COMMERCIO ILLEGALE ANABOLIZZANTI: PERQUISITE FARMACIE DI CASERTA
Data: Venerdì, 05 novembre @ 18:35:51 CET
Argomento: Cronaca




Due persone sono state arrestate oggi dai carabinieri a Napoli nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di anabolizzanti. Gli investigatori hanno perquisito anche diverse farmacie delle province di Napoli e di Caserta dove sarebbe stato acquistato nei mesi scorsi un ingente quantitativo di farmaci. Agli arresti sono finiti un uomo di 38 anni, Pasquale Gonzales, e una donna di 41 anni, Maria Ricciardi. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip presso il tribunale di Napoli nell'ambito di un'inchiesta partita da tempo e che ha già portato all'emissione di provvedimenti nei confronti di altri indagati. Secondo quanto accertato dai militari il meccanismo era sempre lo stesso: l'acquirente si presentava con una ricetta medica ed un piano terapeutico falsamente intestati a soggetti malati di nanismo ipofisario per i quali il Servizio sanitario nazionale fornisce gratuitamente farmaci a base di ormoni della crescita. I carabinieri, nei mesi scorsi, hanno arrestato nel quartiere Posillipo in flagranza alcune persone che si erano procurati gli anabolizzanti ma l'attività di indagine non si è fermata. Così anche dall'analisi del materiale sequestrato è emersa la presenza di un un vero e proprio mercato parallelo per la vendita di anabolizzanti e per la fornitura a privati e palestre, nonché per lo smercio sui mercati esteri, tra cui Spagna e Grecia. I carabinieri della compagnia "Rione Traiano" hanno quindi accertato che ricette erano state compilate su moduli e ricettari rubati in bianco presso il distretto sanitario 46 di Soccavo (NA) e risultavano intestati a soggetti inesistenti. Nei casi in cui venivano segnati nomi reali si trattava di persone ignare della truffa. Ed anche i nomi dei medici sono risultati falsi. Per realizzare la truffa è stato utilizzato anche un programma informatico con il quale venivano falsificate le ricette. I farmaci una volta prelevati dalle farmacie venivano portati sempre con la stessa auto, una Fiat "Panda", in un box di via Nicolardi (nella zona dei Colli Aminei) che veniva utilizzato come deposito.





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