SINDACI PD E PENTITI: DOPO FABOZZI E LETTIERI, LUSINI. MA IL PENTITO E' MORTO
Data: Giovedì, 01 settembre @ 11:25:59 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA, 1° SETTEMBRE 2011 - Casertasette - Dopo le dichiarazioni di alcuni pentiti di camorra sull'attività di alcuni sindaci del Pd (Partito Democratico) dell'agro aversano - prima Fabozzi di Villa Literno, poi Lettieri di Gricignano (comune sciolto per camorra) - arrivano anche quelle di un pentito morto in carcere per Biagio Lusini, sindaco di Teverola. Nessuno dei primi cittadini è stato arrestato (e non si sa nemmeno se parzialmente incriminati) e nemmeno pare è certo che abbiano presentato denunce per calunnia. Un altro sindaco del casertano, invece, sempre accusato dai pentiti è detenuto nel carcere sammaritano dallo scorso marzo. Si tratta di Giorgio Magliocca, sindaco Pdl.
Intanto, ieri, a vacanze terminate, il sindaco di Teverola Lusini ha diffuso una nota nella quale respinge le accuse e ricorda le attività di paladino della legalità.
La presa di distanza si riferisce indirettamente al tema dell’intreccio politica-camorra, salito alla ribalta della cronaca di Teverola con la dichiarazione del collaboratore di giustizia Ciro Ruffo, inserita nel decreto di fermo di Nicola Di Martino, Carmine Lanzetta, Eduardo Rega, Giustino Improda, Giuseppe Pommella, accusati del reato di estorsione ai danni di alcuni commercianti di Teverola, con l’uso della «forza di intimidazione che promana dall’associazione camorristica di cui gli stessi fanno parte, già clan Picca, poi clan dei Casalesi gruppo Schiavone». Ruffo, deceduto in carcere, aveva dichiarato che il gruppo capeggiato da Nicola De Martino, detto Nicola 23, sosteneva, alle elezioni del 2009, quando in pista c’era solo il candidato Gennaro Caserta, proprio la lista, ricusata, del sindaco uscente Lusini. E che il De Martino avrebbe organizzato il boicottaggio del voto «minacciando le persone di non andare a votare perché altrimenti si sarebbero fatti male». Un’affermazione gravissima che si riferisce a un periodo buio della storia teverolese. Durante la campagna elettorale del non voto, furono infatti esplosi colpi di pistola contro la casa di Gennaro Caserta, medico candidato con il Pdl. Il quorum, non fu raggiunto, subentrò la commissione prefettizia e poi, con le elezioni dello scorso anno, con la rielezione di Lusini. A pochi giorni dall’elezione, colpi di pistola furono esplosi anche contro la sua abitazione.





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