CASO CLEMENTE: AI DOMICILIARI L'EDITORE DEL CORRIERE (SU PARERE NEGATIVO DEL PM)
Data: Sabato, 10 aprile @ 13:39:46 CEST
Argomento: Giornali e Giornalisti




L'arresto poco prima del Natale 2003. La scarcerazione (con arresti domiciliari) poco prima di Pasqua 2004. Dopo quattro mesi di detenzione trascorsi tra i pentienziari di Santa Maria Capua Vetere e Torino - dove era stato trasferito per motivi di sicurezza - l'editore (definito dalla Procura "occulto") del Corriere di Caserta ha beneficiato degli arresti domiciliari a Campobasso, dove risiede un fratello medico. Il dispositivo, depositato questa mattina, è stato firmato dal gip Raffaele Piccirillo. La richiesta di scarcerazione era stata avanzata dai legali di Clemente, gli avvocati Giuseppe Garofalo e Gennaro Razzino, al termine dell'interrogatorio di giovedì scorso fissato dal pm Alessandro D'Alessio. Quest'ultimo, al termine dell'interrogatorio aveva dato parere negativo alla scarcazione (ed anche agli arresti domiciliari) per la scarsa collaborazione dell'indagato: circostanza che non è stata tenuta in conto dal gip. Clemente, accusato di estorsione e tentata estorsione, era stato nuovamente sentito per alcuni chiarimenti e precisazioni: tra questi, stando a quanto si apprende, l'incontro avuto con l'editore-accusatore Pasquale Piccirillo nella residenza del sindaco Luigi Falco, quest'ultimo pure indagato (con altre quattro persone) nell'inchiesta sammaritana. Clemente avrebbe risposto anche su un altro episodio attinente, a quanto pare, alla vendita di una sua quota della società proprietaria di una emittente tv casertana. L'interogatorio, stando a voci che circolano a Palazzo di Giustizia, sarebbe stato caratterizzato anche da un momento di tensione a causa di alcune dichiarazioni dell'editore.

Clemente, come si ricorderà, aveva subìto in carcere 12 consulenze psichiatriche a seguito delle quali si era deciso il suo trasferimento ad un diverso penitenziario per motivi di sicurezza. Un monitoraggio costante e necessario che lo stesso gip, nel rigettare la seconda richiesta di scarcerazione, aveva "raccomandato" alla direzione del penitenziario fornendo il proprio nulla osta per un eventuale trasferimento del detenuto in altra struttura carceraria. Clemente, in isolamento sin dall'inizio della detenzione (per sua scelta in quanto temeva ritorsioni da parte di detenuti per i quali si è interessato il Corriere di Caserta) poteva vivere la vita carceraria - secondo il perito del gip, prof. Manacorda - ma doveva essere costantemente sotto osservazione. Nel provvedimento dell'ultimo rigetto di scarcazione, il gip aveva ipotizzato l'inquinamento delle prove. Si temeva un difficile controllo del Clemente il quale, anche in una regione diversa, poteva facilmente comunicare con l'esterno una volta dotatosi di cellulare e schede nuove. Circostanza, quest'ultima, che non è stata di ostacolo agli arresti domiciliari concessigli con l'ultimo provvedimento.





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