CAMORRA: OPERAZIONE CONTRO CLAN ZAGARIA SU ASSE CAMPANIA-SARDEGNA
Data: Mercoledì, 31 marzo @ 21:48:05 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA, 31 MARZO 2010 - Privare Michele Zagaria degli appoggi e del denaro che da più di dieci anni gli consentono di rimanere latitante e di gestire gli affari del suo clan: è questo l'obiettivo dell'operazione interforze che ha portato all'arresto di 14 persone, tra cui il padre e un fratello del boss, e al sequestro di beni che secondo una stima della Guardia di Finanza valgono almeno 40 milioni. Il capoclan imprendibile, che al contrario di altri latitanti eccellenti ha l'abitudine di cambiare continuamente nascondiglio, dispone di enormi somme di denaro, provenienti in gran parte dalle estorsioni: in questo modo riesce a pagarsi una latitanza confortevole e protetta. Alcuni retroscena della latitanza del boss sono stati raccontati dai collaboratori di giustizia. Per esempio Emilio Di Caterino, ex appartenente al gruppo di fuoco di Giuseppe Setola, ha riferito di un incontro tra Zagaria e lo stesso Setola in cui il boss latitante regalò al killer finto cieco la somma di 15.000 euro: "A partire dal 2001 e fino a poco prima del mio ultimo arresto, per le grosse estorsioni, qualunque fosse il territorio in cui esse avvenivano e qualunque fosse la fazione dei Casalesi che aveva il controllo di quel territorio, il denaro comunque arrivava a Michele Zagaria, il quale provvedeva a distribuirlo fra tutti. Proprio nell'ultimo periodo, in occasione di un incontro tra Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo e Michele Zagaria, in cui i primi due per tutelarsi si portarono Gianluca Bidognetti, Michele Zagaria regalò 50.000 euro in contanti a Gianluca Bidognetti, dicendo espressamente che si trattava di un suo regalo per Francesco Bidognetti. Tanto che Setola voleva appropriarsene pensando che si trattasse di un somma per il clan Bidognetti, ma Zagaria precisò che si trattava di un regalo personale per Francesco Bidognetti; Setola a questo punto chiese se non c'era qualcosa anche per lui e mi risulta che Zagaria gli abbia dato 15.000 euro". Anche Oreste Spagnuolo racconta di incontri tra il killer e il boss latitante per discutere di estorsioni: "La ragione di questo incontro era giungere ad un chiarimento tra i due gruppi. Accadde infatti che, in alcune occasioni, attuando alcune estorsioni, le vittime contestavano il pagamento dicendo che erano persone di Michele, inteso Zagaria. Ciò accadde, con certezza, in occasione delle richieste o intimidazioni estorsive rivolte al distributore del latte Berna in Castel Volturno e - successivamente all'incontro di cui ho parlato - al titolare dell'impianto di biogas, sito in Cancello Arnone. Nell'incontro, con certezza, Zagaria chiamò separatamente Gianluca Bidognetti, dicendogli alla fine che, a fine mese, glieli avrebbe mandati a casa, facendo riferimento implicito ad una somma di denaro. Quanto alla distribuzione del latte, Setola chiese a Zagaria la somma di 50 mila euro e questi promise la consegna entro due giorni. Zagaria acconsentì comunque a dare a Setola una percentuale sugli importi derivanti dalla distribuzione del latte. Un'altra rilevante ragione dell'incontro era connessa ai lavori di edificazione del porto nel Villaggio Coppola. Setola si era già informato e sapeva che tutti i lavori - o comunque buona parte di essi - erano stati già affidati (o comunque era stata già decisa la relativa assegnazione) alle ditte riferibili a Zagaria, tramite suoi prestanomi. Lo scopo di Setola era quello di ricevere la quota a lui spettante e di inserire sue ditte per l'esecuzione dei lavori sul porto". Il colpo assestato al clan dei Casalesi è stato salutato con soddisfazione dal ministro degli Interni Roberto Maroni: "Stiamo facendo terra bruciata attorno ai Casalesi - ha detto nel corso di un'audizione in Commissione Antimafia - così come la settimana scorsa è stata fatta terra bruciata attorno a Matteo Messina Denaro e in passato prima di arrivare alla cattura del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano".





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