DELITTO KATIA TONDI A SAN TAMMARO A LA VITA IN DIRETTA:NESSUNA MINACCIA AL TESTE
Data: Mercoledì, 16 ottobre @ 12:52:54 CEST
Argomento: Cronaca


Santa Maria Capua Vetere, 16 ottobre 2013 (Casertasette) - «Da quando mi hanno indagato non è cambiato nulla. Hanno indagato me ma è giusto che non si distolga l’attenzione anche da altro o da altri. Anche io voglio sapere la verità, conoscere il colpevole o i colpevoli e chi ha ucciso mia moglie». Piange e si dispera, Emilio Lavoretano, davanti alle telecamere de «La Vita in Diretta» (nella puntata del 14 ottobre scorso su Rai Uno), raccontando in esclusiva all’inviato Edoardo Lucarelli quel terribile 20 luglio scorso, quando entrando in casa trovò sua moglie strangolata. L’uomo, gommista a Santa Maria Capua Vetere è sospettato a piede libero dell’omicidio volontario di Katia Tondi, la trentunenne sammaritana strangolata nell’abitazione coniugale di San Tammaro. Ai microfoni de «La Vita in Diretta», anche l’avvocatessa Natalina Mastellone (nella foto), legale di Lavoretano, che ha spiegato alcuni aspetti dell’attuale fase d’indagine. Davanti alla telecamera, Lavoretano ha proseguito: «Non abbiamo nemmeno potuto festeggiare il nostro primo anniversario di nozze, cosa dirò a mio figlio quando si farà più grande di questa storia, del perché non ha la madre?». Emilio, molto dimagrito, ha anche raccontato di come vive oggi con il piccolo di nove mesi. («Guardo lui e vedo Katia»). Le ultime novità in ordine di tempo sul caso, sono state una conferenza stampa del pool difensivo (il criminologo Carmelo Lavorino – nello studio tv romano con Franco Di Mare) e un accesso della polizia scientifica di Caserta e Napoli nell’appartamento - sequestrato per qualche giorno e poi dissequestrato - insieme con i consulenti di parte (Lavorino e Denti). All’esame alcune impronte in via di identificazione e il controllo della serratura della porta. Il pool del criminologo ha ipotizzato tre profili dell’assassino: un paio, in particolare, attinente a qualcuno che serba odio e rancore verso la coppia e contro il loro matrimonio e un altro che ipotizza una rapina sfociata in delitto (la porta, senza serratura, era possibile aprirla anche con la classica lastra o carta plastificata). Un rompicapo giudiziario sfociato in questi mesi anche in molte illazioni mediatiche e voci come quella di un possibile testimone che avrebbe visto Lavoretano ed il padre (ex maresciallo dei carabinieri) nei pressi dell’abitazione. Si tratta del titolare di un’attività di frutta e verdura che nei giorni scorsi è stato anche erroneamente indicato come vittima di un pestaggio e di minacce. Nulla di più falso, sia perché l’uomo non ha mai presentato denuncia su questo episodio, sia perché la circostanza è stata negata successivamente dallo stesso fruttivendolo che ha parlato di una rapina subìta mentre si trovava con la fidanzato. Nella difesa di Lavoretano, oltre all’avvocatessa Mastellone, si è affiancato di recente un altro penalista, Raffaele Gaetano Crisileo. In diretta, dallo studio del suo legale, anche il papà di Katia, Carlo Tondi. L’avvocato Gianluca Giordano ha lanciato un appello: «chi sa parli».



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