Casertasette - MISSIONE DI PACE IN IRAQ: DA CASERTA PARTONO 102 MILITARI DELLA GARIBALDI

Patrick ha solo tre anni e mezzo ma è il figlio di un soldato: nel suo cuore si è già fatto una ragione dell'imminente distacco, l'ennesimo ma il primo vissuto in piena consapevolezza. Al papà, il capitano Domenico Sermon, 30 anni, che da giovedì guiderà i 102 uomini della compagnia dell'ottavo reggimento bersaglieri della brigata Garibaldi di Caserta nella missione in Iraq, ha dato il via libera ad una condizione: "Puoi andare lontano se devi aiutare altri bambini". "Mia moglie e mio figlio - spiega Sermon che racconta della raccomandazione di Patrick mentre osserva l'addestramento dei suoi uomini nel piazzale della caserma Ferrari Orsi in una inusuale mattina fredda di maggio - si sono abituati a convivere con le mie partenze all'estero. Ho già fatto sette altre missioni. Siamo sereni; certo, in famiglia e in caserma guardiamo la tv e siamo preoccupati nella giusta misura ma non abbiamo certo paura. Del resto - sottolinea - anche quando sono partito per la Macedonia nel '99 non c'era affatto un bel clima". Il conto alla rovescia del terzo giorno prima della partenza per Nassiriya inizia, come al solito presto: sveglia alle 6,30, alzabandiera con Inno di Mameli cantato da mille militari della caserma davanti al busto dedicato ad un grande bersagliere, Alessandro La Marmora e agli ordini del comandante della brigata, il brigadier generale Giovan Battista Borrini. Poi, via alla preparazione con diverse attività tra cui la pulizia delle armi. Per i componenti della missione stamane, tra l'altro, prove tecniche di 'addestramento al controllo della folla' sotto la guida del sergente Marigliano. Ci si prepara a difendere siti e persone da eventuali sommosse di popolo, in caso di distribuzione di cibo e sussidi di vario genere. "Ma tutto - sottolinea Sermon, tarantino - viene fatto in esclusiva ottica difensiva. Anche in interventi di emergenza non dimentichiamo mai che è la pace l'obiettivo che dobbiamo costruire". I volti dei 100 della Garibaldi - tra i 24 ed i 30 anni - pronti alla partenza (rileveranno la compagnia di fucilieri del San Marco, l'unità da sbarco della Marina Militare che fa ritorno a Brindisi) sono tranquilli, dalle loro parole emerge una serena consapevolezza della delicatezza dell'incarico: non hanno facce da Rambo ma di giovani, soprattutto del Sud. Il tenente Elio Manes, 27 anni, è già stato in Iraq l'anno scorso. "Allora - racconta - ho visto un clima di grande favore verso gli italiani. Si dice che ora la situazione sia cambiata. Vediamo se è così". Preoccupazioni? "Sono inevitabili - rispondono in coro il tenente Francesco Lovaglio, 28 anni e il caporal maggiore scelto, Raffaele Palladino, 27 anni - ma di sicuro quando saremo lì dovremo essere capaci di attuare sul campo quello che abbiamo imparato nel periodo di addestramento". Non mancano, poi, i problemi di natura logistica, ai quali comunque ci si è preparati. "La missione in Iraq differisce da altre, ad esempio nei Balcani, alle quali diversi di noi hanno preso parte per le condizioni ambientali: si possono avere - aggiunge ancora Manes - temperature altissime, fino a 60 gradi all'ombra". Un caldo eccezionale: per farvi fronte bisogna bere anche fino a 11 litri d'acqua al giorno. E poi, la necessità di avere atteggiamenti rispettosi di usi e costumi della religione musulmana. Per superare l'ostacolo della lingua, nel borsone, i militari porteranno manuali per la traduzione, oltre a poter contare su interpreti in loco. I militari della brigata Garibaldi resteranno in Iraq per quattro mesi. Quando tornerà a casa, il caporal maggiore scelto Jean Noel Correale, 27 anni, potrà festeggiare con la moglie l'imminente nascita del primo figlio: proprio un mese fa, quando ha saputo della partenza per l'Iraq, ha avuto la notizia che sarebbe stato padre.