PROCESSO COSENTINO: ASSOLUZIONI (ANCHE FIGLIO BOSS) A IMPRENDITORI. 33 CONDANNE
Data: Sabato, 12 ottobre @ 22:27:35 CEST
Argomento: Giudiziaria


Napoli / Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 12 ottobre 2013 (Casertasette) - Dodici assoluzioni, (quella di alcuni imprenditori edili, tra cui Nicola Palladino della Cls di Pastorano; Luigi Letizia, per il quale l’accusa aveva chiesto 4 anni e anche del figlio del boss Sandokan, Nicola, assolto dall’accusa di riciclaggio) e 33 condanne (tra cui quella maggiore, 8 anni, a Cipriano Cristiano, ex sindaco di Casal di Principe) al processo battezzato il Principe e la (scheda) Ballerina conclusosi oggi a Napoli davanti al Gp Eduardo De Gregorio e ben tre pm della procura antimafia: Antonello Ardituro, John Woodcock e Francesco Greco. Al centro del processo, che si svolge anche a carico del deputato Nicola Cosentino (ma con rito ordinario davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere) il tentativo da parte del clan dei Casalesi di riciclare denaro attraverso la costruzione nel del centro commerciale Il Principe e sui brogli elettorali avvenuti a Casal di Principe in occasione delle elezioni amministrative del 2010. La sentenza, dopo diverse ore di camera di consiglio, ha visto anche la condanna di Mario Cacciapuoti (2 anni e otto mesi), ex capo dell'ufficio tecnico di Casal di Principe, accusato di corruzione (in concorso con l'ex parlamentare del Pdl Nicola Cosentino) riconosciuto colpevole di avere offerto a Cosentino la concessione per la realizzazione del centro commerciale in cambio della sua permanenza a capo dell'ufficio tecnico, messa in discussione dallo stesso Cosentino. A fare da tramite tra i due furono Giovanni Lubello (condannato a 5 anni), genero del boss dei casalesi Francesco Bidognetti e Cipriano Cristiano. Condannato anche l'ex consigliere provinciale Sebastiano Ferraro (6 anni e otto mesi). Assolto dall’accusa di associazione ma condannato solo per estorsione a 4 anni (l’accusa ne aveva chiesti 9) l’imprenditore Alfonso Letizia. I Letizia (Beton Ducale) e l’altro assolto, Palladino, sono difesi dagli avvocati Gennaro Iannotti e Francesco Picca, nel collegio difensivo anche gli avvocati Carlo Destavola e Alfredo Bargi. Parti civili riconosciute per il risarcimento, sono l’associazione Mo Basta e l’Unicredit. Fu proprio questo gruppo bancario a far ottenere un finanziamento di 5 milioni e mezzo di euro (con conseguente apertura della fideiussione del Monte dei Paschi di Siena) alla società Vian per costruire il centro Il Principe, tramite l’avvocato Mario Santocchio di Scafati, funzionario della banca e congiunto di Cristofaro Zara, di Salerno, a sua volta dirigente della filiale di via Bari a Roma della (Unicredit Impresa) coimputati insieme al direttore Alfredo Protino, di Brindisi. La costruzione del centro commerciale nasce in sub-appalto ad alcuni imprenditori locali tra i quali Aniello Formisano individuati dall’accusa come parti offese ma nell’ordinanza di arresto del giudice Egle Pilla gli stessi sub-appaltatori vengono incasellati in un contesto di consapevolezza dell’ambito in cui si muovevano. Scrive il gip «Ma il dato che è emerso con prepotenza è che tutti i protagonisti della vicenda, anche quelli che non avevano un collegamento territoriale stabile con la provincia di Caserta e con Casal di Principe, ne erano perfettamente consapevoli ed agivano con la piena percezione che le proprie condotte convergevano verso il soddisfacimento degli interessi della camorra. Era il caso – e ciò a tacere dei politici-imprenditori legati direttamente al clan - degli appaltatori del basso Lazio, i La Rocca, dei sub-appaltatori, in primo luogo i Formisano, degli stessi faccendieri, in primo luogo il romagnolo Pelliccioni , tutti perfettamente consapevoli di muoversi in un quadro economico controllato dal clan casalese. Proprio la scelta di imprenditori lontani territorialmente da Casal di Principe, nella prospettiva di Di Caterino Nicola, regista dell’operazione, era, evidentemente, finalizzata a non attirare l’attenzione delle Forze dell’Ordine con nomi di imprenditori locali più o meno ‘chiacchierati». Diversi i collaboratori che hanno reso dichiarazioni accusatorie per fatti che si riferiscono agli anni 2006-2007.



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