CASERTA, FINI' IN COMA DOPO MATCH: PERUGINO CHIEDE DANNI A SOCIETA' DI MILANO
Data: Sabato, 04 giugno @ 17:29:57 CEST
Argomento: Sport




È stato olimpionico ad Atlanta, campione mondiale dei pesi medi e ha lottato contro la morte appena dopo aver battuto l’argentino Orlando Javier Acuna sul ring di Bormio nel febbraio del 2003. L’incontro era terminato attorno le 22: tre ore più tardi, Antonio Perugino era entrato in coma in seguito ai colpi ricevuti dal sudamericano. Ora, a distanza di due anni da quell’incontro che lo ha costretto a lasciare la boxe, il pugile professionista trentunenne nativo di San Prisco si ritrova a casa con una manciata di spiccioli (poche migliaia di euro) pagati dall’assicurazione, senza lavoro e senza prospettive. Ma la sua battaglia legale contro i poteri forti della boxe fa registrare il primo round a suo favore. La Federboxe, infatti, ha accolto la richiesta del suo legale, l’avvocato Antonio Cassino, e lo ha autorizzato ad agire in tribunale (quello ordinario) contro la «Opi 2000», la società professionistica per la quale combatteva, citata in giudizio davanti al Palazzo di Giustizia di Sondrio che dovrà decidere il giusto risarcimento per l’atleta casertano. La «Opi 2000», che fa capo a Salvatore Cherchi ed ha sede a Milano, come tante società professionistiche di boxe - spiega il legale di Perugino - stipulano polizze assicurative al risparmio che però non garantiscono gli atleti in caso di infortunio.





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