'SCRIVI STRONZATE', ASSOLTI CASALESI ACCUSATI DI MINACCIARE GIORNALISTA
Data: Mercoledì, 24 marzo @ 23:11:09 CET
Argomento: Cronaca




CASERTA, 25 MARZO 2010 - Più che una d minaccia di trattò di una rettifica al giornalista che non aveva inquadrato bene la situazione e i rapporti tra due boss. Questa la conclusione del collegio giudicante di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che ha assolto i boss Iovine e Zagaria (gli stessi che avrebbero minacciato Saviano e la giornalista Capacchione con le parole scritte sulla ricusazione della Corte per il processo Spartacus) la cui telefonata intercettata ha fatto il giro di Porta a Porta, Annozero e Blunotte e altre trasmissioni. Sono stati assolti infatti per non aver commesso i due latitanti del clan dei Casalesi, Michele Zagaria e Antonio Iovine, accusati di aver minacciato il giornalista Carlo Pascarella, cronista di nera di un quotidiano della provincia di Caserta e oggi redattore di Buongiorno Caserta. Dopo la cattura di Francesco Schiavone detto 'Sandokan', Pascarella in un suo articolo aveva ipotizzato presunti conflitti tra i due boss (che smentirono con la telefonata), attualmente inseriti nell'elenco del ministero dell'Interno dei dieci latitanti piu' pericolosi. Nel 1998, il giorno dopo l'uscita dell'articolo, il giornalista ricevette la telefonata in redazione e disse di essere stato minacciato. I due che si trovavano dall'altro capo della cornetta (benchè intercettati non furono individuati i luoghi da dove chiamavano) si erano presentati come Michele Zagaria e Antonio Iovine, all'epoca gia' ricercati dalle forze dell'ordine. Questo pomeriggio il collegio B del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - presidente Francesco Cioca giudici a latere Volte e Taglialatela - ha assolto i due latitanti dopo dodici anni da quella telefonata che nel 2007 e 2008 e' andata in onda nelle trasmissioni televisive. "E' uno scandalo - ha dichiarato il giornalista Pascarella in serata, che all'epoca denuncio' il fatto - dopo dodici anni da quella telefonata e solo dopo la messa in onda in alcune trasmissioni televisive dell'audio e' iniziato il processo. Con questa sentenza da oggi in poi qualsiasi mafioso potra' telefonare in redazione e minacciare i giornalisti". Evidentemente, i giudici hanno ritenuto del tutto insussistenti le minacce esaminando il testo della telefonata. Nella motivazione maggiori dettagli.





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