CASERTA, IL JAZZ DI WENA E PRELIBATEZZE: VI RACCONTO UNA SERATA AL PRADO
Data: Sabato, 21 maggio @ 19:09:23 CEST
Argomento: Tempo libero


Nella foto sotto, un momento dell'esibizione di Wena e - a fianco - un piatto tra i tanti preparati dallo chef del Prado



CASERTA, 21 MAGGIO 2011 (Casertasette) (di Serena Li Calzi - Apre con l’armoniosa voce di Wena la serata jazz al Prado Eno Restaurant di Caserta. Entro e, nell’aria, sento l’attesa: in un piccolo angolo si pubblicizza la prima delle tre serate «Martini», durante le quali si offriranno simpatici gadget ai giovani casertani e non. Il locale è composto e variegato. Nell’angolo alla mia sinistra, ragazzi che sorseggiano simpatici aperitivi sui divanetti messi a disposizione dal locale e scherzano tra loro. Sul lato destro, invece, noto signori e signore ben vestiti che gustano i piatti di mare presenti nel menù della serata, in attesa che gli strumenti - sul palchetto adibito per l’occasione - comincino a suonare. Sono subito accolta con gentilezza dal personale: mi accomodo al tavolo e noto la particolarità dei colori caldi e tenui dell’arredamento. Le luci sono soffuse e sento nell’aria voglia d’America,quasi credo d’essere in un telefilm importante, ed io la protagonista di “Sex and the City”. I padroni di casa sono davvero esplosivi, si rivolgono ai loro clienti con premura e s’informano che tutto proceda per bene. Danilo Covella d’Onofrio racconta: «Il Prado nasce da un’importante progetto, quello di offrire ai giovani di Caserta un’alternativa, anche di cultura, non dimenticando i grandi artisti del jazz, che hanno reso questo genere, uno dei più importanti del patrimonio musicale. Scopriamo con piacere, che il nostro locale riunisce, almeno per una sera, giovani e non, proprio perché oltre ad offrire piatti ricercati, grazie all’esperienza del nostro maestro chef Fabrizio Clemente (ass. nazionale cuochi italiani, specializzato in piatti freddi), i giovani possono anche solo scegliere di sorseggiare il loro cocktail comodamente, preparato dal nostro angolo Bar, ascoltando buona musica. Per chi sceglie il nostro menù il venerdì – prosegue D’Onofrio - trova piatti scelti e di prima qualità. Insomma, ne abbiamo davvero per tutti i gusti».
Ed è proprio vero, infatti, non si può resistere agli innumerevoli piatti che arrivano al mio tavolo, dall’antipasto con pesce e gamberetti serviti con spinaci; al primo: risotto al salmone con retrogusto all’arancia e limone; con un secondo di tonno affiancato alla polenta ed infine un tiramisù davvero speciale.
Danilo parla del menu «E’ stagionale, varia ogni sei mesi, proprio per non annoiare il palato dei nostri clienti». Mentre Danilo è intento a verificare che tutto proceda per il meglio, apro il menu che ho sul tavolo e divertita trovo questa frase «Ci vogliono 4 uomini per preparare l’insalata: uno generoso per l’olio, uno amaro per l’aceto,uno saggio per il sale e uno matto per il pepe». Mi diverte questa “insalata” soprattutto perché alzo lo sguardo e mi ritrovo un bellissimo quadro di cui soggetto è un ragazzo niente male che sfoggia un’addominale da invidia, sarà il mio calice di vino bianco a fare brutti scherzi, beh! Non solo il palato vuole la sua parte.
Ma proprio mentre ho lo sguardo fisso su quel ragazzo dipinto che mi guarda beffardo, giunge al mio orecchio una voce che cattura la mia attenzione. E’ Wena: che comincia a cantare, accompagnata dalle note jazz del suo gruppo. Credetemi se vi dico che ho ancora i brividi. L’ascolto senza guardarla, chiudo gli occhi e mi abbandono alla sua voce. Lei è dietro di me e sento la sua energia che mi travolge. Mi volto verso la band, sono loro i veri protagonisti di questa serata, ma lei è davvero originale nella sua semplicità: veste di nero, Wena, un semplicissimo pantalone lungo ed una maglia, un timido tacco slancia la sua figura imponente. E’ lei che cattura l’attenzione, la sua voce, la sua gestualità che accompagna la musica e non solo. La sua energia ti prende, ti entra dentro, ti cattura… che classe ragazzi! Dovreste vederli. Sono allegri quando suonano, ma sono anche malinconici, perché questa musica è sangue, è ritmo e il Prado non poteva offrire spettacolo migliore, ed io resto ancora qui, catturata dalla magica Wena e i suoi soul quartet.

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