CASERTA, ROMENE SEQUESTRATE A CASTELVOLTURNO: OPERAZIONE GDF TRENTO
Data: Giovedì, 17 marzo @ 14:35:44 CET
Argomento: Cronaca




La Guardia di Finanza, dopo indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento, ha scoperto tre presunte organizzazioni di albanesi operanti nel nord Italia che, dietro un traffico di immigrazione clandestina, avrebbero organizzato una tratta di ragazze romene e moldave, alcune minorenni, ridotte in schiavitù e dopo minacce e violenza avviate alla prostituzione. Tredici presunti appartamenti alle bande, 12 albanesi e un romeno, sono stati arrestati in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare firmate dal sostituto procuratore Davide Ognibene, altre due persone sono ricercate. Durante l' operazione - condotta a Bolzano, Treviso, Crema (Cremona), Massa Carrara e Castel Volturno (Caserta) - i finanzieri hanno liberato tre donne romene dalla loro situazione di sfruttamento e hanno effettuato una ventina di perquisizioni domiciliari che hanno consentito di sequestrare passaporti, carte d' identità e permessi di soggiorno contraffatti e telefoni cellulari. Le indagini sono partite alla fine del 2004 da una serie di controlli alla frontiera del Brennero. Successivamente gli inquirenti sono riusciti ad individuare due studentesse romene di 16 e 17 anni, già reclutate dall' organizzazione, le quali hanno cominciato a collaborare con le forze dell' ordine consentendo di fare luce sull' organigramma dele tre presunte organizzazioni criminali. Le ragazze hanno raccontato di essere state acquistate in Romania da un protettore locale per circa 250 euro ciascuna, dopo una vera e propria asta, quindi sono finite nelle mani di un altro romeno e successivamente rivendute per circa 2.500 euro agli albanesi operanti in Italia, i quali le hanno iniziate a sfruttare dopo minacce e violenze. Da ulteriori indagini, gli inquirenti hanno accertato che le donne, lasciate le loro città d' origine con la promessa di un posto di lavoro in Italia, venivano scortate fino alla frontiera Brennero e quindi consegnate allo sfruttatore albanese. La prima delle tre organizzazioni nata già nell' ottobre 2004 a Bolzano, operava in provincia di Verona dove le donne venivano fatte prostituire. Una seconda banda operava in provincia di Treviso, una terza in Liguria, Veneto e Piemonte. Ogni donna, che aveva dai 10 ai 20 clienti al giorno, riusciva a raccogliere almeno 20 mila euro al mese, soldi che venivano inviati all' estero dalle organizzazioni criminali. E proprio sull' eventuale reinvestimento di questi capitali si stanno ora concentrando le indagini della Guardia di Finanza.





Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=3274