REGIONE CAMPANIA, SETTORE PESCA: OPPORTUNITA' E CRITICITA' FEAMP
Data: Giovedì, 27 aprile @ 09:00:44 CEST
Argomento: Ambiente


Caserta / Litorale Domizio, 27 aprile 2017 (di Michele Martucci per Casertasette - Telexnews.it) -

FEAMP 2014-2020. CONDIZIONALITÀ EX ANTE E RISERVA DI PERFORMANCE. OPPORTUNITÀ E CRITICITÀ PER IL COMPARTO DELLA PESCA

Il settore pesca vive, in tutta la Campania, un momento di enorme difficoltà. In quasi tutte le regioni d’Italia, tuttavia, si registrano le medesime complicazioni nel reperire i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea e superare l’attuale fase critica. Il PO Feamp 2014-2020 si presenta in maniera rinnovata rispetto ai precedenti programmi. La Commissione Europea ha, invero, colto alcune criticità e ha proceduto a smussarne gli angoli. Tuttavia restano ancora irrisolte problematiche antiche che non consentono al settore di spiccare il volo. Per comprendere le difficoltà dei pescatori è necessario approfondire il sistema nella sua integrità e coglierne taluni aspetti meno percettibili. Il primo momento di criticità, riscontrato, nel corso del tempo dagli operatori del mare, va sicuramente individuato nella fase genetica della programmazione. I piani di sviluppo locale (PSL), cioè gli atti programmatori, sono apparsi troppo sbilanciati verso le progettualità pubbliche e poco vicine alle esigenze dei pescatori. A ciò va aggiunto che i PSL approvati non sono apparsi rispondenti alle esigenze degli operatori ittici a causa delle vincolanti e rigide scadenze imposte dalle dinamiche approvative. Il Feamp, purtroppo, si caratterizza ancora oggi per estrema articolatezza e rigidità. Evidentemente l’eccessiva burocratizzazione sistemica ha, nel corso degli anni, scoraggiato anche i nostri operatori locali. Infatti, le amministrazioni coinvolte si sono a scontrate con un meccanismo ottusamente rigido ed una regola estremamente ferrea: “il disimpegno automatico”. Quindi, laddove le Amministrazioni coinvolte (Comuni, Regioni Gac) non avessero speso le risorse in tempo utile sarebbe automaticamente scattato il disimpegno. Il previgente meccanismo pertanto misurava l’efficienza dei soggetti amministrativi coinvolti (Regioni, Gac ecc.) meramente ed esclusivamente rapportandosi alla capacità di spendere le risorse a disposizione entro i termini prestabiliti. Oggi, gli operatori del territorio, avendo riscontrato negli anni tale disfunzione sistemica, guardano con pacato ottimismo le innovazioni portate a corredo dal Programma 2014- 2020 che interviene sul fenomeno. Il modello aggiornato, infatti appare meno rigido e meno vincolante. Il nuovo Programma per misurare l’efficienza delle amministrazioni, ha, infatti, incrementato la griglia delle variabili. Sono state così individuate: condizionalità ex ante e la riserva di performance. La condizionalità ex ante, garantisce alcune condizioni minime, in particolare di carattere normativo, amministrativo e organizzativo, che dovrebbero migliorare la possibilità di assicurare l'efficacia, l'efficienza e l’economicità nel raggiungimento degli obiettivi della politica di settore. Rispetto alla condizionalità ex ante, appare doveroso premettere che le misure di condizionalità da rispettare sono tuttavia estremamente rigide. Tra queste vi sono: rispetto del patto di stabilità, rispetto della nuova normativa su appalti pubblici, sugli aiuti di stato, sulle valutazione di impatto ambientale (VIA) e sulle condizioni tipiche delle misure specifiche. Ritornando comunque alle opportunità offerte dalla nuova programmazione si nota che la prima novità introdotta consiste nel verificare ex ante la sussistenza delle condizioni summenzionate. Nel caso in cui una o più di queste condizioni non dovessero sussistere lo Stato membro e le Autorità di Gestione dei programmi dovranno definire un percorso con precisi impegni per il loro raggiungimento. Pertanto, laddove in fase di verifica ex post (nel 2019) si verificasse il mancato rispetto degli impegni assunti si innescherebbe il blocco nell'erogazione dei pagamenti comunitari. La rinnovata condizionalità ex ante, quindi, introduce un momento di verifica intermedia e la possibilità di correggere la rotta con un perspicace tentativo di riqualificare la spesa. La riserva di performance, invece, incide sulla capacità dei programmi di raggiungere gli obiettivi prefissati. Le amministrazioni coinvolte sono spronate a realizzare gli investimenti da un sistema premiale (pari al 5% delle risorse assegnate a ciascuno Stato membro) che sarà assegnato ai programmi più virtuosi. L’esperienza dimostra che nel corso degli anni le più gravi responsabilità sono state, ingiustamente, addossate alle Regioni, quali autorità di Gestione del Programma. Tuttavia non può sfuggire che la più importante delle condizioni ex ante, cioè il rispetto del patto di stabilità, è condizione che viene imposta allo Stato membro e non alla regione. Tuttavia se lo Stato non rispetta il patto di stabilità il rischio del disimpegno ricade sui programmi regionali. Inoltre, sempre in ordine alle condizioni ex ante, al cospetto di improvvidi ed impropri aiuti di stato, l’Autorità di gestione si troverebbe in condizioni di assoluta impotenza al cospetto di decisioni di matrice squisitamente politica. Infine, sempre in merito alle condizioni ex ante, è bene osservare che al cospetto di procedure condivise, come il caso delle valutazione di impatto ambientale (VIA),eventuali responsabilità di diversi dipartimenti regionali, del Ministero dell’Ambiente, o del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, finirebbero per inceppare, o rendere più farraginosa la procedura autorizzatoria, e quindi, inficiare i tentativi di evitare il disimpegno automatico. Nel complesso, tuttavia, le nuove misure, intervenendo su due specifiche procedure, snellendo tiepidamente il sistema, hanno offerto una possibilità di rivedere i rispettivi piani e cercare di cogliere le opportunità offerte dalla politica comunitaria e dall’impegno dell’Autorità di gestione.

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