COOP SU BENI CONFISCATI: DOPO MOZZARELLA LEGALITA' ARRIVANO I 'PACCHERI'
Data: Domenica, 20 settembre @ 20:57:09 CEST
Argomento: Alimentare




CASERTA - dal Corriere del Mezzogiorno del 19 settembre 2009 - Dopo la mozzarella della legalità arrivano i «Paccheri» di don Peppe Diana, il prete definito «anticamorra» ucciso la mattina del 19 marzo del 1994 nella sua chiesa di Casal di Principe mentre si apprestava a celebrare la Santa Messa. Ancora una volta sono le terre confiscate ai boss, trasformate dall’associazione «Libera» in attività a sostegno del sociale e del lavoro – nel caso dei «Paccheri», un terreno confiscato a Pignataro Maggiore all’affiliato dei Casalesi, Michele Zaza – a consentire la nascita del nuovo prodotto. Il grano nato sul bene confiscato, è stato raccolto agli inizi di agosto da decine di ragazzi provenienti da tutt’Italia (ed ospitati a Castelvolturno) per contribuire a creare la prima cooperativa «Libera Terra» della Regione Campania. Da quel grano saranno prodotti circa 35.000 pacchi (ognuno da mezzo chilo) di paccheri in confezione speciale. Una prima confezione, che andrà in commercio tra alcune settimane, è stata consegnata simbolicamente ai genitori di don Peppino Diana. Il pacco reca la scritta «Il g(i)usto di Campania – Le terre di don Peppe Diana» e conterrà paccheri artigianali lavorati dai pastai di Gragnano per sostenere la nascita della cooperativa «Le terre di don Peppe Diana». Il prodotto è stato presentato nei giorni scorsi anche al Salone internazionale del Naturale –(il Sana di Bologna) dal presidente dell’associazione «Libera», don Luigi Ciotti. Sul retro della confezione è riportata la seguente dicitura: «La pasta ‘Libera Terra’, da sempre sinonimo di altissima qualità, da oggi è prodotta anche in Campania secondo la tradizione dei Maestri pastai di Gragnano. La pregiatissima semola viene lavorata con metodo artigianale ed essiccata lentamente a basse temperature, per mantenere inalterato lo straordinario gusto del miglior grano duro raccolto sui terreni confiscati alla camorra nel comune di Pignataro Maggiore (Caserta) unito a quello coltivato dalle cooperative che gestiscono i terreni confiscati alla mafia e dagli agricoltori campani e del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto. Sull’incarto sono rappresentate tutte le piante che crescono spontanee nei nostri campi di grano ove non è impiegato alcun diserbante nocivo per l’uomo e per l’ambiente. Raccogliamo meno grano, ma lo facciamo in modo sano. Con questa pasta sostieni il progetto “Verso la cooperativa le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra Campania” per la gestione delle terre confiscate alla camorra nei comuni di Castelvolturno e Cancello Arnone creando nuove opportunità di lavoro pulito, giusto e legale. Questa pasta è dedicata a Don Peppe Diana, il prete ucciso nella sua Chiesa il 19 marzo 1994 a Casal di Principe per non aver mai chinato la testa contro la violenza e l’arroganza della camorra». Per Valerio Taglione, coordinatore coordinatore di «Libera Caserta» e del «Comitato don Diana» si tratta di «un’altra scommessa vinta insieme a tutti quelli che in questi anni ci hanno sostenuto e hanno creduto insieme a noi che è possibile costruire comunità alternative alla camorra a partire da fatti concreti. La prossima tappa sarà la produzione di mozzarella di bufala». Intanto, proprio lo scorso luglio il consiglio di amministrazione del Consorzio per la Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, presieduto da Luigi Chianese ha deliberato l'adesione all'associazione «Verso la cooperativa le Terre di don Peppe Diana - Libera Terra Campania» presentata lo scorso 19 giugno tra Cancello ed Arnone e Castelvolturno. Il Consorzio Mozzarella Bufala Campana offrirà assistenza per avviare a certificazione Dop la mozzarella di bufala campana prodotta dalla cooperativa sociale, oltre a svolgere nel caseificio cooperativo dei corsi per diventare casaro e tecnologo per il controllo della qualità. La cooperativa ha a disposizione 20 ettari di terreno per la coltivazione del foraggio, per l'allevamento di bufale e per la trasformazione di latte bufalino in mozzarelle e formaggi. Sulla terra confiscata ai clan la cooperativa alleverà bufale e produrrà la cosiddetta «mozzarella della legalità».





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