CASERTA, CAMORRA: SEQUESTRATO 1 MLN € A DONNA CHE CHIESE PIZZO A CENTRO ANTARES
Data: Martedì, 20 luglio @ 21:51:32 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA, 20 LUGLIO 2010 - Ammonterebbe ad oltre un milione di euro il valore dei beni sequestrati ieri dalle forze dell’ordine a due diversi clan della provincia di Caserta: a subire l'offensiva dello Stato nell'attacco ai patrimoni malavitosi, sono stati questa volta i clan Belforte di Marcianise e Zagaria di Casapesenna ma operante nell’agro aversano e sul litorale domizio. Il provvedimento è stato eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli guidata dal capo centro Maurizio Vallone, sulla scorta di due decreti emessi dalla sezione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su proposte avanzate per l'irrogazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale dal direttore della Dia, il generale dei carabinieri Antonio Girone. Un solo milione di euro di beni è stato sequestrato ad Immacolata Cangiano, sorella di Michele detto «Cusumiello», capozona per il clan dei Mazzacane nel comprensorio di San Marco Evangelista (assassinato il 21 agosto del 2000 a San Nicola La Strada). La donna era già stata coinvolta, tre anni fa, in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli nell'ambito di un procedimento penale che la vede imputata per estorsione aggravata in concorso con il pentito Michele Froncillo e il fratello per aver costretto il responsabile di un centro medico locale – il centro Antares di San Nicola - ad assumerla come assistente sociale nonostante la struttura non ne avesse alcuna necessità e a non licenziarla, nonostante il comportamento professionalmente disdicevole tenuto durante il servizio. I sigilli sono stati apposti, in particolare, a un immobile ad uso commerciale a Caserta, in via degli Oleandri e a San Marco Evangelista in via Cervi attualmente occupato dal nucleo familiare della Cangiano. Le indagini che coinvolsero la Cangiano ed altre 15 persone, nel 2007, ebbero inizio quattro anni prima dopo una perquisizione compiuta nell’abitazione di un fiancheggiatore del clan Belforte, nel corso della quale fu sequestrata una fitta documentazione relativa alla contabilità delle estorsioni gestite dalla cosca. Nell’incartamento erano indicati i nomi delle vittime e delle «voci di bilancio». Scattata l’indagine e passata la diffidenza, le vittime – tra cui un imprenditore che dovette mandare la figlia negli States per paura di ritorsioni – iniziarono parzialmente a collaborare con i carabinieri. Il sequestro alla fazione del clan Zagaria, ha invece visto destinatario Antonio Santamaria, 35anni, di Cancello Arnone, affiliato alla fazione del boss «Capastorta» del clan dei Casalesi con compiti di supporto logistico: il sequestro, hanno spiegato gli investigatori, è una sorta di estensione di quello già eseguito lo scorso ottobre. Nella sua disponibilità le indagini condotte dalla Dia di Napoli hanno individuato il possesso di una Alfa Romeo Mito e di una potente Yamaha YZF-R1, veicoli di cui si serviva per una sorta di «pattugliamento» del comprensorio di residenza. In precedenza gli erano stati sequestrati una ditta individuale con sede a Cancello Arnone in via Garibaldi, nonchè tutte le somme di denaro nella sua disponibilità e, il 15 giugno scorso, sempre il tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva emesso un decreto di confisca di un conto corrente bancario a lui intestato.





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