CAMORRA, EURISPES: IN PROVINCIA DI CASERTA 57 OMICIDI DAL 1999 AL 2003
Data: Venerdė, 28 gennaio @ 14:29:02 CET
Argomento: Cronaca




Tra il 1999 e il 2003, rileva l'Eurispes, in Italia si sono verificati 666 omicidi per motivi di mafia, camorra o 'ndrangheta, ma solo in Campania sono stati 311, ovvero il 46,7% del dato complessivo nazionale. A seguire la Calabria (21,6%), dove gli omicidi legati a motivi di 'ndrangheta sono stati 144; infine la Puglia e la Sicilia rispettivamente con 108 e 89 omicidi. NAPOLI, RECORD DI OMICIDI - A livello provinciale il territorio che fa registrare il pių alto numero di omicidi per mafia č quello partenopeo: ben 234 morti in soli cinque anni. Segue in graduatoria un'altra provincia campana, Caserta, in cui, nel periodo in esame, sono state accertate 57 morti per motivi di camorra. Consistente anche il dato riferito alla Puglia, con 46 omicidi a Foggia e 38 a Bari, e in Calabria, dove la provincia di Reggio Calabria fa registrare 43 omicidi. DISTRIBUZIONE DEI REATI - Ancora una volta la provincia di Napoli, con 49.270 casi, č il territorio che registra il maggior numero di denunce per reati assimilabili alle associazioni mafiose, pari al 43,7% del totale dei reati commessi nelle 24 province considerate 'a rischio'. Seguono, a notevole distanza, la provincia di Taranto con 8.241 denunce (7,3%), e Bari con 8.042 denunce (7,1%). Chiudono la classifica le province di Crotone ed Enna, rispettivamente con 589 e 325 denunce per reati di tipo mafioso. In media, nei 24 territori provinciali ad 'alto rischio', in ciascun anno del periodo considerato, si sono consumati circa 166 crimini mafiosi ogni 100.000 abitanti. A guidare questa triste classifica troviamo anche in questo caso la provincia di Napoli, con 397 reati ogni 100.000 abitanti. A seguire Taranto (350,8), Brindisi (228,5) e Caserta con 166,8 reati denunciati. Chiudono la classifica due province siciliane, Enna e Agrigento, rispettivamente con 45,1 e 41 reati mafiosi ogni 100.000 abitanti. SEQUESTRATI BENI PER 3 MLD E 800 MLN EURO - Nel periodo compreso tra il 1992 e il primo semestre del 2004, le Forze di polizia hanno complessivamente sequestrato e confiscato beni alle diverse organizzazioni per un valore pari a oltre 3 miliardi e 800 milioni di euro. La perdita di patrimoni da parte della camorra č quasi tre volte superiore a quella registrata per la mafia. La sacra corona unita, con circa 164 milioni di euro tra valori confiscati e sequestrati, si colloca al terzo posto, seguita dalla 'ndrangheta. 100 MILIARDI EURO GIRO D'AFFARI MAFIA - Ammonta a quasi 100 miliardi di euro il giro d'affari delle 'quattro cupole' italiane previsto dall'Eurispes per il 2004. Un fatturato fuorilegge pari al 9,5% del Prodotto interno lordo stimato, per l'anno in esame, in circa 1.052 miliardi di euro. Il settore pių remunerativo resta quello del traffico di droga, che determinerebbe introiti per 59.022 milioni di euro. Tra i maggiori proventi si confermano quelli legati all'ambito degli appalti dei lavori pubblici e delle imprese (17.520 milioni di euro, con molti imprenditori che "considerano il pagamento della tangente una ineludibile voce passiva di bilancio"), estorsione ed usura (13.520), prostituzione (5.104) e traffico di armi (4.774). Continua, anche per il 2004, il primato della 'ndrangheta principalmente per gli affari legati al traffico di droga (22.340 milioni di euro), seguita da cosa nostra (18.224), camorra (16.459) e sacra corona unita (1.999). Sul fronte della impresa (appalti pubblici truccati e compartecipazione in casertasette imprese in genere) e' cosa nostra ad avere la leadership, con un fatturato di 6.468 milioni di euro, seguita da camorra (5.878), 'ndrangheta (4.703) e sacra corona unita (471). Nell'usura a detenere il primato č la camorra, con un giro d'affari stimato, per il 2004, di 4.703 milioni di euro. Sulla prostituzione, invece, č la 'ndrangheta che ha il giro d'affari maggiore (2.352 milioni di euro), seguita da sacra corona unita (1.764), camorra (587) e cosa nostra (401). All'organizzazione calabrese il primato anche per il traffico delle armi, il cui giro d'affari complessivo č di 2.352 milioni di euro.





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