ROGO MONTE BIANCO: A PROCESSO ANCHE FAMILIARI VITTIMA DI CASERTA
Data: Giovedì, 21 aprile @ 20:22:16 CEST
Argomento: Cronaca




Reclamano e invocano giustizia gli avvocati di parte civile che rappresentano i familiari delle 16 vittime italiane del rogo del traforo del Monte Bianco, avvenuto il 24 marzo 1999 e che provocò 39 morti. I legali hanno preso la parola oggi pomeriggio, nel corso del processo che è in corso di svolgimento a Bonneville (Alta Savoia), raccontando le storie e la drammatica morte di alcune delle vittime. "Stavano ritornando dopo una visita dal dentista a Chamonix - ha spiegato l' avvocato Bousquet (che rappresenta i familiari di Maurilio Bovard, della figlia Katia, della moglie Nadia Pascal e del fratello di lei Walter, tutti residenti in Valle d' Aosta) - e sono entrati nel tunnel alle 10,52. Si sono fermati a 400 metri dal tir incendiatosi, hanno cercato di fare marciaindietro, poi si sono fermati, forse per aspettare i soccorsi. Sono morti per asfissia. I parenti hanno saputo solo alla sera dell' incendio nel tunnel, non hanno avuto alcuna informazione dalle autorità, hanno dovuto passare ora di angoscia prima di sapere che erano tra i dispersi nella galleria. Ora continuano a credere nella Giustizia, ma confessano di nutrire dei dubbi". "Ernesto Gastini aveva 47 anni, una figlia, era separato, viveva da 12 anni con Anna Maria Tonegutti ad Ivrea - ha spiegato l' avvocato Caillat-Depocas - e stava attraversando il tunnel per lavoro con il camion. Era entrato alle 10,53. Quando ha visto il fumo è rimasto seduto nel tir, di lui sono rimasti solo alcuni frammenti ossei. La compagna non ha voluto dire nulla nel corso del processo, ha solo chiesto che venisse proiettata la foto di Ernesto sul maxischermo. Anche per lei, che non aveva la fede al dito, è giunto il momento di fare giustizia". Per i parenti di Franco Viscogliosi e della moglie Irma Di Piero, di 61 e 60 anni, di Isola del Liri (Frosinone), é intervenuto l' avvocato Metaxas, sottilineando che "per la famiglia questo è ancora un argomento tabù". "Con loro è morta - ha aggiunto il legale - anche un' amica francese. Le due donne sono state trovate abbracciate sul marciapiedi, una aveva in mano un ciondolo, Franco Viscogliosi era sdraiato a 50 centimetri. Tutti e tre si trovavano a pochi metri dal rifugio 18 e dalla salvezza. La loro famiglia è stata privata anche del lutto". "Giuseppe Vessella aveva 51 anni, viveva a Caserta - ha raccontato l' avvocato Ricchi - e da qualche anno era tornato a lavorare come camionista: la moglie Diana e i loro due figli quel giorno e in quelli successivi hanno atteso la sua telefonata che non è mai arrivata. Lei ha contattato autorità italiane e francesi, ma solo dopo otto giorni ha saputo che il marito era dentro il tunnel. Si è guadagnato il paradiso passando per un inferno causato da noncuranza e negligenza. La sua famiglia si aspetta una sentenza severa che non farà terminare il lutto ma sarà l' inizio della pace". La Società Italiana Traforo del Monte Bianco ha già indennizzato i familiari delle vittime mettendo a disposizione 13 milioni di euro. Gli indennizzi variano da un massimo di 200.000 euro ad un minimo di 20.000.





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