TRAFFICO DI DROGA: PRESA AVVOCATESSA CASERTANA, NON ISCRITTA ALL'ORDINE DI SMCV
Data: Lunedì, 05 luglio @ 20:35:23 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA, 5 LUGLIO 2010 - E' di 28 arresti il bilancio di una operazione dei carabinieri contro clan della camorra dell'area occidentale di Napoli che gestivano un traffico di cocaina proveniente dalla Colombia attraverso la Spagna. Tra le persone coinvolte anche una donna che avrebbe dichiarato di essere un'avvocatessa: Daniela Natale, 46 anni, penalista, ma non iscritta all'Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, cosi come precisa una nota del consiglio forense del foro: la donna, schiava della cocaina, avrebbe rivenduto nelle Marche stupefacenti che si procurava nel quartiere napoletano di Fuorigrotta. L'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Napoli, coordinata dal maggiore Lorenzo D'Aloia, ha consentito di sgominare due clan camorristici che nel 2005 si scontrarono nella periferia occidentale di Napoli proprio per il controllo dello spaccio di droga, quello che faceva capo a Giuseppe Iadonisi (poi ucciso) e quello guidato da Antonio Bianco. In questo contesto rientrano alcuni delitti tra cui l'omicidio di Salvatore Staiano, attirato in una trappola ed ucciso nel settembre di quell'anno da Cosmo Iadonisi, nipote del boss Giuseppe passato però con il clan Bianco. A Staiano era stato dato un appuntamento con il pretesto di vendergli un chilo di droga a buon mercato; nonostante i familiari, insospettiti, gli avessero suggerito di non andare, l'uomo decise di incontrare Cosmo Iadonisi, che gli sparò a bruciapelo. I retroscena dell'omicidio sono ricostruiti nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Marcella Suma su richiesta del pm Luigi Alberto Cannavale, della Direzione distrettuale antimafia partenopea. Movente del delitto, l'intervento di Staiano per far riconciliare i due Iadonisi, zio e nipote. Il traffico di stupefacenti rappresentava una enorme fonte di reddito per entrambi i gruppi criminosi. L'inchiesta si fonda in particolare su intercettazioni telefoniche in cui con parole in codice si faceva riferimento alla cocaina. Le partite di droga diventavano, nelle telefonate tra gli affiliati, scarpe, documenti, cd, frutta, bottiglie, mozzarella; i pagamenti avvenivano tramite rimesse bancarie o bonifici. Le frasi in codice e il linguaggio criptato erano usati anche dall'avvocatessa, che spesso si lamentava della qualità dello stupefacente; in un messaggio intercettato dai carabinieri, Daniela Natale spiegava: "Quei cioccolatini che mi hai regalato erano buoni, ma sapevano di poco". Anche quando ordinava droga si serviva di fantasiosi nomi di copertura: "Hai un po' di musica bella da ascoltare ed eventualmente per quando?". L'avvocato, secondo gli inquirenti, avrebbe anche procacciato nuovi clienti alla banda di spacciatori: tra questi un ingegnere, che faceva uso di molta droga: "Ascolta molta musica, molta, molta dalla mattina alla sera"; Daniela Natale voleva presentarlo per prima al boss Iadonisi. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati complessivamente più di due quintali di droga; il sequestro più imponente risale all'aprile del 2006, quando nel porto di Salerno venne bloccata una nave con 72 chili di cocaina.





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