DELITTO IMPRENDITORE GUARINO:PRESO SECONDO ALBANESE, CUGINO DEL PRIMO SOSPETTO
Data: Mercoledì, 14 marzo @ 10:45:36 CET
Argomento: Cronaca


Nella foto a sinistra la vittima, l'imprenditore Pasquale Guarino con Argit Turshilla e nella foto a destra Argit e il cugino Roland arrestato lo scorso ottobre e poi scarcerato dal Riesame
Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 13 marzo 2018 (Casertasette – Telexnews.it) - «Chi ha sbagliato deve pagare. Ho sempre creduto nella giustizia e, anche se c’è stata la delusione per la scarcerazione dell’altro indagato dopo 18 giorni di carcere, con questa notizia del secondo arresto ho avuto conferma che c’è un forte impegno della magistratura, dei carabinieri e di tutti quelli che stanno lavorando da tempo a questo caso». Commenta così (sulle pagine de Il Mattino) Lucia Cocoro - vedova di Pasquale Guarino, l’imprenditore agricolo ucciso due anni e mezzo fa - la cattura in Albania di Argit Turshilla, 26 anni, secondo sospettato di quella rapina sfociata in omicidio per il quale gli investigatori ritengono che sia l’esecutore materiale. Lucia, ancora provata per quanto le è accaduto, conosceva bene anche questo albanese. E’ infatti il cugino (non omonimo, come riferito da qualche altra fonte di informazione) dell’altro indagato, Roland Trushilla (che oggi è libero e lavora presso il mercato ortofrutticolo di San Tammaro) entrambi aiutati dal marito in più occasioni. Solo che l’arrestato di ieri, a differenza di Roland, aveva frequentato l’azienda agricola sammaritana alcuni mesi prima. «Come famiglia – prosegue la vedova Guarino - ci sentiamo traditi dall’apprendere per la seconda volta che quelli che hanno commesso questo terribile gesto sono proprio quelli che mio marito aiutava. Ecco perché sono delusa, sapendo quanto bene ha fatto Pasquale a tutti quelli che lavoravano con lui. Sono stati sfamati, accontentati e in qualche occasione mio marito si è anche occupato dei loro problemi. Mio marito non torna più ma se la giustizia stabilirà la colpevolezza dei responsabili mi auguro una pena certa». Un dolore misto alla delusione - scattata dopo aver appreso che uno dei sospettati era proprio uno degli operai - quello della vedova Guarino, assistita dall’avvocato Dezio Ferraro, la quale da più di un anno ha anche aderito all’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. Lo scorso anno, dopo l’arresto del primo indagato, Lucia si lasciò andare in un comprensibile sfogo dopo aver appreso che a difenderlo c’era l’avvocato penalista Antonio Mirra, sindaco di Santa Maria Capua Vetere, amministrazione comunale che per la donna dovrebbe costituirsi parte civile. Il sindaco, nel rispetto del dolore della vedova, aveva replicato sgombrando il campo dall’eventuale presenza di incompatibilità annunciando di astenersi, in futuro, nel caso dovessero profilarsi le ipotesi di una possibile incompatibilità come aveva già fatto in passato per diversi casi. Circostanza che aveva fatto scattare anche il sostegno da parte della Camera Penale. Roland Turshilla, 35 anni, fu indagato già il mese successivo al delitto, poi l’arresto nell’ottobre scorso e la scarcerazione, da parte del Tribunale del Riesame dopo diciotto giorni. Lo straniero, che aveva legami di lavoro con l'imprenditore, secondo l’accusa, conoscendo i suoi spostamenti, informò i complici che quel giorno Guarino avrebbe incassato una cospicua somma di denaro al mercato ortofrutticolo di Maddaloni. L'imprenditore reagì alla rapina e fu ucciso con due colpi di pistola davanti ad alcuni operai e allo stesso albanese. La tentata rapina sfociata in omicidio fece molto scalpore nella città del foro e, a poche settimane dal delitto, ci fu anche un appello di alcuni dipendenti invitati nella trasmissione Quinta Colonna, di Rete4. «Il tempo non può tornare indietro, voglio una sola cosa, la giustizia per Pasquale, non doveva morire così, devono pagare per quello che hanno fatto». Queste le parole addolorate di Alina Florea, la rumena di 28 anni tra i testimoni del delitto di Pasquale Guarino - che, in lacrime e ancora visibilmente scossa, raccontò i particolari di quel terribile giorno davanti alle telecamere. (da Il Mattino del 13 marzo 2018)

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