di Andrea Di Bella Editoriale Freedom24 FERRARA, 5 SETTEMBRE 2010 - Chi ha seguito la diretta del suo intervento a Mirabello per la sua Festa Tricolore, oggi avrà capito molto. Futuro e Libertà è un partito, o almeno questo è il modo con cui ho inteso il discorso affogato in immense passioni di Gianfranco Fini, che non posso esimermi dal definire coraggioso e motivato. Bello. Quel che mi stupisce, e che stupirà certo molti, è il come la terza carica dello Stato possa esprimersi, possa esporsi in questo modo su temi precisi e circostanziati: immigrazione, economia, industria, occupazione, magistratura, giustizia, federalismo, istituzioni. Mi reputo un liberale, ma esiste il rispetto. E Fini non rispetta quel ruolo garantitogli da una maggioranza parlamentare che in qualche modo lo ha disconosciuto e a cui lui intende ancora fare riferimento per paura di finire chissà dove insieme a Fausto Bertinotti. Ed è così che Gianfranco Fini parla della sua giovinezza, evitando Fiuggi e Almirante e rievocando battaglie aspre e dure, di cui molti suoi compagni di camicia nera lo definiscono disertore, in nome di quella stessa legalità che imputa al Pdl, che per lui è una "Forza Italia allargata", e a un Silvio Berlusconi che non attacca e neanche avvicina. Con Gianfranco Fini e le sue dichiarazioni di oggi termina il bipolarismo o bipartitismo, che dir si voglia, e inizia una stagione nuova della politica italiana. Ho apprezzato Fini per la sua tenacia e il suo coraggio, meno per il rispetto delle istituzioni di cui tanto si erge a portabandiera. E ancora meno per il suo zig zag sulla questione Montecarlo, ad oggi rimasta orfana di una dichiarazione che potesse mettere lo stesso Fini al riparo. Piuttosto, vedo un bravo leader che ha la sua festa, il suo palco, il suo podio e la sua gente. E soprattutto il suo nuovo partito, espresso impropriamente solo dentro a dei gruppi parlamentari. Ma purtroppo, vedo anche un uomo che tiene un comizio politico, e che è ancora Presidente della Camera. Freedom24 5 Settembre 2010