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Data: Lunedì, 12 aprile @ 09:24:56 CEST
Argomento: Cronaca




CASO GIUDICE MAGI: MAGISTRATO VA AVANTI

CASERTA, 10 APRILE 2010 - Ieri mattina era regolarmente in udienza, "non voglio apparire, né essere condizionato, solo poter lavorare nel modo più sereno possibile". La prima risposta del giudice Raffaello Magi, l'estensore della sentenza del processo 'Spartacus', che ha trovato una striscia di sangue davanti alla porta di casa, a Caserta, è il lavoro. Sotto scorta "leggera" da quando un pentito disse che il clan voleva eliminarlo, Magi parla all'Ansa del suo impegno contro la camorra casertana, iniziato 16 anni fa. E di quel sangue "umano" comparso sotto casa. Motivo di preoccupazione, ammette, per la sua famiglia. Sono stati i Casalesi? "Io seguo sempre la prova e su questa storia, come su tutte le altre, vado molto cauto. Probabilmente qualcuno vuole creare un po' di tensione...", risponde. Sul tavolo, chiarisce subito, c'é più di una ipotesi: "Magari si pensa al clan, ma è stato qualche rom che voleva rubare un auto. Abbiamo denunciato dei furti nei giorni scorsi". Lello Magi, come lo chiamano tutti, è però il giudice del processo che ha portato a 16 ergastoli per il clan di Gomorra: napoletano, 47 anni, dal 1964 in servizio a S. Maria Capua Vetere, dove ha lavorato per 7 anni in Corte d'Assise, oggi presiede la prima sezione penale del tribunale sammaritano. "Intimidazioni così dirette, ammesso che queste lo siano, non ne ho ricevute mai", racconta. Qualche anno fa però dovette prendere in considerazione un inquietante avvertimento: "C'é stato un collaboratore di giustizia che, a processo concluso, ha raccontato che esisteva un progetto per eliminare me e Catello Marano (presidente della Corte d'assise ndr.) Disse che eravamo stati seguiti per un po' di tempo. Dal settembre 2005 c'é quindi un dispositivo di sicurezza nei miei confronti". "Tutti sanno che io giro accompagnato. Che ci sono persone che si occupano di tutelarmi, quindi, certo, un gesto del genere ha una sua stranezza: significherebbe che vogliono dire 'sappiamo dove sei, sappiamo chi sei'", ragiona pacatamente. Gli inquirenti hanno escluso la pista accidentale, e gli hanno comunicato che quella striscia fosse effettivamente fatta di "sangue umano". Tracce lasciate, fra l'altro, proprio nelle ore di un imponente sequestro di beni (per oltre 700 milioni di euro) in possesso dei Casalesi. E' solo una coincidenza? O il clan in difficoltà diventa, come lui stesso ha detto commentando l'operazione Nemesi, più aggressivo? "Non sono in grado di fare una ipotesi di questo tipo - risponde - Se dovesse essere un'intimidazione proveniente da quella realtà, sarebbe legata ovviamente a fatti del passato, a 'Spartacus'. E sarebbe preoccupante". Non esclude, in tal caso, di chiedere un rafforzamento della protezione: "Giro con una scorta leggera. Se si dovesse accertare che effettivamente siamo di fronte a una intimidazione della camorra, dovrei porre il problema della sicurezza: quella mia personale e quella di altri colleghi particolarmente esposti. E poi c'é la mia famiglia...". Figlio di un presidente del Tribunale (Salerno), fratello di un magistrato in servizio a Milano, Magi non si tirerà, comunque, indietro: "Sono sereno, vado avanti tranquillamente, sapendo che ho sempre lavorato nel modo migliore, nell'ascolto di tutti e senza avere mai tesi precostituite sui fatti". Così anche in questa occasione: "Aspetto di capire la logica, se ce n'é una".

IL PD SOLIDALE

"Esprimo a nome di tutti i Democratici della Campania vicinanza e solidarietà al giudice Magi". A dichiararlo è Enzo Amendola, segretario regionale del Pd Campania, dopo la minaccia ricevuta dal giudice Raffaele Magi presso la sua abitazione a Caserta. "I recenti sequestri di beni ai danni delle organizzazioni camorristiche da parte dalle forze dell'ordine e dalla magistratura stanno mettendo in forte difficoltà i clan. I colpi inflitti alla camorra, al suo cuore economico - continua Amendola - sono il frutto di un impegno continuo di uomini e donne, come Magi, che lavorano al servizio dello Stato e dei cittadini senza paura per il bene e la riscossa civica non solo del Mezzogiorno, ma dell'intero Paese". "Per questo - conclude Amendola - il Pd è dalla parte di Magi e di quanti in questi anni, minacciati dalle organizzazioni criminali, non si sono piegati alla strategia del terrore della camorra".

DROGA: SPACCIATORE NIGERIANO ARRESTATO A CASAL DI PRINCIPE

CASERTA, 10 APRILE 2010 - Un cittadino nigeriano, Anthony Biechefu, in Italia da molti anni con regolare permesso di soggiorno e residente a Villaricca (Napoli), è stato arrestato a Casal di Principe dai carabinieri con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L'uomo, fermato ad un posto di blocco mentre era in auto con la figlia di 13 anni nata in Italia, è stato trovato in possesso di alcuni grammi di cocaina. Nel corso di una perquisizione domiciliare, però, i militari hanno trovato 17 ovuli contenenti oltre 250 grammi di cocaina. L'arrestato è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. CORTEGGIAMENTO OSSESSIVO, PRESO STALKER

CASERTA, 10 APRILE 2010 - Un corteggiamento ossessivo, durato otto anni, e mai corrisposto: una volta arrivò a simulare il suo omicidio cospargendo l'auto del sangue di una gallina. La persecuzione e gli atti vessatori, subiti da una donna di 30 anni di Aversa, sono finiti con l'arresto di Gaetano Della Volpe, 36 anni. L'uomo, che aveva l'abitudine di sostare davanti alla sua casa, giorno e notte, avrebbe finito col perseguitare anche la sorella della donna di cui era, patologicamente, innamorato. Più volte, in passato, Della Volpe era stato denunciato anche per altri reati. Il 31 gennaio del 2002, simulando un omicidio, l'irriducibile innamorato cosparse la propria auto del sangue di una gallina, e frantumò il vetro laterale della vettura parcheggiandola proprio davanti alla casa della ragazza. Della Volpe è stato arrestato dai carabinieri del Reparto territoriale di Aversa , in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di S.Maria Capua Vetere. Un altro episodio accertato dai carabinieri risale all'inizio di quest'anno, quando l'uomo ha impedito con la propria presenza a numerose persone di porgere le condoglianze alla giovane per la morte di un congiunto. L'arrestato è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.







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