CASERTA: INVENTA CROLLO PER SFRATTARE INQUILINO. RIGETTATO RICORSO
Data: Giovedì, 31 marzo @ 08:51:21 CEST
Argomento:


L’avvocato della vedova: “E’ una vera e propria persecuzione giudiziaria con danni morali e materiali”- Il Giudice: “Non esiste né pericolo né urgenza”. Effetto boomerang per ogni denuncia. Iniziata una causa per stalking giudiziario e abuso di processo - I retroscena di altri 9 procedimenti



SESSA AURUNCA (Caserta), 30 marzo 2011 (di Ferdinando Terlizzi) - E’ l’ultima trovata di un personaggio, assai noto alle cronache giudiziarie, ( che solo negli ultimi giorni ha collezionato 2 provvedimenti negativi del tribunale civile di Carinola ) si tratta di Andrea Sullo, commerciante da Sessa Aurunca e Presidente del Consorzio “Aurunca Shoping” ( di cui parleremo ampiamente a parte ) il quale ha inventato l’imminente crollo di un edificio, per sfrattare la cognata, vedova del fratello che occupa un appartamento nel predetto palazzo. Con un ricorso ex art. 700 ( provvedimento di urgenza) infatti, ha intentato una lite, da tutti definita temeraria, sovvertendo quanto affermato dai vigili urbani, dal sindaco, dai vigili del fuoco e persino dal CTU. Ma nella “trappola” non è caduta il giudice Dott.ssa Maria Carolina De Falco che, dopo aver nominato un CTU nella persona dell’ing. Giorgio Tzitelis, da Caserta, sentite le parti istanti, Andrea Sullo e Nicolina Sullo, assistite dall’avvocato Luisa Durazzano e i convenuti, in contraddittorio, Michele Sullo, Simona Sullo e Maria Francescone, Ved. Sullo, assistiti dall’avv. Domenico Stanga, con l’ausilio del tecnico di parte Geom. Massimiliano Cresci, ha rigettato il ricorso per “difetto di periculum in mora”. Ecco in breve il fatto. Andrea Sullo e la sorella Nicolina, a marzo del 2010, depositavano un ricorso ex art. 700, presso il Tribunale di Carinola, nel quale “palesavano che, allo stabile di via XXI Luglio, ove abitavano Maria Francescone e i due figli Michele e Simona, erano presenti evidenti segni di cedimenti strutturali con pericolo per la incolumità pubblica e privata”. Si attivavano, inoltre, chiamando strumentalmente una pattuglia dei vigili del Fuoco, costringevano il comune ad emettere una ordinanza che tuttavia non parlava di pericolo di crollo. La Maria Francescone, dal canto suo, fatta oggetto da tali intimidazioni, dovette difendersi con un ricorso al Tar ( con l’assistenza del Prof. Avv. Ciro Centore ) e costituirsi poi, come detto, nel ricorso di urgenza. Risultato, come ha poi accertato il giudice: il palazzo non è pericolante e gli eventuali lavori da eseguirsi non riguardano l’appartamento occupato dalla vedova. Il tutto… per una rottura di pignatta ( stavo per dire di…) del solaio. Ma si badi che questo ennesimo atto di prevaricazione, col coinvolgimento di pubblici poteri, è il nono tentativo di aggressione morale e materiale, ai danni di una povera vedova, costretta ad indebitarsi, per difendersi dalle infondate accuse del cognato ( processi penali, giudizi civili, ricorsi al Tar, giudice del Lavoro ) che ha negato alla stessa e ai suoi due figli ogni diritto reale e materiale. Ad una prima rivendica, infatti, delle indennità di lavoro, attraverso il proprio legale Avv. Giuseppe Monarca ( la vedova aveva lavorato sia presso il supermercato Sisa, che presso la abitazione dei coniugi Rosanna Di Resta e Andrea Sullo ) si era vista bloccata con una denuncia penale per tentata truffa, la quale dopo 4 anni di processi è risultata una azione “boomerang” essendo stata la vedova assolta da ogni addebito. Nonostante che Andrea Sullo, costituitosi parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Luigi Imperato, avesse invocato la sua condanna e il pubblico ministero d’udienza avesse chiesto 4 mesi di reclusione per l’ignara imputata. Ma la vedova, con la difesa degli avvocati Gennaro Iannotti e Dario Pepe, essendo innocente è stata assolta. L’azione di umiliazione morale e materiale continua pubblicando un testamento ( questa volta è la Nicolina Sullo sorella di Andrea, che si reca dal notaio Luca Sorgenti Degli Uberti in Sessa Aurunca ) dal quale si evinceva che il “de cuius”, Michele Sullo, aveva lasciato al nipote omonimo, figlio di Salvatore Sullo, Michele, con l’usufrutto alla madre Maria Francescone, l’appartamento da loro occupato, ubicato appunto nel palazzo oggetto del fantomatico crollo. Non basta. Il dileggio continua… Dopo pochi giorni Andrea Sullo intenta un giudizio civile di disconoscimento del testamento dichiarando che è falso. Il giudice civile ha mandato gli atti in Procura. Anche qui, spese e perizie gravano sulla povera vedova. Ma l’azione continua. Sapendo che il testamento è falso intentano un processo civile per sfratto contro la vedova. Giudizio in corso al Tribunale di Carinola. Nel frattempo muore senza testamento Concetta Di Marco, ved. Sullo suocera di Maria Francescone, e, terreni, appartamenti, frutti pendenti, olio, vino, legna, quadri, gioielli, cappella gentilizia, depositi di titoli e contanti ( in banca furono movimentati il giorno della morte circa 100 milioni delle vecchie lire ) e altri averi, che spettano di diritto alla vedova e ai figli, vengono denegati. Di qui obbligatorio un altro processo in corso al Tribunale di Carinola, per rivendicare diritti reali inconfutabili ed incontestabili… Incontestabili? Ma non per Andrea Sullo, che si ostina a giocare con i piatti della bilancia della giustizia, come fossero i piatti della bilancia del suo supermercato, e… mal consigliato, non riesce ad intravedere la ragnatela che lo avviluppa e l’effetto boomerang di ogni atto che intraprende contro la vedova di suo fratello: Sarà la giustizia Divina? Per ora, quella terrena, è dalla parte dei più deboli.





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