I CALZATURIERI DI CASERTA CHIEDONO DI ESSERE TRATTATI COME I LAVORATORI ALITALIA
Data: Sabato, 18 settembre @ 19:00:01 CEST
Argomento: Lavoro




Gli operatori che a Caserta si occupano della produzione delle calzature (sempre più costose) chiedono di essere trattati come i dipendenti dell'Alitalia. "Anche noi - dicono quelli dell'Associazione calzaturieri - abbiamo perso 6000 posti di lavoro". I prezzi delle scarpe, però, difficilmente ribassano. In un comunicato si spiega che "il settore calzaturiero subisce una variazione negativa (-2,2%) nell’ultimo periodo. Questo dato indica, in prospettiva, che anche il 2004 sara' un periodo non positivo per l'industria calzaturiera. A lanciare l'allarme e' l'indagine semestrale dell'A.N.C.I... “Nei primi sei mesi del 2004, la produzione e' calata del 4,9% in termini di volume rispetto allo stesso periodo 2003- segnala Pasquale Pisano, delegato Regione Campania CONFINDUSTRIA per il Sud dell’Associazione Nazionale Calzaturieri Italiani.- Un calo generalizzato che modifica significativamente le attese per una ripresa a breve termine. Sui mercati esteri, dati Istat riferiti ai primi 5 mesi 2004, si registra inoltre una riduzione nell'export italiano del 4,3% in quantita' e del 3,6% in valore. Al contrario, l'import e' in forte crescita: +21% in quantita' contro una riduzione del valore del 2,6%, con una caduta dei prezzi medi applicati prossima al 20%”. In aggiunta si sono registrate ancora flessioni nelle vendite in Germania (-4,5%) e Regno Unito (-13,8%), rispettivamente primo e quarto mercato di sbocco per i nostri operatori. Marcate flessioni hanno caratterizzato anche l'export verso tutti i principali mercati extra-Ue, a cominciare dall'area nordamericana (-10,7% in Usa e 19,4% in Canada), in cui ha influito la svalutazione del dollaro sull'Euro. Infine il calo del 14,4% in Giappone e del 18,8% in Russia completano un quadro del settore che ancora e' ben lontano dal potersi definire, dopo un triennio di forti difficolta', sulla strada della ripresa. Ad aggravare lo scenario concorrono i dati delle importazioni (+19,6%) e i continui ribassi (-19,5%) che segnalano una crescita inarrestabile dei Paesi concorrenti, perlopiu' asiatici. Indice puntato contro la Cina: ''Primo fornitore con quasi 70 milioni di paia, fa segnare un +42% in quantita', a fronte di un calo dei prezzi medi del 15% circa. Fra gennaio e marzo 2004 sono stati importanti in Italia 158 milioni di paia (27,4 milioni in piu' rispetto ai primi 5 mesi del 2003) per un valore di circa 1.035 milioni di euro”. Dati, questi, che si ripercuotono, inevitabilmente sul comparto italiano manifatturiero. Gravi le ripercussioni sul fronte dell'occupazione: dopo il -3,5% registrato a tutto 2003,il primo semestre 2004 ha visto un ulteriore calo del 4,9% (6 mila posti circa) nella forza lavoro impiegata nel settore. Un'emergenza che deve essere affrontata a livello comunitario. "E' una crisi paragonabile a quella Alitalia - ha spiegato Pisano- anche se meno visibile. Come A.N.C.I. CONFINDUSTRIA CAMPANIA abbiamo sottoposto una proposta di Regolamento che sancisca l'obbligatorieta' del marchio di origine per i prodotti extra-U.E.”.





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