur di pagare i debiti ma nella casa di cura di Vallo della Lucania (Salerno) dove l'uomo stava per ricoverarsi e dove doveva avvenire la consegna di 23mila euro, presunto provento della vendita dell'organo, gli estorsori hanno trovato ad attenderli i carabinieri dei Nas i quali hanno impedito l'esecuzione del prelievo dell'organo. Una vicenda ancora da chiarire del tutto quella che ha per protagonista un uomo di origini casertane e sulla quale gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Di certo c'é - per ammissione degli stessi inquirenti - che in questa vicenda non esiste alcun acquirente. E che in ogni caso il proposito dell'uomo non sarebbe stato realizzabile, dato che in Italia non sono possibili i trapianti clandestini di organi prelevati sia da viventi che da cadavere. A impedire la compravendita di organi, come ha detto il responsabile del centro nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa, è "la rete di tracciabilità" che garantisce la provenienza degli organi e che permette di controllare la storia clinica dei pazienti. Se anche qualcuno volesse mettere in vendita un rene, come nella vicenda di Vallo della Lucania, "il sistema rigidissimo esistente in Italia" avrebbe impedito la realizzazione di un simile progetto. La trappola per i due strozzini è scattata di buon'ora, alle 7.30, quando i carabinieri del Nas di Salerno su ordine della procura di Vallo delle Lucania, si sono presentati in una clinica privata del posto arrestando con l'accusa di estorsione ed usura aggravata due persone di cui sono state rese note soltanto le iniziali, una donna M. A., di 71 anni, e un uomo M. M. di 52 anni, anch'essi di origini casertane, arrestati mentre ricevevano dalla vittima la somma di 23mila euro. La vittima dell'estorsione, un uomo di origine casertane, da quanto si apprende da fonti investigative, si era ricoverato questa mattina nella casa di cura privata - la cui estraneità alla vicenda è stata sottolineata dagli inquirenti - con la volontà dichiarata di sottoporsi ad un prelievo di rene. L'indagine ha preso il via dall'operazione "Oasis Connection", vicenda nella quale furono coinvolte alcune aziende che producevano olio sofisticato nel territorio Cilentano, nell'area del Casertano e nel Nord Italia e nella quale la stessa vittima dell'usura risulta coindagato casertasette L'inchiesta condotta alcuni mesi fa dalla Procura di Vallo della Lucania portò alla scoperta di olio che aveva soltanto l'etichetta di extravergine, ma in realtà era costituito da miscele di olio di semi. E' all'interno di questa indagine che sono emersi alcuni casi di usura. "Tra questi - ha precisato oggi in una conferenza stampa il procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco - anche il caso di una persona originaria di Caserta che questa mattina, perché oppresso dalle richieste ricattatorie di due usurai si é fatto ricoverare presso una clinica privata di Vallo della Lucania per farsi asportare un rene. Solo grazie al tempismo dei Nas di Salerno ha evitato l'intervento". "All'operazione - ha aggiunto il magistrato - hanno partecipato anche numerosi uomini dei Nas, travestiti da infermieri e medici, che all'interno della struttura hanno controllato gli spostamenti della vittima e dei due usurai". "Non tutti i particolari dell'operazione possono però essere spiegati in quanto vi è una indagine in corso" è stata la risposta del magistrato alle domande sulla provenienza dei soldi, i 23.000 euro che la vittima stava consegnando ai suoi estorsori, e sulla particolarità di un espianto senza acquirenti (gli esperti affermano che nelle strutture accreditate l'individuazione di un donatore è contestuale a quella di un ricevente visto che tutta l'operazione, prelievo e impianto, deve avvenire entro 12 ore, per non perdere la funzionalità dell'organo). Mentre da altre fonti investigative si sottolinea come l'intervento dei carabinieri sia giunto in una fase ancora embrionale del progetto, il procuratore Greco non ha confermato l'ipotesi che dietro il tentativo di espianto vi possa essere una organizzazione criminale dedita al traffico di organi.





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