Strage di ghanesi a Castelvolturno: la Cassazione conferma quattro ergastoli e una condanna a 28 anni

Due ricorsi rigettati e tre inammissibili, con la conseguenza di quattro ergastoli confermati così come l’esclusione dell’aggravante terroristica, la conferma dell’aggravante per odio razziale e la conferma della pena a 28 anni per un imputato. Si è concluso così, nel pomeriggio, doopo diverse ore di camera di consiglio, il processo davanti ai giudici della Cassazione sulla strage dei ghanesi commessa a Castelvolturno nel settembre del 2008 ad opera dell’ala stragista dei Casalesi (gruppo Bidognetti-Setola). L’udienza si è celebrata davanti alla prima sezione della Suprema Corte su ricorso dei difensori degli imputati. In particolare, l’avvocato Nicola Garofalo, difensore di Giuseppe Setola per questo processo (e oggi anche di altri due imputati) aveva sollevato un’eccezione sull’incompatibilità del reato di odio razziale con il movente ricostruito dagli investigatori, riconducibile allo spaccio di droga sulla Domiziana dei coloured che avrebbe ostacolato il clan. Il Pg ha chiesto che venisse rigettata la richiesta e la conferma delle pene. Oltre all’ergastolo confermato per l’ex superlatitante Giuseppe Setola, le massime pene confermate riguardano Davide Granato, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia tutti pentiti tranne Setola e Cirillo. Condanna a 28 anni per Antonio Alluce. Nel confermare l'aggravante dell'odio razziale, la Corte ha escluso quella del terrorismo che era già caduta davanti al gup e poi confermata in primo grado. Vittime della strage, sei ghanesi: tra questi l’unico superstite, Joseph Ayimbora che riuscì a testimoniare in aula in primo grado. Fu lui ad accusare inizialmente un pregiudicato vicino al clan, Alfonso Cesarano, poi clamorosamente scagionato dal pentito Oreste Spagnuolo, giudicato poi con rito abbreviato.