MARCIANISE (CASERTA): NIENTE SEDIA ELETTRICA PER IL CONSIGLIERE PD
Data: Sabato, 15 aprile @ 19:58:00 CEST
Argomento: Cittadini e Giustizia


Marcianise (Caserta), 15 aprile 2017 (Casertasette – Telexnews.it) - La consegna ai beni comunali di una villa tolta al clan Belforte; l’arresto di due esponenti della stessa cosca dei Mazzacane e l’archiviazione di un’indagine a carico di un consigliere comunale. Succede tutto in giorno, a Marcianise, dove qualche giorno fa una delle ville sequestrate agli esponenti di spicco del clan Belforte (dopo un processo sui rifiuti a carico di vari imputati) è stata destinata ad accogliere un’associazione di disabili. Si è concretizzata, dunque, la proposta fatta dal sindaco Antonello Velardi ai vertici dell’associazione «Uniti per» che da tempo, dopo essere stati cacciati dalla vecchia sede, erano in cerca di un posto dove riunirsi e poter far svolgere le innumerevoli attività ai loro associati. Ne ha dato notizia il 12 aprile scorso proprio il primo cittadino attraverso il suo diario-social quotidiano: «Marcianise si avvia a vivere una giornata storica – ha scritto Velardi – in mattinata acquisiremo al Comune la villa di proprietà della famiglia Belforte, in via Pisa, per poterla poi dare in uso alle associazioni che aiutano i disabili. Mai successo prima. Un risultato straordinario, frutto della determinazione dei magistrati napoletani e dell'amministratrice dei beni del clan camorristico. Un grande segno di civiltà per tutta la comunità di Marcianise». Si tratta, in particolare, della villa ubicata nella zona del vecchio macello comunale e che fa parte di due immobili di lusso finiti sotto sequestro. Le ville sono contigue e, oltre ad essere molto grandi e con un ampio giardino, entrambe sono dotate di una piscina. Il provvedimento è stato deliberato senza attendere la confisca dello stesso bene immobile proprio per porlo a disposizione di realtà operanti nel sociale. Il Comune la darà in uso all’associazione «Uniti Per» e a tutte quelle associazioni che assistono i disabili e ne faranno richiesta. Presieduto da Raffaele Musone e Franco Amoroso, «Uniti per» è un sodalizio che da oltre 15 anni è radicato sul territorio marcianisano e sul territorio limitrofo e che si impegna nell’integrazione sociale dei giovani meno fortunati. Si tratta del secondo caso, in realtà, a Marcianise, dell’utilizzazione di un immobile appartenuto ad esponenti dei clan della camorra. Nel 2011, fu istituito il comando stazione del corpo forestale in una villa di via Varese al civico 15 confiscata molti anni prima ad uno dei capi del clan Belforte, Domenico. Nel diario del sindaco, Velardi si sofferma anche sulla notizia dell’archiviazione del consigliere comunale Raffaele Guerriero che fu accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. «Definitiva archiviazione decisa dal gip su richiesta degli stessi pm, ricalcando una decisione già presa da un altro gip quando revocò allora gli arresti per Raffaele. In quella circostanza io usai espressioni forti – ricorda il sindaco - dissi che se era responsabile di ciò di cui era accusato, Raffaele meritava la sedia elettrica. Se era responsabile. Non lo è, non lo è mai stato, dicono adesso i giudici, e perciò con altrettanto durezza ora dico che va, anzi deve essere completamente riabilitato nella sua funzione pubblica. Corretto fino in fondo, Raffaele si sospese dal gruppo del Pd per evitare imbarazzi al suo partito. Ma anche per disinnescare la polemica interna al Pd, dove qualcuno ora dovrebbe fare una grande autocritica (ma non la farà)». Infine, sempre ieri, si è registrata la prima ordinanza in carcere per il reato di associazione di stampo mafioso per Salvatore Belforte, figlio di Domenico, elemento di spicco dell’omonima cosca di Marcianise. E’ stata notificata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta. Un provvedimento che costituisce lo sviluppo di una indagine che il 19 gennaio scorso portò al fermo, convalidato dal gip, di Salvatore Belforte per il reato di estorsione. Destinatario dell’ordinanza anche Benito Belforte zio di Salvatore e terzo dei fratelli a capo del clan. Per lui l 'accusa e ' estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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