CAMORRA: COMMINATO PRIMO ERGASTOLO A SANDOKAN
Data: Domenica, 11 luglio @ 16:24:17 CEST
Argomento: Cronaca




Dopo numerose assoluzioni, primo ergastolo per Francesco Schiavone, soprannominato 'Sandokan' arrestato nel 1998 dopo anni di latitanza ed ancora ritenuto il capo del clan camorristico dei Casalesi: l'omicidio compiuto 27 anni fa di un allevatore di bufale, Saverio Ianniello, è costato al boss il carcere a vita. La sentenza di condanna, dopo dieci ore di camera di consiglio, è stata emessa dalla Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Maria Rosaria Cosentino (giudice a latere Antonio Corbo). E' stata così accolta la richiesta del pm della Dda, Raffaele Marino. L'attività investigativa sul delitto fu riaperta sulla base di dichiarazione dei collaboratori di giustizia Giuseppe Pagano, Carmine Schiavone, cugino di Sandokan e Michelangelo D'Agostino, e di recente Augusto La Torre. Secondo l'accusa, l'agguato fu la risposta che i Casalesi diedero agli uomini della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo che tentavano di infiltrarsi nei loro affari. "E' la prima volta - ha spiegato il pm Raffaele Marino - che Francesco Schiavone viene riconosciuto colpevole di omicidio e condannato all'ergastolo avendo finora incassato numerose assoluzioni". "E' stata riconosciuta la bontà del lavoro investigativo, paziente ed attento, svolto dal '93 ad oggi'' ha aggiunto il magistrato dando merito al "grande lavoro fatto dalla Dia". Francesco Schiavone fu arrestato dopo sette anni di latitanza il 25 luglio del '98 nel rifugio bunker scavato sotto la sua villa di Casal di Principe, dove vennero trovate pistole e mitragliette. Dalla morte di Mario Iovine, a Cascais, in Portogallo, il 6 marzo del 91, Sandokan e' considerato, anche dopo l'arresto, il capo indiscusso del potente clan dei Casalesi che esercita la propria influenza non solo nel Casertano e nel basso Lazio, ma anche in regioni del Nord, come l'Emilia Romagna ed all'estero, in particolare Romania e Polonia, come testimonia l' arresto avvenuto nel marzo scorso in Romania del cugino ed omonimo del capoclan, Francesco Schiavone. Tra le attività illecite del clan, secondo gli investigatori, c'é lo smaltimento illegale dei rifiuti (anche tossici), le estorsioni ed il traffico di stupefacenti. L' organizzazione criminale è caratterizzata da una forte capacità di penetrazione nel sistema imprenditoriale, con l' imposizione sul mercato di proprie imprese e numerosi tentativi di inserimenti nei grandi appalti pubblici. Dopo l'arresto, Francesco Schiavone, accusato di detenzione di armi, è stato condannato in primo grado, ma quella emessa la scorsa notte, è stata la prima sentenza di condanna per omicidio.





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