CASERTA, CAMORRA: SEI ARRESTI FRANGIA LITERNESI PER ESTRSIONI A IMPRESE
Data: Martedì, 23 novembre @ 08:27:42 CET
Argomento: Cronaca




CASERTA, 22 NOVEMBRE 2010 - Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, sono state eseguite da agenti della Squadra Mobile di Caserta nei confronti di altrettanti esponenti della fazione del clan dei Casalesi, guidata da Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotte e mezzanotte', operanti nella zona di Villa Literno (Caserta). Tra i destinatari anche il boss Giuseppe Setola, attualmente in carcere. L'accusa per tutti è di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione continuata, aggravata dall'avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare il clan. In particolare i destinatari dei provvedimenti restrittivi, secondo quanto accertato dalle indagini della Squadra mobile casertana, sarebbero responsabili di una serie di estorsioni praticate in modo capillare e sistematico sul litorale domiziano nel comprensorio di Villa Literno, nei confronti dei titolari di caseifici, pescherie, allevamenti ittici, depositi di fuochi d'artificio, imprese di costruzioni, rivendite di materiale edile, ma anche panifici, ditte di autotrasporto, rivendite di prodotti ortofrutticoli, distributori di carburante. Le indagini sono iniziate nel dicembre 2008, dopo il sequestro a Vincenzo Catena, noto alle forze dell'ordine e affiliato ai Casalesi, di due fogli manoscritti sui quali era riportata una lista di trenta aziende; per ciascuna impresa era indicata una cifra che, come accertato in seguito, corrispondeva al rateo estorsivo versato o da versare. La Squadra Mobile ha anche accertato che gli esattori del clan si presentavano a nome di Giuseppe Setola, capo dell'ala stragista del gruppo dei bidognettiani, nel periodo della latitanza, pretendendo somme variabili dai 1000-1500 ai 10.000 euro, secondo il giro d'affari e la consistenza economica delle aziende, e che i ratei estorsivi dovevano essere versati alle scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto. Il 50% delle somme incassate, poi, doveva essere consegnato allo stesso Setola, tra i destinatari di uno dei provvedimenti restrittivi eseguiti questa mattina , mentre la metà residua veniva utilizzata per gli stipendi degli affiliati del gruppo locale. Le ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti dei presunti affiliati al clan dei casalesi sono state emesse dal gip Nicola Miraglia del Giudice su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Alessandro Milita e Giovanni Conzo. L'operazione ha preso il via dall'arresto del boss Vincenzo Catena, sorpreso nel dicembre del 2008 a Villa Literno con un mazzetto composto da 20 banconote da 50 euro nonché due fogli di carta manoscritti sui quali c'erano complessivamente 36 tra nomi di persone e di esercizi commerciali; accanto a ciascun nome, cifre comprese tra i 750 e 5.000 euro, "indubbiamente riferite - scrive il giudice - a somme di denaro". Alcuni nomi erano seguiti da un punto interrogativo, altri dalla scritta 'ok'. Grazie anche alle indicazioni fornite dal collaboratore di giustizia Oreste Spagnuolo, gli investigatori sono riusciti a identificare tutti i commercianti vittime delle estorsioni. Uno solo su 36, tuttavia, ha ammesso di essere taglieggiato: è il titolare di un deposito di fuochi d'artificio che si è presentato spontaneamente agli agenti della squadra mobile. L'uomo ha anche raccontato l'aggressione subita da uno dei propri dipendenti, schiaffeggiato davanti al figlioletto di sei anni perché accusato da Catena di non essere abbastanza solerte nel riferire al datore di lavoro i messaggi e le richieste del clan. Catena ' e' scritto nell'ordinanza ' affermo' che "avrebbe ucciso lui, il suo titolare ed avrebbe fatto saltare in aria il deposito". Il giorno successivo ebbe luogo l'incontro tra il titolare del deposito dei fuochi e Catena, che minacciò anche lui: "Ogni tanto ci devi dare una mazzetta, devi anche capire che tu hai messo un'attività qui e devi contribuire a far vivere anche noi che abbiamo la morte sul collo e la polizia addosso; io vado fuggendo (sono latitante, ndr) e comunque vado camminando per riscuotere, gli amici mi hanno mandato da te come già sono andato dall'altro dei fuochi".

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