PIANO RIFIUTI IN CAMPANIA 2010-2013: MAXI DEBITO E TRE NODI DA RISOLVERE
Data: Giovedì, 25 febbraio @ 21:06:51 CET
Argomento: Ambiente




CAMPANIA, 25 FEBBRAIO 2010 - Tre nodi fondamentali ancora da risolvere sono alla base del piano 2010 2013 per la gestione dei rifiuti in Campania: "il debito contratto dal commissariato per l'emergenza, di circa 2 miliardi di euro, la questione lavoro, e le ecoballe". Lo ha detto oggi l'assessore all'Ambiente della Regione Campania Walter Ganapini, presentando le linee per il piano regionale per i rifiuti e quelle per la loro gestione. Dall'1 gennaio del 2010 il Governo nazionale ha dichiarato conclusa l'emergenza rifiuti in Campania. Lo scenario che prende forma adesso proposto dalla Regione è la provincializzazione del servizio di gestione attraverso Società provinciali aperte a capitale privato. Tuttavia esistono ancora delle problematiche serie sulle quali si deve fare luce e che necessitano di una soluzione immediata per potere avviare il sistema di provincializzazione. "Uno di questi problemi - dice l'assessore Ganapini - è il debito che ci ha lasciato il commissariato e tutta la mole di carte, file e documenti nei quali non si riesce ancora a mettere ordine. Il debito circa due miliardi di euro a questo punto non si sa dove vada a finire, e chi lo debba pagare, inoltre si tratta di fondi comunitari sui quali bisogna rendicontare. Questo è un problema serio che va di pari passo all'evasione della tassa sui rifiuti che in alcuni comuni arriva anche al 70%". L'assessore spiega dunque che il debito è un fattore importante per l'avvio di una fase nuova del piano rifiuti regionale che si affianca anche al problema del lavoro. "Ci sarebbe posto per 8-9 mila persone in tutto il comparto della gestione rifiuti - aggiunge Ganapini - ma ci vuole un tavolo a livello nazionale con i sindacati e con le istituzioni per discutere di queste risorse umane e del loro impiego". Infine ultima nota dolente, le ecoballe ammassate nei Cdr. "L'Unione europea siuramente ci condannerà su questo punto - spiega Ganapini - le ecoballe sono ormai ammassate e mummificate. Il loro incenerimento nel termovalorizzatore di Acerra è escluso in quanto hanno un carico termico elevatissimo e potrebbero fondere addirittura l'impianto. Noi abbiamo invece individuato una nuova tecnologia (ossido combustione senza fiamma) creata proprio in Italia che potrebbe distruggerle a emissioni zero". Per fare questo e per costruire degli impianti, sui quali si sono espressi in favore già due Comuni, Villa Literno e Giugliano, bisognerà prima però capire queste ecoballe di chi sono. Una parte infatti è sequestrata dalla magistratura, e le altre rappresentano il lavoro e il guadagno di Fibe che le ha prodotte. Insomma prima di costruire degli impianti per lo smaltimento delle ecoballe bisognerà mettere ordine e capire se chi verrà a costruire queste strutture poi potrà veramente utilizzarle come combustibile. "Sarà possibile - conclude Ganapini - costruire questi nuovi impianti di ossido combustione con un accordo tra le Province di Caserta e Napoli e con un bando di gara, ma il tutto a mio avviso non prima dei 3 anni".





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