CASERTA. CRONACA E ATTUALITA': LE PRINCIPALI NOTIZIE DEL WEEK END
Data: Sabato, 21 aprile @ 15:11:18 CEST
Argomento: Cronaca


CORSE CLANDESTINE DI CAVALLI: SEQUESTRATI A CASERTA 14 ANIMALI

Caserta, 20 aprile 2012 (Casertasette) - Quattordici cavalli utilizzati per le corse clandestine nel casertano sono stati sottoposti oggi a sequestro preventivo dai carabinieri della stazione di San Prisco e del Nucleo Antifrodi di Salerno del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari che hanno dato esecuzione al decreto emesso della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. L'indagine che ha portato al provvedimento odierno è partita nel gennaio 2011 quando i carabinieri di San Prisco individuarono una corsa clandestina nel vicino centro abitato di Casapulla: in quell'occasione vennero denunciate quaranta persone per i reati di maltrattamento e di divieto di combattimento tra animali. Le successive analisi sul sangue degli animali svelarono che i cavalli era stati dopati prima della gara con sostanze a forte effetto analgesico che impediva loro di percepire in corsa sforzo e dolore. Per evitare ulteriori somministrazioni di sostanze dopanti e dannose per salute degli animali, sei di loro furono posti sotto sequestro già nel mese di maggio 2011 e trasferiti presso la sezione di Cagliari dell'Anpana (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente, ndr). Anche il provvedimento di oggi si è reso necessario non solo per evitare il reiterarsi di gare clandestine ma a tutela della salute dei cavalli. Nel corso dell'operazione sono state effettuate numerose perquisizioni nelle abitazione dei proprietari e detentori di cavalli che hanno portato al rinvenimento di dvd contenenti video di recenti corse.

WELFARE, SCONGIURATE DA REGIONE CAMPANIA CHIUSURA STRUTTURE

Caserta, 20 aprile 2012 (Casertasette) - "Sono estremamente soddisfatto del lavoro svolto e che ha condotto all'approvazione in Consiglio regionale della proroga dell'adeguamento delle strutture socio-assistenziali al regolamento regionale n.16 del 23.11.2009. Ora decine e decine di strutture che garantiscono servizi a persone in disagio e bisognose di assistenza e che offrono lavoro a centinaia di operatori, avranno altri 12 mesi di tempo per effettuare gli interventi strutturali necessari alle nuove normative senza dover chiudere i battenti". Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino, primo promotore della proroga e sostenitore della stessa in Consiglio regionale. "Le strutture interessate - aggiunge Polverino - sono tantissime solo in provincia di Caserta e da queste mi è giunta sollecitazione ad un proroga che consentisse di coniugare le necessità di adeguamento strutturale con quelle operative, assistenziali e occupazionali. Le strutture residenziali e semi-residenziali, provvisoriamente autorizzate, avrebbero dovuto infatti adeguarsi ai requisiti strutturali richiesti ai sensi della L.R. n.11/2007 entro marzo di quest'anno, ora avranno altri 12 mesi di tempo per tale adempimento". "Questo risultato del resto - conclude Polverino - si inserisce nell'abito dell'azione intrapresa a difesa di un'assistenza sanitaria e sociale che sia, soprattutto in provincia di Caserta, più vicina e attenta alle esigenze della gente e consenta di evitare sprechi e disagi per chi troppo spesso è costretto a rivolgersi fuori regione per essere curato o a sobbarcarsi costi per far fronte ad esigenze di sostegno sociale che devono invece essere garantite dalle strutture pubbliche e da quelle private che lavorano in regime di convenzione".

CAMORRA:4 ANNI A PROPRIETARIO CASA DOVE FU ARRESTATO ZAGARIA IN PROCESSO CON RITO ABBREVIATO DECISA ANCHE CONFISCA SUOI BENI

Caserta, 20 aprile 2012 (Casertasette) - Vincenzo Inquieto, il proprietario della casa in cui lo scorso dicembre fu catturato il boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, è stato condannato per favoreggiamento a quattro anni di reclusione e alla confisca dei beni. La sentenza è stata emessa oggi dal gup Tommaso Miranda, che ha accolto la richiesta del pm Catello Maresca, al termine del processo con rito abbreviato. Inquieto è il proprietario della villetta di Casapesenna ( Caserta) nel cui sotterraneo era stato costruito il bunker in cui il capoclan dei Casalesi aveva trascorso l'ultimo periodo di una latitanza durata 15 anni.

CAMPANIA: SALA (IDV), INCONTRO CON ALUNNI SU TEMI AMBIENTALI MEETING ORGANIZZATO NELL'AMBITO DEL PROGETTO 'RAGAZZI IN AULA' Caserta, 20 aprile 2012 (Casertasette) - "Più spazi verdi, maggiore rispetto per l'ambiente, democrazia partecipativa e sviluppo sostenibile: sono state queste le tematiche portate oggi nell'Aula del Consiglio regionale della Campania dagli alunni delle scuole elementari di Torre del Greco e di Caserta, a dimostrazione che i bambini hanno le idee ben chiare su quali dovrebbero essere gli argomenti dell'agenda politica per vivere in una regione più a dimensione d'uomo e che consideri il benessere strettamente legato a quello della terra in cui si vive". E' quanto fa sapere, in una nota, Anita Sala, consigliera regionale campana dell'Italia dei Valori che oggi ha ricevuto, su delega del presidente Paolo Romano, alcuni alunni delle scuole nell'ambito del progetto "Ragazzi in Aula", promosso dalla Presidenza del Consiglio regionale della Campania. L'iniziativa ha lo scopo di avvicinare i giovani al mondo della politica e delle Istituzioni attraverso la simulazione di una vera e propria seduta consiliare per la discussione e l'approvazione di una proposta di legge. "E' stato molto bello vedere i ragazzi appassionarsi ad argomenti che invece, purtroppo, molto spesso i politici tendono a non considerare come prioritari. E' fondamentale - ha concluso l'esponente di Italia dei Valori - che fin da piccoli vengano abituati a partecipare alla vita pubblica e a confrontarsi su temi che rappresentano il loro futuro".

DOMANI TIZIANO FERRO A CASERTA: INSIEME ALL’ENEL PER TOUR SENZA Co2

Caserta, 20 aprile 2012 (Casertasette) - Enel e Tiziano Ferro insieme per un tour senza emissioni di anidride carbonica. A Caserta domani arriva il cantante romano con "E' una cosa semplice" e l'Enel sostiene la tournee con un progetto di forestazione in Senegal che porterà alla piantumazione di 5 mila alberi. L'area individuata per la forestazione è la regione naturale della Casamance nel Sud del Senegal.In questo modo saranno compensate le emissioni di gas prodotte dalle 30 tappe in tutta Italia del tour dell'artista, pari a circa 2500tonnellate di anidride carbonica. L'appuntamento è per domani e domenica 22 aprile. Enel, dopo la collaborazione del 2009, è al fianco di Tiziano Ferro nel tour di quest'anno con un progetto di sostenibilità ambientale e sociale a favore del Senegal. Il tour di Tiziano Ferro, dopo la tappa al Palamaggiò di Caserta, proseguirà in tutta Italia con un programma di 30 concerti. Una tournee che si libera dalle emissioni di Co2 attraverso l'iniziativa alla quale aderisce Enel, in collaborazione con Treedom nell'ambito del progetto sviluppato da Apad e Cospe, portato avanti da 20 anni. Le quantità di emissioni, spiegano gli organizzatori, sono state stimate attraverso un'analisi dei dati relativi ai consumi energetici, alla stampa del materiale pubblicitario, ai rifiuti prodotti durante i concerti, agli spostamenti di staff e spettatori. Il progetto a favore del Senegal, rileva Enel, intende migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni che vivono in ambito rurale nella regione naturale della Casamance nel Sud del Senegal. Attraverso la piantumazione di alberi da frutto e forestali, si proverà a creare reddito e al tempo stesso contribuire al rimboschimento delle aree deforestate a causa delle attività umane e della diminuzione della pluviometria negli ultimi 30 anni. Enel da diversi anni ha allargato il piano di investimenti ambientali anche ad importanti attività sul mercato volontario come l'adesione a progetti per la neutralizzazione delle emissioni associate ai tour di Jovanotti 2008, 2011-2012 e adesso a quello di Tiziano Ferro 2012.

SANITA': CURA DELLA CELIACHIA, CORSO AGGIORNAMENTO A CASERTA E' STATO ORGANIZZATO DALLA SECONDA UNIVERSITA' DI NAPOLI

Caserta, 20 aprile 2012 (Casertasette) - Conoscere la celiachia, diagnosticarla e curarla. Questo l'obiettivo del corso di aggiornamento "La celiachia nel terzo millennio: dalla diagnosi alla terapia", organizzato dalla Seconda Università degli studi di Napoli insieme con la Regione Campania e l'Università di Salerno, che si terrà domani 21 aprile - inizio dei lavori ore 8.30 -, e nei giorni 5 e 19 maggio presso il Crowne Plaza di Caserta. "L'idea di organizzare un seminario sulla celiachia è dettata dalla grande diffusione di questa patologia in Italia - spiega il rettore della Sun, Francesco Rossi - L'obiettivo di queste giornate è quello di approfondire le nuove tecniche di diagnosi e di cura di questa malattia con i maggiori esperti italiani". E tra questi, Carolina Ciacci, responsabile del Centro di Coordinamento Regionale per la malattia celiaca dell'adulto. "La celiachia è una delle più frequenti intolleranze alimentari nel mondo occidentale - spiega la Ciacci, tra gli organizzatori del corso e docente all'Università degli Studi di Salerno - seconda solo a quella del lattosio. Il 30% della popolazione è predisposta alla patologia, ma si ammala soltanto l'1%". Secondo stime mediche, negli ultimi 50 anni si è verificato un reale aumento della malattia, dovuto in parte all'affinamento delle tecniche di diagnosi ed in parte ad un aumento del glutine contenuto nelle diete. "Tuttavia - continua la Ciacci - esiste un terzo fattore, per ora ancora sconosciuto, che influenza la nascita e lo sviluppo della malattia, e che si presume possa essere connesso alle circostanze ambientali". L'attenzione pubblica al giorno d'oggi sulla problematica è forte, e gli studi sulla celiachia sono molto attuali . "Stiamo mettendo a punto di test diagnostici sperimentali basati sulla saliva - conclude la docente - in grado di fornire indicazioni rilevanti dal punto di vista genetico, e che, se validati, consentirebbero di evitare la biopsia". Il corso di formazione, accreditato presso la Commissione Nazionale Ecm, è gratuito, e riservato a medici di medicina generale, gastroenterologi, pediatri, dietisti e farmacisti. All'organizzazione dell'evento hanno collaborato Sif, Sige, Sipps, Asl di Caserta.

CRIMINALITA':ESTORSIONI,POLIZIA ARRESTA PREGIUDICATO A CASTEL VOLTURNO

Castelvolturno (Caserta), 20 aprile 2012 (Casertasette) - Truffa, ricettazione, estorsione, furto e danneggiamento: queste i reati di cui è accusato Pasquale Giocondi, di 40 anni, arrestato stamani dagli agenti del commissariato di Castel Volturno ( Caserta), guidati dal vice questore aggiunto Davide Della Cioppa. Giocondi, pregiudicato proveniente dalla vicina città di Aversa, era ospite della comunità terapeutica "Emmanuel"di Castel Volturno dove i poliziotti lo hanno rintracciato e bloccato. Portato nel carcere di Poggioreale, a Napoli, l'uomo deve espiare nove anni di reclusione per estorsione tentata e consumata, danneggiamenti lesioni e altro. La polizia gli ha notificato un provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura della Repubblica

UCCISERO PER UN ROLEX: EMESSA NUOVAMENTE ORDINANZA CAUTELARE PER TRE PREGIUDICATI CLAN BELFORTE

Marcianise, Caserta, 20 aprile 2012 – (Casertasette) - Uccisero un giovane di 22 anni mentre implorava pietà, in cambio di un orologio di lusso Rolex che ebbero in premio insieme a 3000 euro ciascuno. C’è questo inquietante retroscena, svelato dai pentiti di un clan di Marcianise, dietro la morte di un piccolo pregiudicato della cosca Piccolo-Quaqquarone, Francesco Sagliano, condannato a morte dal tribunale della camorra per avere osato chiedere il pizzo ad un imprenditore che già lo pagava al clan opposto. L’inchiesta della Dda, denominata «Strike», è sfociata ieri in una replica degli arresti eseguiti nel luglio dello scorso anno (a carico di dieci persone) ma annullati per un vizio di forma dal tribunale del Riesame. Michelangelo Amato, 37 anni, Camillo Antonio Bellopede, 32 anni e Antonio Zarrillo, 45 anni del clan Belforte-Mazzacane sono accusati di omicidio, detenzione e porto di armi comuni e da guerra e rapina, aggravati «dall'avere agito per agevolare il clan». Vittima fu un giovane «esattore» del clan dei Piccolo, massacrato nell’ottobre del 2003, a Marcianise. I killer lo attesero sotto l’abitazione della fidanzata a Recale: Sagliano si accorse del commando ma fu inseguito e ucciso con modalità efferate. Il giovane venne finito a colpi di pistola mentre implorava pietà. Uno dei killer infierì ripetutamente sul volto del giovane con il calcio di un fucile. A raccontare i dettagli dell'omicidio sono stati alcuni pentiti. La vettura del commando, bloccata nella buca scavata dagli operai, venne incendiata sul posto e, per la fuga, venne rapinata una Renault Clio a un automobilista terrorizzato per avere assistito alle fasi finali dell'agguato. Nel raid punitivo furono utilizzate un fucile da caccia calibro 12, un mitra Kalashnikov, una pistola semiautomatica ed un revolver, tutte abbandonate sul posto. Poche settimane prima dell'omicidio del ventiduenne, i Belforte ordinarono l'assassinio di un altro affiliato del clan Piccolo, anch'egli esattore, per ribadire la loro supremazia sul territorio.

OPERAZIONE NERONE: CAVALLO DI RITORNO AD AVERSA, POLIZIA ARRESTA NOVE PERSONE

Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) - Si aggirava dai novecento ai tremila euro - e in qualche caso cinquemila - la somma del «riscatto» chiesta alle vittime di furti che volevano riavere la propria auto rubata da una banda specializzata nel furto e nel riciclaggio di vetture scoperta dagli agenti del commissariato di Aversa. Quindici mesi di indagini, intercettazioni telefoniche – compreso il flusso proveniente da cabine o centri di telefonia pubblici utilizzati spesso da immigrati – monitoraggi ambientali, pedinamenti e videoriprese per stanare gli autori del cosiddetto «cavallo di ritorno». I dettagli dell’inchiesta sono stati resi noti ieri, in Procura, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del Procuratore aggiunto Raffaella Capasso, del sostituto Federica D’Amodio e del dirigente del commissariato di Aversa, Luigi Del Gaudio. Con la corposa ordinanza cautelare di quattrocento pagine e cinquanta indagati, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha ottenuto nove provvedimenti giudiziari: cinque le persone associate al carcere, tre quelle finite ai domiciliari mentre un algerino sfuggito alla cattura è destinatario di un prossimo decreto di latitanza. L’accusa ipotizzata è quella di associazione per delinquere finalizzata al furto, al riciclaggio e alla ricettazione: il gruppo, con a capo Pasquale Russo, di Aversa, aveva la sua base nella periferia della città normana ed operava in tutta la provincia di Caserta. L’operazione sui furti d’auto – fenomeno, è stato sottolineato, con poca attenzione mediatica ma da non sottovalutare in quanto in crescita nonché gestito all’ombra del crimine organizzato - è stata battezzata «Nerone» dal nome del cane di uno degli arrestati Domenico De Angelis, di Carinaro: il molosso, un mastino napoletano, faceva da guardia alla sua abitazione creando numerosi problemi agli agenti che durante le indagini hanno installato alcune microspie. L’indagine, è iniziata con una una segnalazione confidenziale riguardante un deposito ubicato nel comune di Casaluce e destinato al ricovero di autovetture rubate. Gli agenti, grazie ad intercettazioni ambientali e telefoniche hanno così individuato Pasquale Russo, il cui ruolo di leader della banda è emerso quasi immediatamente. Secondo quanto accertato, sarebbero un centinaio i furti commessi dalla banda di Russo: di questi, 20 vetture sono state però recuperate dalla polizia. Quando un cavallo di ritorno non andava a segno (per motivi di rintracciabilità del titolare della vettura o altre difficoltà) la banda provvedeva a riciclare i pezzi di ricambio nell’abito di una sorta di filiera del crimine. Durante le telefonate gli indagati usavano un linguaggio cifrato: le autovetture erano definite nei modi più disparati, ovvero pantaloni, ragazza, chiave, libretto o ambasciata. Per rubare le auto, inoltre, si servivano di centraline di codificazione fornite dall’elettrauto della zona mediante i quali riuscivano a mettere fuori gioco gli antifurti; gli sportelli venivano invece aperti con comuni cavatappi. La banda, è emerso dalle indagini, era divisa in sottogruppi, uno dedito ai furti d’auto e alle successive richieste estorsive nelle varie province campane, un altro al riciclaggio di auto e pezzi di vetture rubate. Oltre al deposito di Casaluce, durante le indagini sono stati scoperti altri ricoveri di auto rubate, in particolare due a Gricignano d’Aversa, uno a Falciano del Massico, e un altro a Napoli. Tra le particolarità dell’inchiesta, le modalità con cui facevano trovare le auto ai proprietari: lasciate forse qualche giorno prima in strade pubbliche ben chiuse e addirittura con un «blindasterzo» per evitare «terzi» ed inaspettati furti.

SANITA’, D’ANNA: POTENZIAMENTO OSPEDALE DI SAN FELICE A CANCELLO

Caserta, 19 aprile 2012 (Casertasette) - "Con il perfezionamento del decreto sottoscritto dal commissario per la sanità in Campania, presidente Stefano Caldoro, diventa operativo il trasferimento dei fondi e del reparto di Terapia del Dolore e Cure Palliative dall'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta , all'ospedale di San Felice a Cancello (Ce)". A renderlo noto, Vincenzo D'Anna, membro della consulta regionale del Pdl e componente della Giunta per le Autorizzazioni a Procedere della Camera dei Deputati. "Si conclude felicemente l'intesa definita con i direttori generali dell'azienda ospedaliera, Franco Bottino e dell'Asl locale, Paolo Menduni, ed i sindaci dei Comuni di Santa Maria a Vico, San Felice a Cancello, Arienzo e Cervino. Il nuovo reparto - conclude il parlamentare - costituisce il primo mattone per la prevista trasformazione dell'ospedale di San Felice a Cancello in un centro per la riabilitazione, la lungodegenza ed hospice così come previsto dal piano ospedaliero della regione Campania".

POLVERINO ANNUNCIA CONGRESSO PDL A CASERTA, A MAGGIO

Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) - "Il congresso provinciale del Pdl di Caserta si farà entro maggio. La richiesta che ci viene dalla base è di rinnovare e dare un segnale concreto di una forza politica che intende ripartire, mettendo in campo strategie volte a recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini e invertendo il calo di considerazione verso i partiti che ora, e ritengo giustamente, condanna l'inerzia di chi dovrebbe fare più che parlare, risolvere i problemi più che rinviarli all'infinito". Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino. "In Terra di Lavoro - dice Polverino - ci sono inoltre troppi nodi irrisolti e tra questi la crisi politica infinita dei rapporti tra Pdl e Udc all'amministrazione provinciale. Anche su questo occorrerà, probabilmente, un nuovo coordinamento provinciale per dare una svolta ad una questione che si trascina stancamente da mesi. Il congresso provinciale del Pdl, quindi, è un passaggio fondamentale per riprendere con forza il cammino del Pdl in provincia di Caserta. E la vicinanza con gli appuntamenti elettorali per le amministrative, a mio giudizio, non può essere motivo per altri slittamenti di date. Queste motivazioni appassionano i tecnici della politica, non certo i cittadini che invece non hanno lavoro, hanno inadeguata assistenza sanitaria, sono oberati dai rincari e dall'imposizione fiscale e questo sempre, ogni giorno, prima, durante e dopo le elezioni".

INCENDIO IN AZIENDA ISIDE (JACOROSSI) A BELLONA: QUASI DOMATE LE FIAMME

Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) - Dopo due giorni e mezzo di intenso lavoro i vigili del fuoco di Caserta hanno quasi domato l'incendio divampato nell'impianto di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani di proprietà dell'Ilside srl (gruppo Jacorossi) di Bellona ( Caserta). Per stasera, è quanto trapela dalla sala operativa del Comando provinciale, l'intervento potrebbe essere chiuso. Decisivo il terriccio gettato sui cumuli bruciati che ha soffocato anche i numerosi focolai presenti. Al momento stanno operando due squadre dei pompieri mentre gli esperti del nucleo Nbcr hanno lasciato il sito. Intanto l'amministratore unico della società Gennaro Bruno afferma che "se anche si dovesse accertare che si tratta di incendio doloso la camorra comunque non centra. Siamo un'azienda sana che non ha mai avuto problemi con i certificati antimafia. Speriamo solo che le indagini siano veloci e l'impianto venga dissequestrato per continuare l'attività; abbiamo 40 lavoratori con le famiglie". Solo dopo lo spegnimento dell'incendio si potrà iniziare ad indagare sulle cause anche se sembra che le fiamme siano divampate da alcune balle poste vicino alla recinzione. Usa parole tranquillizzanti il sindaco di Bellona Giancarlo Della Cioppa: "Dai primi dati in arrivo dall'Arpac relativi all'analisi dell'aria attorno al sito, non sarebbero stati rilevate sostanze clorurate in concentrazioni preoccupanti per la salute dei cittadini; ciò ci tranquillizza. Inoltre nel centro sbitato abbiamo fatto analizzare l'aria attorno alle scuole e agli edifici pubblici: anche in questo caso non sono state rilevate sostanze nocive". Per ora comunque restano in vigore le ordinanze di sgombero emesse ieri dal primo cittadino nei confronti di circa 30 famiglie residenti ad alcune centinaia di metri dall'impianto. "Speriamo di ritirare domani il provvedimento, ma aspettiamo le comunicazioni di Asl e Arpac".

ESTORSIONI A LIMATOLA (BENEVENTO): SI PRESENTAVANO A NOME CASALESI, ARRESTATI

Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) - Estorsioni ai danni di imprenditori di Limatola (Benevento) e Castel Morrone ( Caserta), con l'aggravante di aver agevolato il clan dei Casalesi: sono le accuse rivolte a due uomini - già detenuti per altri motivi - e una donna, nei confronti dei quali i carabinieri di Caserta hanno eseguito misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta della Dda. Tommaso Aragona, 41 anni, e Tommaso Rispoli, 51 anni, entrambi di Limatola e già reclusi a Benevento, e Luisa Chirico, 43enne di Castel Morrone, sono accusati di una serie di richieste estorsive avanzate in prossimità delle festività di Natale, Pasqua e Ferragosto. Negli atti dell'inchiesta numerose denunce da parte delle vittime dei tre. Nella zona erano loro, insieme ad altre persone ancora non identificate, i referenti del clan di Casale. Nonostante fosse rimasto in carcere dal 2007 alla fine del 2010, Aragosa, hanno accertato i militari guidati dal maggiore Giovanni Capone, continuava a gestire il racket. Proprio quando stava per uscire di cella, aveva tra l'altro inviato la Chirico presso una società di Limatola al fine di ottenere gli arretrati del 2007: la donna si era fatta consegnare 1500 euro ma l'imprenditore era stato costretto a sborsare altri 800 euro. Altro episodio estorsivo quello riguardante Tommaso Rispoli, che tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 si era recato da un imprenditore edile intimandogli di pagare se non voleva subire seri danni.

LEZIONI DI LEGALITA’: PM SIRIGNANO IN SCUOLA ALBERGHIERA A CASTELVOLTURNO Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) "L'alternativa alla mancanza di lavoro che è effettivamente un problema per Castel Volturno non è l'arruolamento nei clan camorristici. Dovete essere voi ragazzi a crearvi le opportunità studiando e creandovi quelle condizioni personali che vi permettano di non aspettare che sia qualcun altro a scegliere per voi". Così il pubblico ministero della DDA Cesare Sirignano ai ragazzi dell'Istituto Alberghiero di Castel Volturno durante la presentazione del libro "Confessioni di un killer" scritto dalla giornalista Daniela De Crescenzo; un libro che ripercorre attraverso la testimonianza diretta di uno dei sicari agli ordini di Giuseppe Setola, Oreste Spagnuolo, oggi collaboratore di giustizia, la stagione che ha insanguinato la città del litorale domizio tra il maggio e il dicembre del 2008. Spagnuolo, è scritto nel libro, ha iniziato la sua carriera criminale proprio a Castel Volturno, quando invece di andare a scuola preferiva rifugiarsi nei bar insieme ad amici come Giovanni Letizia con cui avrebbe condiviso il percorso da rapinatore dei nigeriani a spietato killer. "Ho scelto di presentare il libro in una scuola proprio per capire cosa pensassero i ragazzi della scelta fatta da Spagnuolo, un ragazzo proveniente da una famiglia di onesti lavoratori che nei primi anni aveva vissuto al Vomero, a pochi passi da casa mia" dice la De Crescenzo. In effetti la reazione è stata positiva: tanti gli studenti, provenienti anche da altre scuole della città, che hanno partecipato all'incontro con domande e riflessioni spesso critiche. Molto chiare le idee di Ciro, 17 anni: "Noi ragazzi di Castel Volturno - ha detto - non vogliamo fare la stessa fine di Spagnuolo ma da soli non ce la possiamo fare; ci vuole lo Stato, ci vogliono delle opportunità che noi non abbiamo". Emanuela, studentessa di colore, ha criticato la scelta di basare il libro esclusivamente sul racconto di un killer: "Sembra che Spagnuolo non si sia assunto alcuna responsabilità, come se tutti gli omicidi, compreso il massacro dei ghanesi, li avesse realizzati senza rendersi conto di ciò che faceva. Questo è terribile". Le sue parole hanno ricevuto un lungo applauso. Valerio Taglione, responsabile di Libera Caserta ha auspicato che sia "la scuola a farsi promotrice del riscatto del territorio. Dov'era la scuola quando Spagnuolo la marinava quotidianamente?". Infine Luigi Ferrucci, presidente dell'associazione antiracket di Castel Volturno, cui aderisono appena 10 operatori economici, ha chiesto a tutti gli studenti di "porre la legalità come stella polare della vostra vita. Ci vuole coraggio: iniziate voi, frequentando magari quei bar o le pizzerie che non pagano il pizzo".

TRUFFE: FIRMAVA FALSI CONTRATTI DI FINANZIAMENTO, ARRESTATO COINVOLTO PROMOTORE FINANZIARIO DEL CASERTANO. SEQUESTRATE ARMI

Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) - Firmava falsi contratti di finanziamento con istituti di credito per svariate migliaia di euro da erogare a persone completamente ignare delle operazioni finanziarie. Un raggiro che al trentaseienne promotore finanziario di Piedimonte Matese ( Caserta) Salvatore Carpentino é costato gli arresti domiciliari per i reati di truffa, falso, ricettazione e contraffazione: i soldi infatti li intascava lui, dopo aver apposto sui contratti firme false. Inoltre presso il suo studio di via Caso, nel corso delle indagini, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro tre carte di identità di provenienza illecita, un timbro della Comunità Montana del Matese, altri timbri di enti ed uffici pubblici e vari documenti contraffatti, utilizzati verosimilmente per realizzare le sue attività illecite. Gli elementi raccolti dai carabinieri agli ordini del capitano Salvatore Vitiello, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno così portato all'emissione da parte del Gip del Tribunale sammaritano di un'ordinanza di custodia cautelare. Nella circostanza, per motivi precauzionali sono stati anche sottoposti a sequestro due fucili calibro 12, una doppietta calibro 9 e decine di munizioni che il 36enne deteneva presso la propria abitazione. CAMORRA: ESTORSIONI NEL MODENESE,'SIAMO EMISSARI SANDOKAN' DDA, OSTENTAZIONE APPARTENENZA PROVA PENETRAZIONE NEL TERRITORIO MODENA

Caserta / Modena, 19 aprile 2012 (Casertasette) - Si presentavano come appartenenti al clan dei Casalesi, emissari e reggenti di 'Sandokan' (il boss Francesco Schiavone) nel Modenese, per convincere cinque imprenditori, artigiani o piccoli imprenditori, quattro della Bassa e uno del Rodigino, a consegnare denaro. Per estorsione e rapina in concorso, aggravate dal 'metodo mafioso', i carabinieri di Sassuolo - coordinati della Dda di Bologna (procuratore Roberto Alfonso e pm Enrico Cieri) - hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in carcere; una nona persona è ricercata. Tutti, tranne due, hanno precedenti specifici. I nomi di alcuni erano già emersi in indagini sulla camorra a Napoli. E se estorsioni e riscossioni violente di crediti, tipici della Camorra, sono il chiaro sintomo della penetrazione raggiunta in Emilia-Romagna, ad inquietare di più gli inquirenti c'é quell'appartenenza esibita "perché decisivo ed ulteriore strumento di pressione sulle vittime". Segno che gli arrestati temono poco le denunce e sono consapevoli di come il 'marchio di fabbrica' Casalesi sia noto e temuto dai loro interlocutori. Non solo: tra gli arrestati ci sono due piccoli imprenditori - uno nato in Campania, l'altro in Emilia, entrambi con attività nel Modenese - che per riscuotere i loro crediti si sono rivolti a camorristi, che conoscevano, sì, personalmente, ma con i quali non avevano legami di affiliazione. Anche questo un segno del salto di qualità dell'infiltrazione. Tutto è partito nel luglio 2011 dalla denuncia di un imprenditore edile di origine campana, residente nel comprensorio ceramico. Le indagini hanno permesso di scoprire che la banda aveva altre quattro vittime. Alcune conosciute direttamente dai taglieggiatori, altre contattate dopo aver saputo dai creditori (con i quali i malviventi erano amici) che vantavano nei loro confronti crediti che non riuscivano a riscuotere. Per due estorsioni invece i criminali hanno agito all'insaputa degli stessi creditori. In pratica il gruppo, saputo che un imprenditore doveva riscuotere da un terzo del denaro, si presentava a quest'ultimo come esattore, chiedendo il versamento delle somme. Un vittima ha raccontato di aver visto un'agenda dove l'esattore "annotava i pagamenti". C'erano altri nominativi di persone con accanto delle cifre. Segno, per gli inquirenti, di una contabilità 'nera' di una attività criminale esercitata su una vasta platea. Per rendere più 'efficaci' le intimidazioni, oltre a minacce all'incolumità di vittime e familiari, i camorristi hanno esibito armi e malmenato le vittime. Sfoggiando il nome di Sandokan e sostenendo che parte dei soldi erano "per i familiari degli amici in carcere a Caserta", sarebbero riusciti a estorcere circa 50.000 euro.

SFREGIO VANDALICO A MEMORIA DON DIANA: RUBATO OGGETTO SULLA TOMBA E OGGETTI IN CHIESA

Caserta, 19 aprile 2012 – (Casertasette) - Ancora uno sfregio alla memoria di don Peppe Diana, il parroco della chiesa di Casal di Principe dedicata a San Nicola di Bari ucciso dalla camorra nella sua sacrestia il 19 marzo del 1994: dopo i danni arrecati nei mesi scorsi dai vandali al parco giochi intitolato al sacerdote, ignoti hanno rubato la mano d'oro del diametro di sette centimetri incastonata nel marmo della tomba all'interno della cappella nel cimitero di Casale. Un furto avvenuto negli ultimi due giorni. A scoprirlo questa mattina il fratello del prete, Emilio Diana, allertato da un volontario del Comitato don Diana che stava accompagnando alcune scolaresche in visita alla cappella e aveva notato che il cancelletto era aperto. La mano d'oro era stata regalata ai genitori del prete da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, in segno di riconoscenza in occasione del diciassettesimo anniversario della morte del prete. Don Ciotti aveva ricevuto il prezioso oggetto dall'associazione Capua Nova nel corso del premio "Follaro d'Oro". Immediate le reazioni al gesto: "Il furto nella cappella intitolata a don Peppe Diana è gravissimo, qualunque ne sia la matrice. Don Diana infatti è un simbolo di riscatto per una terra martoriata; è una figura che a distanza di 18 anni dà ancora molto fastidio" ha commentato il pubblico ministero della DDA di Napoli Cesare Sirignano mentre il fratello del prete, Emilio, ha condannato il gesto a nome della sua famiglia ipotizzando che ad agire siano stati "dei ladruncoli che in questo periodo di crisi hanno bisogno di soldi. Sapevano della mano d'oro e sono andati a colpo sicuro senza asportare altri oggetti, ad eccezione di un calice. Noi comunque proseguiamo la battaglia iniziata da mio fratello: il suo messaggio deve diventare patrimonio di tutti, specie dei ragazzi delle scuole che ogni giorno, specie in questo periodo, fanno la fila per vedere la cappella in cui riposa Peppe". Da Libera arriva il commento indignato di Valerio Taglione, responsabile dell'associazione in provincia di Caserta. "Spero vivamente - afferma - che si sia trattato di un gesto ascrivibile alla criminalità comune. In ogni caso è un episodio molto grave". Analoghe reazioni da esponenti del mondo della politica e delle istituzioni, dal leader Idv Antonio Di Pietro al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dai presidenti del Consiglio regionale, Paolo Romano, e della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, al responsabile giustizia del Pd, Andrea Orlando. Nei mesi scorsi, in almeno quattro occasioni, i vandali avevano preso di mira il parco giochi dedicato alla memoria del prete ubicato a Casal di Principe al confine con il comune di San Cipriano d'Aversa; il 20 gennaio erano state sradicate alcune piante dai vasi che si trovavano lungo il perimetro del parco ed era stato graffiato il marmo della cappella intitolata al prete ucciso dai Casalesi; nel novembre del 2011 erano state invece danneggiate le giostre per i bimbi ed erano stati disegnati una pistola e un kalashnikov. Dopo quegli episodi, Renato Natale, candidato sindaco a Casale, aveva presentato insieme ad alcuni cittadini al commissario prefettizio Ferdinando Guida una richiesta di installazione di telecamere a spese proprie, accolta dopo numerose sollecitazioni. Le indagini, va precisato, non ancora accertato se si tratti di camorra. Nello stesso giorno si è registrato però un furto un calice e due pissidi con le ostie consacrate sono stati rubati oggi nella parrocchia di San Nicola di Bari a Casal di Principe la stessa cui prestava la sua opera don Peppe Diana.









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